Ti prego vattene una volta per tutte

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"Rimettiti in fretta Chuuya e scusami."


Chuuya osservò Dazai uscire dalla stanza. Si stupí rendendosi conto che la rabbia con cui conviveva da anni si era un po' sciupata.

Non pensava che parlare gli avrebbe fatto così bene, certo, moriva ancora dalla voglia di uccidere Dazai in qualche modo particolarmente doloroso, ma ora era un po' più in pace con sè stesso.

Osservò il muro di fronte a lui, illuminato a tratti dai raggi del sole che entravano dalla grande vetrata dalla finestra. Era uno spettacolo comune e quotidiano, ma non per questo meno incredibile.

Distratto com'era dalla sua vita frenetica non si era mai soffermato davanti alla bellezza di un raggio di sole che filtra dalla finestra in una classica mattina di inizio ottobre. Nell'aria attorno a lui danzavano tanti piccoli granelli di polvere agitandosi ad ogni suo respiro o minimo movimento.

Sorrise godendosi il calore di quel momento.

Lui neanche sapeva cos'era il vero calore, era cresciuto da solo, non ricordava otto anni della sua vita e portava dentro di sè un mostro in grado di uccidere chiunque si trovasse nei dintorni.

Eppure quella era la sua quotidianità e a lui andava bene così, non chiedeva di più, aveva trovato il suo piccolo equilibrio e non sentiva bisogno di altro.

I suoi occhi del colore del mare vagarono un po' per la stanza, senza meta alla ricerca di qualcosa e si soffermarono sulle lenzuola dove poco prima era seduto quel piccolo cretino di Dazai.

Per quanto lo odiava Dazai Osamu era una sicurezza in più nella sua vita, per quanto male quel ragazzo gli aveva fatto Chuuya gli voleva un po' di bene: ne avevano passate tante e ne avevano combinate tante e Dazai era sempre stato pronto a tirarlo fuori nei casini.

Appoggiò la testa all'indietro e sospirò, cos'erano tutti quei pensieri quella mattina? Da quando era così riflessivo?

Mentre era ad occhi chiusi sentí del frastuono, dei passi veloci entrare nella stanza, il frusciare della stoffa e un respiro un po' affannato.

Sapeva già chi era, non si degnò nemmeno di aprire gli occhi.

Magari ignorandola, quella fastidiosa presenza se ne sarebbe andata una volta per tutte.

Ci fu un attimo di silenzio in cui Chuuya sperò veramente che la persona che era rientrata nella sua stanza si fosse volatilizzata nel nulla.

- Dormi? - Chiese Dazai.

- No.

Silenzio, Chuuya non aprí gli occhi, non ne aveva voglia.

- Che vuoi Dazai? Pensavo te ne fossi andato, speravo te ne fossi andato.

- Sí, ma quando sono salito in macchina, ho trovato abbandonato sul sedile qualcosa di tuo.

- Allora lascialo pure da qualche parte e vattene.

Chuuya sentì delle mani fredde scostargli i capelli dalla fronte sudaticcia per la febbre, poi Dazai gli mise qualcosa in testa con una mezza risata.

Chuuya sorrise un poco, aveva riconosciuto il peso familiare e la forma del suo adorato cappello.

- Mhhh, grazie, credo...

Mugugnò, senza aprire gli occhi, proprio non aveva voglia di rivedere il muso idiota di Dazai, ma quando sentì qualcosa di caldo premuto sulla sua guancia con dolcezza non potè fare a meno di di spalancare gli occhi e constatare personalmente con un'occhiata sorpresa che l'amico gli stava lasciando un umido bacio sulla guancia con un'espressione alquanto scema.

Chuuya lo guardò basito, ma prima che il suo cervello riuscisse a mettere in moto i neuroni e mandare un segnale alle mani, per ordinare di prenderlo a pugni, Dazai si staccò un poco e gli sussurrò all'orecchio:

- Rimettiti in fretta Chuuya e scusami.

Poi Dazai si raddrizzò e senza dire altro uscì definitivamente dal suo appartamento.

Chuuya rimase pietrificato a guardare la porta dal quale l'amico era appena e definitivamente uscito per un tempo che gli parve interminabile, poi si riprese e cominciò a sfregiarsi la guancia con irritazione.

Non aveva mai avuto una nonna, ma se l'avesse avuta gli avrebbe sicuramente dato baci meno umidi di quello.

- Che. Schifo. Stupido. Dazai. -

Mugolò tra sè e sè.

Poi si accasciò tra le lenzuola e i cuscini, si strofinò la guancia un altro po'.

Però...

Da quanto era che qualcuno non gli dava un bacio?
E da quanto era che qualcuno non lo abbracciava o lo prendeva per mano o semplicemente gli faceva una carezza?

Troppo.

Constatò con sorpresa che aveva anche dimenticato cosa si provava... E per quanto strano non era male...

Si tirò il lenzuolo fin sopra alla faccia per nascondere alle pareti e ai mobili che lo circondavano il rossore che si era impossessato del suo viso, un po' a forza dello sfregare, un po' per le emozioni forti che un contatto poteva provocare.

Emozioni che non era più abituato a provare...

Si rannicchiò confuso sotto le lenzuola.

Cercò di svuotare la mente da tutti quei pensieri confusi e privi di senso e si ritrovò suo malgrado a canticchiare senza volerlo una stupida canzoncina sui suicidi.

Quando se ne reso conto si rannicchiò ancora di più e insultando Dazai in tutte le lingue e i modi che conosceva si addormentò.

A. A.

Okay, qualcosa di un po' carino ci voleva...
Ora sono qui che cerco di capire che problemi ha Wattpad... In un capitolo ho 20 visualizzazioni, in quello dopo 13, in quello dopo ancora 35. Siccome credo che nessuno di noi legga capitoli a caso... Qualcuno può dirmi che problemi affliggono Wattpad... Oppure quali affliggono che me che non capisco come funziona.
Detto questo, ho caldo e ho voglia di mare, ma mi tocca aspettare ancora un po'...
La foto che ho messo l'ho trovata su pin e mi ha fatto ridere fino a morire, scekerate con me, grazie prego ciao.
Se la storia vi sta piacendo lasciatemi una stellina così lo so è sono più motivata a continuare.

SUICIDES AND HATS (Dazai x Chuuya)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora