Stava sul bordo del precipizio, Dazai, un piede nel vuoto e l'altro saldo sulla terraferma, una mano ammanettata ad una parete e l'altra libera di spingere giù chiunque passasse al suo fianco.
Metaforicamente parlando, Dazai stava sul bordo del precipizio.
Non metaforicamente parlando, la sua posizione preferita era comunque stare seduto in bilico sulla sottile ringhiera che divideva il piccolo terrazzino al di fuori della sua camera da letto dal vuoto di quattro piani di edificio. Quando tornava la sera, e se tornava, passava ore seduto con la schiena appoggiata su quella ringhiera mezza arrugginita ed altrettante ci si sedeva direttamente sopra, le gambe a penzoloni e la testa rivolta verso il cielo nero come la pece.
Una, due, tre, quattro, cinque, sei sigarette ma anche di più si consumavano in quel tempo che, per il ragazzo, sembrava non passare mai.«Forse dovresti smettere di fumare»
La voce di Chuuya era lieve, quasi un sibilo.
Dazai si voltò e vide il ragazzo appoggiato alla porta che dava sull'esterno, gli occhi freddi legati ai suoi, le braccia conserte ed una sigaretta tra le labbra.«Forse dovresti smettere di infastidirmi - lo schernì il castano, voltandosi completamente per guardare meglio l'altro e appoggiarsi con gli avambracci alla ringhiera - dato che questo è un nuovo metodo di suicidio che sto personalmente testando. Potrei sparire per sempre dalla tua vista, credo ti renderebbe felice» concluse alzando teatralmente le spalle.
Chuuya rimase zitto per qualche secondo, il fumo usciva lentamente dalle sue labbra dalle quasi si intravedevano a malapena i denti candidi. Stava fermo, lo sguardo ancora fisso negli occhi di Dazai forse per pensare ad un modo per lanciarlo di sotto e quest ultimo con un sorriso idiota stampato in volto, un sorriso creato appositamente per dare fastidio all'altro, lo guardava di rimando.
E ci stava riuscendo, come al solito.«Io invece credo tu sia dannatamente irritante e forse dovresti proprio lanciarti da questo terrazzo»
«Grazie per la meravigliosa idea, ma che ne diresti di un doppio suicidio? Non sei una donna bellissima, ma credo potresti andare bene ugualmente, caro Chuuya»
Non fece in tempo a finire la frase che con un salto poggiò un piede sulla ringhiera e, facendo leva, si alzò in piedi su di essa, rimanendo in equilibrio precario.
Con un sorriso lieve, una mano lungo il fianco e l'altra rivolta all'altro, chiese: «Vieni?»Chuuya ci mise ben poco a comprendere quella singola parola e reagì immediatamente.
Fece un passo verso l'altro e allungò istintivamente le mani verso le sue gambe, che nel giro di qualche millesimo di secondo si erano inclinate di quel poco da lasciare il rosso con il fiato mozzato in gola: Dazai stava cadendo.
Si lanciò letteralmente addosso alla ringhiera e afferrò una gamba, mentre con l'altro braccio riuscì ad arrivare ad uno dei polsi dell'altro, ma Dazai era troppo pesante. Gli scivolò dalla presa e, in un battito di ciglia, il suo corpo era completamente in balia del vuoto, tenuto saldo solo per i polsi.«Dazai! - gridò il rosso, sporgendosi il più possibile per tentare di afferrare meglio il compagno e sfruttare la sua abilità - cazzo Dazai!»
Dazai vedeva Chuuya da un'angolazione strana.
I suoi occhi erano spalancati, di un blu così profondo ed un'espressione così sorpresa da essere ipnotici, le labbra tese, la voce rotta, i capelli rossi coprivano il volto minuto mossi da una leggera brezza.
Chuuya era davvero bello visto da quell'angolazione e Dazai sorrise prima di afferrare la mano dell'altro e farsi strada, quasi fluttuando, sul suo stesso terrazzino.«Potevi venire con me, ti saresti risparmiato tutta questa fatica inutile»
Un pugno. Gli arrivò un pugno talmente forte allo stomaco che per qualche momento il respiro si bloccò e dovette boccheggiare sonoramente alla ricerca d'aria, mentre piano indietreggiava tenendosi il ventre con le braccia.
«Sai cosa è inutile? Questo Dazai, questo è inutile - sbraitò Chuuya gesticolando animatamente - tu e la tua stupida mania per il suicidio»
La voce rotta ed acuta del rosso penetrarono come una scheggia di vetro nelle orecchie del più alto, facendolo sussultare lievemente.
Non andava bene. La sua reazione non andava bene.
Dazai alzò la testa di quel che gli bastava per guardare l'altro: ancora paonazzo, lo shock ancora sul suo viso misto a rabbia, frustrazione e... paura? Si era davvero spaventato così tanto?Fece un passo, allungando il viso verso quello dell'altro ed arrivando ad essere talmente vicino da poter quasi contare le sue ciglia.
Quel movimento sembrò durare ore, addirittura secoli per Chuuya, che senza rendersene conto era arrossito ancora di più pronto a neanche lui sapeva cosa.
Ma Dazai all'ultimo corresse di poco quel suo movimento, puntando all'orecchio del compagno mentre con la mano ne raggiungeva il collo, solleticandolo appena con la punta delle dita.«Prima o poi dovrai lasciarmi andare, Chuuya»
Dazai lo sorpassò ed entrò in casa, lo sguardo basso e la mano che lentamente scivolava dal corpo dell'altro creando una scia di brividi al suo passaggio.
Il rosso rimase immobile, lo sguardo languido puntato sulla sagoma scura del porto ed una sensazione soffocante crescente nel petto.
Il suo respiro era mozzato.«Già - sibilò più a se stesso che in risposta all'altro, ormai troppo lontano per percepire le sue parole - dovrò lasciarti andare»
a/n
1:34 del 27 febbraio 2022, sto pubblicando questo capitolo (quasi) esattamente un anno dopo il precedente. perchè?
ho riletto la storia pubblicata, ho riletto le bozze, ho riletto gli appunti. 'blue moon' non è stata costruita bene, ma è nata dalla voglia di esprimere la mia visione sulla soukoku e quindi fanculo, a costo di scriverla per me stessa e basta la continuerò. con calma, passeranno mesi o addirittura anni prima di altri capitoli, non lo so, ma ce la farò.
se stai leggendo questo commento no, non sono ubriaca, sono solo nostalgica
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blue moon
Fiksi Penggemar#soukoku La morte comporta la perdita di tutto, è incredibilmente terrificante. Ti lasci alle spalle le prospettive future, i ricordi passati, ti mozza il fiato nel presente e resetta il cervello in un battito di ciglia. Ma la morte è anche dannata...