Ordino un omicidio d'asporto

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"Mentre la sua mente era confusa sembrava che il suo corpo sapesse esattamente cosa fare."


Raggiunsero camminando con calma il luogo del delitto, I poliziotti erano ancora sul posto e si accingevano a spostare il cadavere, dopo avere racimolato tutte le possibili prove.

Salutarono Dazai con un cenno, qualcuno guardò Chuuya con fare interrogativo.

Dazai spiegò agli agenti che si sarebbe occupato lui delle indagini, chiese qualche altra informazione poi fece segno a Chuuya, che osservava la scena in disparte, di seguirlo.

Si incamminarono lungo le vie della città, Dazai comminava con le mani nelle tasche canticchiando la solita canzoncina.

- Non cominciare ti prego! - Lo interruppe Chuuya esasperato.

Dazai fece una risatina, però dopo un po' smise e proseguirono la camminata in silenzio...

Ad un certo punto raggiunsero la macchina di Dazai, il quale fece cenno a Chuuya di salire e poi a sua volta si accomodò di fronte al volante, poi mise in moto accendendo la radio ad un volume discutibile.

Chuuya incrociò le braccia e appoggiò i piedi sul cruscotto, poi chiese seccato: - Allora?

- Il nemico ha un piano semplice e dannatamente efficace, l'omicidio di prima sembrava ad opera della mafia perché è stato compiuto dalla mafia, ma senza volerlo.

- Quindi... C'è qualche potere di mezzo, giusto?

Dazai annuí senza staccare gli occhi dalla strada.

- Qualcosa che c'entra con la manipolazione della mente.

- Sí immaginavo, ma perché?

Dazai si girò a fissarlo - rischiando così di investire quattro vecchiette, settantotto gatti e quattordici galline e un armadillo mentre Chuuya gli gridava che era un deficiente e prendendo lui il volante schivava vecchiette, gatti, galline e armadillo - e rimase a fissarlo per un bel po' poi sussurrò soltanto: - La filosofia dei tre tempi...

Chuuya lo fissò un secondo senza capire poi collegò tutte le informazioni e comprese la situazione.

- Qualcuno vuole minare alla stabilità della città mettendo la mafia, il governo e l'agenzia una contro l'altra?

-Esattamente. All'inizio ho pensato che potesse essere un gruppo di più persone, ma ho i miei motivi di credere che l'assassino lavora da solo.

Chuuya annuì serio, poi ghignò: - Quindi il nostro nemico è un pazzo psicopatico che vuole distruggere la Yokohama che conosciamo?

- Già.

- Bene. - Sorrise con cattiveria. - Hai un piano?

- Mhmh, intanto vieni a casa mia... Poi mentre mi prepari la cena ti spiego.

- Okay.... ASPETTA COSA? MENTRE TI PREPARO LA CENA? MA VAFFANCULO PER CHI MI HAI PRESO? NON SONO MICA LA TUA MOGLIETTINA O COSA.

- Un po' di trucco un vestito et voilà diventeresti una splendida signora.

Chuuya incrociò le braccia offeso: - Stai mettendo in dubbio la mia mascolinità?

Dazai scoppiò a ridere: - La tua cosa...?

- Brutto...

Dovette trattenersi dall'uccidere Dazai in modo doloroso, solo perché stava guidando e si sa che ammazzare il guidatore di un'auto in corsa non è il massimo per la sopravvivenza personale.

Arrivarono a casa di Dazai parecchi insulti e mancati incidenti dopo, scesero dalla macchina e Dazai invitò Chuuya ad accomodarsi. Era una piccola casa, ma bella, seppur un po' trascurata.

Dazai fece un segno seccato in direzione di una porta: - Se vuoi metterti al lavoro Chuuya-kun la cucina è di là io vado a farmi una doccia. Ahn non mi piacciono le cose troppo cotte e mi raccomando che il cibo non sia né troppo cotto né troppo al dente. - Detto questo si chiuse in bagno lasciando un infuriato Chuuya sulla porta di casa.

Chuuya sospirò esasperato e urlò in direzione del bagno: - Scordatelo che ti preparo la cena!

Dazai rispose: - Prevedo, invece, che tu mi preparerai la cena e che sarà anche buona e sai che io non sbaglio mai.

- Bhe, questa volta ti sbagli, fidati. Dammi solo un buon motivo per cui dovrei preparare da mangiare!

- Io non ho voglia di cucinare quindi salto spesso la cena, quindi se non vuoi digiunare datti da fare!

Chuuya sbuffò infastidito. - Non te la do vinta, sgombro. Ordino qualcosa. Solo per me.

Dazai in tutta risposta ridacchiò.

Chuuya prese il telefono solo per scoprire che lì, in casa di Dazai, probabilmente luogo maledetto dall'universo, non prendeva.

Ancora più esasperato uscì in fretta dall'appartamento e cominciò a camminare per la strada alla ricerca di campo.

Dopo circa cento metri, finalmente sarebbe riuscito a chiamare sorrise soddisfatto e cominciò a comporre il numero di un negozio che amava particolarmente.

Alla quarta cifra un fastidioso fischio riempì la via, facendogli tappare le orecchie. Quando passò lasciò su Chuuya una strana sensazione è un fastidioso e pulsante male alla testa.

Chuuya si guardò attorno confuso, cos'era stato? Da dove veniva? Non riusciva a capire... Le luci dei lampioni per qualche motivo sembravano più opache di prima.

Si arricciò una ciocca rossa confuso.

Perché era fuori? Cosa stava facendo? E soprattutto cosa doveva fare?

"Devo ucciderlo."

Formulò questo pensiero e gli sembrò quasi estraneo a lui.

Si girò e tornò con decisione verso l'appartamento di Dazai.

Sentiva le dita formicolare, smaniose di morte, tutto il suo corpo sembrava crepitare di una strana elettricità. Mentre la sua mente era confusa sembrava che il suo corpo sapesse esattamente cosa fare.

Lo sapeva eccome.

Doveva uccidere Dazai.


A. A.
Boh, ecco qua il capitolo... Nel mentre mi è venuta un'altra idea per una storia soukoku quindi appena finirò questa mi metterò all'opera.
E nulla se la storia vi sta piacendo lasciate una stellina. Graciassss.

SUICIDES AND HATS (Dazai x Chuuya)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora