Capitolo 10: Margherita

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Ci sedemmo su una panchina poco distante. La ragazza insistette fino allo sfinimento per convincermi a seguire il suo consiglio, affermando che mi avrebbe fatto bene tranquillizzarmi seduta da qualche parte, ed ora eccomi in mezzo ai due Mezzi Demone. Entrambi avevano una temperatura ben più alta di noi esseri umani e il calore che trasmettevano era davvero piacevole. Tra le mani tremanti stringevo una bottiglietta d'acqua che la ragazza, sempre senza voler sentire ragioni, mi aveva preso a un distributore automatico poco distante. Avevo già bevuto qualche sorso per alleviare la sete e subito mi ero resa conto che in effetti la ragazza aveva ragione. Pian piano la paura e l'ansia mi stava passando così come gli ultimi residui della sostanza che senza dubbio Lavinia mi aveva messo nella mia bibita. Con la mente annebbiata non avevo capito ma ora con calma avevo riconosciuto quei sintomi per l'assunzione di marijuana, descritti molto bene in una di quelle lezioni che si facevano nelle scuole per prevenire l'uso di quelle sostanze stupefacenti. Come se la fosse procurata sarebbe rimasto senza dubbio un mistero, ma di certo non capivo il motivo del gesto da parte di Lavinia. Era un colpo basso, che mi aveva lacerato il cuore. Se c'era anche solo una remota possibilità che tornassimo amiche come un tempo ora era tutto sfumato. Non l'avrei mai perdonata per quello che mi aveva fatto. Strinsi in poco la presa sulla bottiglia facendo scricchiolare la plastica e questo catturò l'attenzione dei due Mezzi Demone facendomi ricordare che mi trovavo ancora tra loro.

Accantonai il problema Lavinia e cercai di concentrarmi sui due.

Non sembravano avere cattive intenzioni ma non si poteva mai sapere.

Eppure sapevano di me e Seth. Era una cosa positiva, no?

«Scusaci se ti abbiamo spaventata» esordì la ragazza voltando il capo verso di me, sorridendomi con sincerità.

Annuì e mi strinsi in poco nel chiodo, che a prima vista non avevo notato ma che aveva portato legato in vita fino a quando non se l'era slacciato per porgermelo.

«Voi chi siete?»domandai incuriosita. Forse erano fratelli di Seth e magari sapevano qualcosa di quello che gli era successo. Lo speravo con tutta me stessa, così forse mi sarei riuscita a mettere il cuore in pace.

«Ma certo. Dove ho lasciato la buona educazione? Mi chiamo Cassandra mentre lui è Hector. Siamo della Landa della Disperazione e, prima che tu me lo chieda, amici di lunga data di Seth».

Landa della Disperazione. Ero in po' triste nel sapere che non erano suoi parenti ma almeno sapevo che tenevano in qualche modo a Seth.

«Permettimi la domanda Margherita...»

«Come sai il mio nome?» la interruppi un po' a disagio e timorosa.

«Tesoro, tutti all'Inferno conoscono l'umana che ha rubato il cuore a un Principe Ereditario. Anche se noi due sapevano della tua esistenza da un po' prima, dato che Seth ci aveva già parlato di te».

Annuì lentamente rilassandomi un poco.

«Quello che volevo chiederti era per quale motivo eri chiusa lì dentro a quella cabina» continuò lei accavallando le gambe e mettendosi comoda. Sembrava una modella da quanto era bella e aggraziata.

«Una mia ex migliore amica mi ha fatto assumere qualcosa per tramortirmi e infine mi ha chiuso in quella cabina senza venirmi a liberare» raccontai brevemente senza soffermarmi suo dettagli, i ricordi confusi e frammentati che andavano pian piano al loro posto nella loro confusione. Lavinia doveva essersi proprio dimenticata di me da lasciarmi lì da sola, o forse non gliene aveva importato nulla.

Cassandra fece schioccare la lingua con evidente disapprovazione. «Odio con tutto il cuore questo tipo di persone. Pensa che una volta lo hanno fatto con Hector, chiuderlo in una stanza a chiave intendo, perchè hanno scoperto che gli piace curare bonsai. Che stronzate. Nessuno deve essere trattato in quel modo solo perché con gusti e aspirazioni diverse».

Lontano da te [#2 Saga Half-Blood]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora