ficcanaso

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Nei giorni successivi a scuola salutavo Spencer, ma non conoscevo gli amici con cui stava e mi allontanavo quasi subito perché mi sentivo un po' a disagio.
Le mie amiche non avevano neppure notato che l'avessi conosciuto e, per fortuna, non mi chiedevano niente.
Quel pomeriggio non avevo molti compiti e decisi di rilassarmi guardando un film in camera mia. Stavo preparando i pop corn, ma il telefono vibrò, era un messaggio di Spencer:

-Ehi! Mi chiedevo se ti va di fare un giro...posso passare da te tra un'ora?
Spencer
-Ciao! Si, certo, vieni quando vuoi
Io

In effetti poteva essere un'occasione per conoscerlo meglio e, beh, il film avrebbe aspettato.
Mi resi conto solo mezz'ora dopo, quando suonò il campanello, che gli avevo detto di venire quando voleva...Ma dove ho la testa?!?
Aprii appena la porta e gli dissi di aspettarmi che arrivavo subito, corsi in camera e misi un paio di jeans al posto dei leggings trasandati che avevo messo per stare comoda, spazzolai i capelli li legai in una mezza coda, presi il mio zaino e lo raggiunsi di fuori.
"Adesso mi spieghi come fai a sapere dove abito" Gli dissi per rompere il ghiaccio, si stava creando un silenzio imbarazzante e non mi piacciono affatto queste situazioni.
"Io so tutto" Mi rispose facendo il misterioso "Ah, capisco, allora dovrò denunciarti per stalking" Dissi guardandolo e ridendo.
Ci prendemmo un gelato e camminammo per il parco, poi ci sedemmo su una panchina e parlammo un po' della nostra vita in generale, dei nostri famigliari e della scuola.
Scoprii che andava molto bene a scuola, pur non stando ore e ore a studiare come, invece, dovevo fare io per prendere almeno sufficiente.
Quando iniziò a fare buio mi accompagnò a casa. "Mi sono divertito oggi" Mi salutò sorridendo "Si anch'io, ci vediamo domani a scuola" Risposi salutandolo a mia volta.
Si avviò a piedi sul marciapiede e io mi sedetti sui gradini, non avevo voglia di entrare in casa. Controllai il telefono: 128 messaggi e 15 chiamate perse.
"Oddio!" Dissi quasi urlando, non mi era mai capitato di avere così tanti messaggi.
Erano le mie migliori amiche che cercavano mie notizie dato che non rispondevo a nessuno. Avevo spento il telefono quando ero con Spencer e non lo avevo più riacceso.
Risposi solo con un 'sto bene, ero uscita a fare una passeggiata e ho lasciato il telefono in camera', poi copia e incolla per tutte e quattro.
Ovviamente mi ero illusa se pensavo che mi avrebbero creduto, infatti cominciavano a bombardarmi di domande sfruttando il fatto che io non so mentire, perciò cercai di chiudere il prima possibile il discorso per non dire niente di Spencer; conoscendole avrebbero potuto pensare chissà cosa di noi due.
Quella notte valanghe di messaggi mi invasero il cellulare, perciò decisi di spegnerlo per riuscire a dormire un pochino.
La mattina seguente non riaccesi il telefono, anzi, ero abbastanza irritata da tutte quelle domande e non volevo nemmeno vedere cosa mi avessero scritto, quindi mi preparai e andai a scuola normalmente.
Arrivata nel piazzale, mi corsero incontro Ginny e Zoe, che mi chiedevano ininterrottamente spiegazioni per la sera prima "Come mai non hai risposto ieri sera? Eravamo così preoccupate" Mi dicevano
"Vi ho detto che sto bene, state tranquille, ero solo stanca" Risposi cercando di essere più calma possibile
"Se, come no" Disse Zoe alzando gli occhi al cielo.
Mi conoscevano troppo bene e non potevo negare di essere stata fuori con qualcuno, ma non potevo parlare di Spencer, almeno non finché non sarei stata certa di potermi fidare di lui al 100%.
"Lasciatemi stare! Non vi deve interessare con chi ero o cos'ho fatto ieri, siete solo delle ficcanaso!" Gli urlai infuriata.
Stavo decisamente andando fuori di testa, ma ero così quando non potevo vivere senza essere soffocata da miliardi di domande, e loro lo sapevano meglio di me.
Improvvisamente sentii qualcuno toccarmi una spalla, era Spencer, aveva visto come mi ero arrabbiata ed era preoccupato "Ehi Viv, stai bene? Ho visto che non sei di ottimo umore" Mi chiese "No no, tranquillo, è tutto okay, ho avuto solo una discussione con delle mie amiche, niente di che" Lo rassicurai.
Ecco, quando si trattava di mentire sul mio umore ero bravissima, non mi piace far preoccupare le persone, soprattutto se per cose di cui non mi andava di parlare.
"Mmmh, sei una brava attrice, ma sento che c'è sotto qualcosa" Disse convinto
"E va bene, dopo la scuola ti racconto tutto ma devo essere sicura di potermi fidare di te" Mormorai
"Ti capisco, stai tranquilla, puoi fidarti di me" Disse mettendosi una mano sul cuore "Okay" Risposi sorridendo appena.
Ogni volta che rispensavo a ciò che era successo sentivo come un vuoto dentro e mi veniva da piangere, ma forse, se mi fossi sfogata, sarei stata un po' meglio.
Dopo la scuola, come concordato, andai a casa insieme a Spencer, ma quando aprii la porta trovai una sorpresa indesiderata: sedute sul divano c'erano Ginny e Zoe, che mi fissavano furiose, vicino al tavolo, invece, c'era Nene che aveva una faccia sconvolta.
"Aspetta fuori un secondo" Sussurrai a Spencer, che annuì e si sedette su un gradino.
"Cosa volete?" Chiesi scocciata "Vogliamo spiegazioni" Sbottò Zoe "Non capisco cosa vi dovrei spiegare" Dissi facendo l'indifferente "Stai scherzando?!? Non rispondi ai messaggi per un intero pomeriggio e non ci dici nemmeno dove sei stata!" Si intromise Ginny "Da quando siete mia madre? Non dovete per forza essere al corrente di tutto ciò che faccio, o almeno non stressandomi in continuazione!" Non mi ero resa conto che stavo iniziando ad andare fuori di me "Ragazze, basta! Per cosa stiamo litigando? Lasciamo stare Vivian e andiamocene, non so neanche perché siamo qui" Gridò Nene, che era diventata tutta rossa.
Nessuno aprì bocca e se ne andarono tutte e tre a passi svelti.
"Ehi, sicura che sia tutto a posto?" Mi chiese Spencer calmo "No, stavolta non va tutto bene" Dissi mentre mi salivano le lacrime agli occhi "Ti capisco, se vuoi posso restare a farti compagnia per un po', gli allenamenti iniziano tra due ore quindi ho ancora tempo" Ebbi solo la forza di dire 'grazie' e poi scoppiai in lacrime come una bambina di due anni che piange tra le braccia della sua mammina. Dentro di me avevo un vuoto profondo, avrei voluto urlare, ma le parole mi si fermavano in gola e l'unica cosa che riuscivo a fare era piangere. Sembrava come se nessuno mi volesse bene e non potevo farci niente, mi sentivo un errore del mondo, una pecora nera, una stupida.
Spencer fu così gentile da accompagnarmi in camera e consolarmi per tutto il pomeriggio, quel giorno saltò anche gli allenamenti e sapevo che erano molto importanti per lui.
Verso le 22.00 riuscii a calmarmi e andai in bagno a lavarmi la faccia, ma quando uscii sbattei contro Spencer, cadendo a terra.
Quella scena mi strappò un sorriso.
Mentre mi sedevo sul letto vidi che i suoi occhi erano umidi e rossi, probabilmente aveva pianto, non me lo sarei mai aspettata dato che ci conoscevamo solo da pochi giorni, e anche se mi faceva piacere che ci tenesse, non volevo che stesse male per me.
"È meglio se ti riposi un po', sono già le dieci. Se hai bisogno chiamami quando vuoi" Mi sussurrò a un orecchio e mi abbracciò, poi uscì senza fare rumore.
Ora avevo la sensazione opposta di prima, sentivo che contavo qualcosa per qualcuno e ne ero felice.

"Le persone più forti non sono quelle che non cadono, ma quelle che riescono a rialzarsi"

Ciao a tutti!!! Spero vi sia piaciuto questo capitolo!
Ci vediamo al prossimo...

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