"Tell me something beautiful"

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Brackley, Regno Unito
12/02/2020

ore 12:37

Assurdo come in circostanze particolari – come rimanere chiusi in ascensore – due persone sconosciute intavolino conversazioni che normalmente non farebbero mai. Dal panico iniziare di Jo, si è passati a scambi d'opinione riguardo al mondiale ormai pronto a cominciare e a lievi frecciatine lanciate dal pilota nei confronti della ragazza.

"Non sei scomoda sui tacchi?" domanda Lewis vedendo Josefine assumere espressioni di dolore ogni qual volta decide di fare un passo. "No, per niente" risponde sarcastica sbuffando e camminando avanti e indietro per quanto lo spazio le consenta. "Okay, adesso ti fermi e ti calmi che mi fai venire il mal di mare" sbotta ad un tratto il pilota avvicinandosi a Jo e bloccandola con le mani sulle spalle.

"Non ce la faccio a stare chiusa qui dentro, mi manca l'aria" dice affannata Josefine con il battito accelerato. "Tra due ore devo andare a lavorare, non posso restare qui o mi licenziano" continua a parlare in preda al panico senza rendersi conto della vicinanza di Lewis.

"Stai calma, sicuramente ci libereranno e riuscirai ad andare a lavoro" prova a farla ragionare il numero 44. "Siediti" le ordina poi, abbassandosi anche lui per provare a farla calmare.

Seduti uno in fianco all'altro, entrambi fissano la parete anonima davanti a loro; lui provando a trovare qualcosa da fare, lei ad occhi chiusi per cercare di tranquillizzarsi. "Dimmi qualcosa di bello" mormora Josefine dal nulla ancora con gli occhi chiusi, inspirando ed espirando regolarmente.

Lewis ridacchia a quella domanda bizzarra e pensa a qualcosa da dirle, ma opta per la sincerità. "Io" risponde sinteticamente alzando di poco le spalle. Jo apre gli occhi e si gira di scatto verso di lui dandogli una gomitata sul fianco. "Quanto te la tiri" commenta scuotendo la testa ed alzando gli occhi al cielo. "È la verità" continua lui guardandola negli occhi e allungando le gambe davanti a sé.

"Vedi, è questo il tuo problema. Non devi esaltarti da solo, lascia che ci pensino gli altri, altrimenti risulti antipatico" spiega Jo gesticolando con le mani. Senza neanche accorgersene si sta lentamente calmando, complice Lewis e le sue manie di protagonismo.

"Aspetta, quindi stai dicendo che sono bello?" Lewis inarca le sopracciglia con fare inquisitorio, squadrandola. "Vedi? Perché cerchi la mia approvazione? Lo sai di essere bello, non c'è bisogno che te lo dica io" replica sostenuta Jo togliendosi finalmente quelle scarpe infernali dai piedi e lasciandole abbandonate sul pavimento dell'ascensore.

"È il primo complimento che mi dici da quando siamo qui dentro, facciamo progressi" commenta Lewis ridendo sotto i baffi. "Sarà anche l'ultimo, mister simpatia" lo sfotte lei, tradendosi però con una lieve risatina. "Non sono così antipatico come credi tu" ribatte Lewis dandole una leggera spinta sul ginocchio, che fa scoppiare a ridere entrambi.

L'atmosfera creatasi tra i due è strana, surreale. Se l'ascensore non si fosse fermato a metà della sua discesa non avrebbero spiccicato parola e probabilmente Josefine non si sarebbe nemmeno accorta di chi avesse alle sue spalle. E invece ora si trovano seduti uno accanto all'altra a chiacchierare del più e del meno come se fossero amici.

"Facciamo un gioco per ingannare il tempo, ti va?" domanda Lewis dopo alcuni secondi di silenzio. "Va bene, così magari mi calmo" annuisce Josefine incrociando le gambe e rilassando la schiena contro la parete dell'ascensore.

"Conosci Non ho mai...?" domanda Lewis voltandosi verso di lei, che annuisce e gli rivolge un sorriso. "Non abbiamo la penitenza però" fa notare Jo con un dito sul mento. "Facciamo così, per ogni cosa che abbiamo fatto ci beviamo uno shot quando usciremo di qui" decide il pilota Mercedes allungando il braccio destro verso di lei. "Io e te a bere shottini?" risponde incredula Jo con gli occhi sgranati. "Sì, perché? Magari proprio al tuo bar, che ne dici?" prova a convincerla il campione del mondo. "Va bene, ci sto" Josefine annuisce vigorosamente, stupendosi in prima persona della sicurezza che ha messo in quel gesto e stringe la mano del sei volte campione del mondo di Formula 1.

"Ok, inizio io" Lewis prende il comando del gioco e si schiarisce la voce. "Non sono mai rimasto chiuso in ascensore prima di oggi" ride per qualche secondo e Josefine rimane quasi imbambolata davanti a quell'immagine. Si riprende subito dandosi una scrollata di spalle per fare in modo che lui non se ne sia accorto e scuote la testa. "Io sì, ero piccolina e sono rimasta chiusa per una decina di minuti. È stato terribile" confessa Jo facendo un respiro profondo.

"Ah, ecco perché sei così agitata, ora si spiega tutto" annuisce Lewis con le mani sull'addome e le gambe lunghe accavallate una sull'altra. "Vai, tocca a te. E hai già uno shot da bere" la incita a proseguire.

"Vediamo... non ho mai incontrato una celebrità prima di oggi" Josefine, competitiva di natura, non vuole perdere né questa sfida stupida né tanto meno la possibilità di vedere Lewis Hamilton ubriaco dopo un'infinità di shottini nel bar in cui lavora. "Non vale così" borbotta il ragazzo piegando la testa all'indietro, consapevole dell'enorme vantaggio che la ragazza ha su di lui.

"Hai scelto tu il gioco, non io" lo incalza lei, che si gira nella sua direzione per essere faccia a faccia. "Non ho mai lavorato in un bar" continua Lewis sostenendo lo sguardo della ragazza, ormai deciso a giocare al suo stesso gioco. "Non ho mai guidato una macchina di Formula 1" ribatte prontamente lei senza quasi sbattere le palpebre per non interrompere il contatto visivo.

"Si prospetta una gara avvincente" sussurra Lewis Hamilton con un sorriso furbo stampato sul viso. 

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