Capitolo 6 Una proposta a vantaggio di entrambe

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Ambra aveva un modo tutto suo per far ambientare le persone.

Più ci addentravamo nella grotta più la puzza di zolfo e cadaveri in decomposizione aumentava, mi coprì il naso e la bocca con la mano, ma servì a poco, sentivo che a breve avrei rimesso la colazione.

Delle torce appese alle pareti illuminavano oltre al percorso, anche le carcasse di animali accatastate accanto alle pareti permeavano l'aria di puzza di morte, alla fine dovetti respirare con la bocca.

Più avanti iniziavano le gabbie, contenevano uno o più segugi infernali. Questi erano di taglie diverse, quelli piccoli erano solo i cuccioli, gli altri erano tutti pressoché di taglia media o grandi, e alcuni erano più massici di altri, ma c'era una cosa avevano tutti in comune: erano terrificanti.

«Sono adorabili, non è vero?!» esclamò Ambra mentre sprizzava gioia da tutti i pori per aver portato lì una persona di cui conosceva solo il nome, mancava solo che si mettesse a saltellare.

"Come no?! Adorabili! Soprattutto quando ti ringhiano contro e ti guardano come se fossi il loro prossimo pasto"

Non feci in tempo a rispondere che uno dei segugi si scagliò contro le sbarre ruggendoci contro. Sobbalzai e indietreggiai per la paura, andando a sbattere contro la parete dietro di me. Guardai il segugio impaurita, mentre lui continuava a colpire con gli artigli le sbarre, troppo strette per passarci in mezzo con le grosse zampe tozze, a ruggire e a ringhiare contro di noi.

Il mio cuore batteva fortissimo contro la gabbia toracica. Lo spavento, insieme alla puzza che in quel momento mi aveva invaso le narici mi diede alla testa e per poco non vomitai.

Poi ci fu un forte rumore e il segugio si allontanò: Jack aveva sbattuto un pugno contro le sbarre. «Sta buono Thorn!» il segugio si allontanò di qualche passo, ma ringhiò un'altra volta mostrando le fauci, un ringhio più basso, ma ugualmente terrificante.

«Sta tranquilla, Thorn non fa del male a nessuno se non viene aizzato» Ambra ridacchio e mi sfiorò le dita della mano, nello stesso momento mi parve di sentire i denti del segugio scricchiolare.

I miei occhi invece iniziarono a pizzicare e la rabbia a montarmi dentro, mi girai di spalle affondando con forza le dita nella pietra e respirai profondamente.

Trattenni dei conati di vomito, e mi portai di nuovo la mono davanti alla bocca per cercare di coprirli, ma almeno questo mi aiutò a distrarmi dalla rabbia.

Ripresi a respirare con la bocca "Sta calma, sta calma" continuai a ripetermi come un mantra, e riuscì a controllarmi, ero riuscita ad impedire ai miei occhi di diventare gialli, ed ero anche riuscita a limitare il più possibile i danni o almeno era quello che pensavo finché non mi accorsi di aver staccato dei pezzi di roccia dalla parete e di averli polverizzati tra mani.

Jack non si accorse di nulla, troppo impegnato a calmare il segugio che continuava a schiantarsi contro la gabbia stavolta con tutto il corpo, mentre Ambra mi guardavano con un'espressione confusa, quando invece avrebbe dovuto avere paura, mentre quella confusa avrei dovuto essere solo io: pochi minuti fa le avevo stretto la mano e non era accaduto niente, lo avevo addirittura fatto senza pensare alle conseguenze.

Allora perché in quel momento sì?

C'era qualcosa che non andava, qualcosa di sbagliato in quella situazione, ma non riuscivo a capire cosa, a parte...

«Tutto bene, Elena?» chiese mentre si piegava verso di lei.

Mi voltai a guardarla, ancora piegata in avanti, e più la guardavo più mi rendevo conto che forse avevo ragione: era Ambra il problema, c'era qualcosa che non andava in lei.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 22 ⏰

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