incubo

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"Mark, ascoltami" Lo implorai "No, basta! Potevi prendermi in giro anche senza fingere di essere la mia migliore amica" Disse mentre le lacrime gli rigavano le guance
"Ti ho già detto che non sapevo nulla di quel video, non capisco perché te la prendi con me!" Ora stavo iniziando a piangere anch'io
"Ne ho abbastanza, Viv, vattene dalla mia stanza" Mi urlò. Non aveva mai gridato in quel modo contro di me.
"Senti..." Cercai di spiegare "Ho detto vattene, subito!" Disse con voce gelida.
Tornai nella mia stanza, due porte più in là, piena di dolore nel cuore.
Mi sdraiai sul letto mentre le mie compagne di stanza cercavano di consolarmi, ma il mio sguardo si posò su un bigliettino, ripiegato più volte, appoggiato al cuscino. Senza esitare lo aprii.
'Sei una falsa' c'era scritto. Appena lessi quelle parole le lacrime scesero come cascate dai miei occhi inondandomi la faccia, lo stomaco si era stretto in una morsa che non mi lasciava scampo nemmeno per un secondo, ero disperata.
Vicino a me si sdraiò Mia, che provava a calmarmi senza successo.
Lei mi era stata fedele sin dal primo momento in cui ci eravamo conisciute, e capivo che vedermi così la faceva soffrire, ma non riuscivo a fingere di stare bene, non in quel momento.
Tra le mani tenevo stretto quel biglietto che avrei voluto stracciare e buttare via, ma non avevo la forza di farlo. Avevo perso il mio migliore amico e niente poteva farmi stare peggio.
Mi svegliai con la faccia ancora umida e guardai il poccolo orologio rosso appoggiato sul comodino: segnava le 4.15
Sentii le braccia di Mia che mi cingevano i fianchi, dormiva profondamente accanto a me.
Le diedi un bacio in fronte e tornai a dormire.
Il giorno successivo Mark mi ignorava, sembrava che la mia esistenza non cambiasse nulla per lui, anche se sapeva quanto ci stavo male.
Quegli stupidi dei suoi amici erano anche entrati di nascosto in camera mia e avevano fatto foto e video mentre si prendevano gioco di me e mi insultavano. Probabilmente li avevano postati su instagram, ma non me ne importava un bel niente di quello che avrebbe pensato la gente di me, mi importava solo di Mark.

Passarono giorni, settimane, mesi, e non riuscivo a smettere di pensare che era tutta colpa mia, solo mia, se l'avevo perso, ma ormai era finita e non potevo più rimediare; in ogni momento felice quel pensiero spingeva via tutti gli altri e il dolore prendeva il sopravvento in me.
Mia madre mi mandò anche da uno psicologo, anche se servì a ben poco.
Pensavo a come tre parole scritte su un foglio di carta potessero distruggere un'anima, ma per fortuna col tempo imparai a convivere con le prese in giro di chi mi stava intorno e da quelli che credevo fossero miei e amici, alla sofferenza che avevo ancora dentro.
Da allora decisi che non mi sarei più fidata di nessuno se prima non mi avesse dato una vera prova della sua fiducia.

"Ci sono ricordi che ti rendono felice e altri che ti tormentano per tutta la vita, persino quando dormi.
Ci sono quelli che rimangono indelebili e altri ricordi che con il tempo svaniscono, ma il punto è che i ricordi ci sono e ci devi convivere, belli o brutti che siano.
Si chiamano ricordi appunto perché sono passati e non devi permettere che ti rovinino il presente"

Eccoci al quarto capitolo!!! Spero sia stato di vostro gradimento!
Lo so, lo so, gli ultimi due capitoli sono stati abbastanza corti, ma non vi preoccupate, i prossimi saranno più lunghi😉❤

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 08, 2020 ⏰

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