Capitolo 3: Daniele

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Quando finalmente uscì dell'edificio in cui ero dovuto rimanere segregato per due ore tirai un sospiro di sollievo sgranchendo la schiena e le braccia.
Quel giorno dovevo tenere il test d'ingresso per entrare nella facoltà di chimica e tecnologie farmaceutiche meglio nota come CTF. Avevo provato anche qualcun altro, tra cui biotecnologie e scienze naturali, ma il mio obbiettivo era entrare in quella.

Era da un po' di tempo che avevo maturato il desiderio di diventare farmacista ma malgrado esistesse anche la facoltà apposta avevo scelto quella che mi era parsa più completa, oltre al fatto che mi dava altri sbocchi lavorativi se nel frattempo avessi cambiato idea.

Il test non era particolarmente difficile, ma a rendere le cose più difficoltose era lo stato in cui lo avevo fatto.

Stupidamente avevo fatto colazione, cosa da non fare se ci si ritrovava in preda a uno stato d'ansia da almeno qualche giorno.

Cosí appena prima di entrare nell'edificio in cui si teneva il test ero stato travolto dalla nausea che tanto mi avrebbe convinto a mollare tutto e andarmene.

Invece avevo stretto i denti e affrontato per quanto potevo a testa alta il tutto. Certo avevo passato i primi cinque minuti della priva a fissare per un attimo il vuoto nel tentativo di calmarmi che avevo recuperato molto presto. Avevo intravisto che qualcuno mi gettava qualche occhiata confusa dal mio comportamento ma feci finta di non notarlo.

E ora fuori all'aria aperta circondato da altri ragazzi potevo finalmente rilassarmi.

«Tu sei quello della prima fila che ha fissato il nulla per un po'»mi apostrofó una voce alle mie spalle.

Mi voltai stupito che qualcuno mi si appellasse. Nessuno di quelli che conoscevo aveva deciso di frequentare quella facoltà e per questo rimasi per un attimo sbalordito che qualcuno mi rivolgesse la parola. All'inizio pensai potesse trattarsi di un mio ex compagno di elementari e medie che si ricordava ancora di me oppure uno che mi aveva intravisto nei corridoi delle superiori. Invece a sorpresa mi accorsi che il mio interlocutore o meglio interlocutrice era una perfetta sconosciuta.

Era più bassa di me di molto, forse di qualche centimetro più di Marghe, dai capelli biondi raccolti in due trecce sbarazzine e vestita con abiti larghi, una maglia extra large e pantaloni a zampa d'elefante che parevano piccole tende, rispetto alla fisionomia che si indovinava comunque al di sotto del tessuto. Masticava rumorosamente una gomma con cui di tanto in tanto faceva una bolla che faceva scoppiare.

«Eh si sono io»mi ritrovai a dire a disagio.

Di fianco a lei intravidi un ragazzo più tranquillizzante di lei, alto come me e i capelli rossi dal taglio a spazzola e vestito interamente di nero, e un altro dalla coda di cavallo nera e gli occhi celati dietro a una montatura da sole nera dalle lenti a specchio.

«Come hai trovato il test? Io ho avuto dei problemi in fisica»si lamentò lei.

Mi trattenni nel replicare che in realtà erano quesiti davvero facilissimi per non rischiare di non innimicarmeli. In fondo se fossero passati sarebbero potuti essere i miei compagni di corso e di certo una compagnia non mi sarebbe dispiaciuta.

«Me la sono cavata»minimizzai cercando di non avere un'aria da secchione.

Mi chiesero anche da che scuola provenissi e scoprì che lei e capelli rossi venivano dallo scientifico mentre l'altro dal tecnico meccanico. Cosa ci fosse venuto a fare lì mi era del tutto ignoto ma tanto ognuno aveva la possibilità di iscriversi alla propria facoltà preferita a prescindere dalle superiori seguite.

Poi alla loro proposta di andare a bere qualcosa insieme andai nel panico. Li avevo appena conosciuti, e ancora non me la sentivo di entrare così tanto in familiarità con loro.

Lontano da te [#2 Saga Half-Blood]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora