«Harry, stai ascoltando?»
«Cosa?»
Harry si guardò intorno e vide che Hermione, Ron e Ginny lo stavano fissando. Erano tutti insieme nella stanza dell’arazzo dei Black e stavano chiacchierando del più e del meno. Ron ed Hermione dovevano aver iniziato una partita a scacchi, ma quest’ultima ne doveva aver perso interesse, siccome lo stava guardando, ancora con la Regina stretta in mano, che si agitava per liberarsi.
«Scusate, stavo pensando ad altro.»
«Ce n’eravamo accorti» disse Ginny in maniera sbrigativa. «Stavamo parlando dell’ES.»
«…pensando a una fan dei Tornados, per caso?» chiese Ron, mostrando un po’ di disgusto diretto alla squadra di Quidditch nominata. Intanto, sentendo la sua voce, i pezzi fermi sulla scacchiera lo veneravano.
«Ronald, Harry mi sembrava perso in ben altri pensieri.» Hermione si voltò del tutto verso Harry, che era seduto per terra e teneva davanti a sé uno dei libri che gli avevano regalato Lupin e Sirius per Natale.
«Adesso riesci anche a leggere i nostri pensieri?»
«Ronald,» Hermione lo rimproverò «non devo infilarmi nella testa della gente per saperlo, ci vuole solo un po’ di spirito d’osservazione.»
«Sarà così.»
Hermione si voltò per ribattere, ma Ginny esasperata mormorò: «Basta, è già la quarta volta che battibeccate. Ora capisco perché Harry si è perso in altro, è impossibile…»
«No, scusate tanto. Stavo pensando ai miei genitori…»
«Oh, Harry…» Hermione spostò la sedia con leggerezza e si alzò, diretta verso di lui.
Prima che si sedesse per terra, qualcuno bussò alla porta.
«Ehy, ragazzi, scusate l’intromissione.» Sirius aveva aperto la porta ed era entrato. Forse si era ricordato di essere a casa sua, per quanto la odiasse e che erano loro ad essere ospiti.
«Harry, stasera Rem arriva verso le nove. Ci troviamo nel soggiorno.»
Salutò tutti con un enorme sorriso, piuttosto affascinante, e se ne andò. Lo sentirono cantare per le scale e Ginny disse: «Deve essere ancora Celestina Non-mi-ricordo-chi… Forse la canzone è “La tua bellezza mi ha schiantato il cuor”.»
«E tu come fai a saperlo?» Ron la guardò in modo strano.
«Mi sono imbattuta in una scena piuttosto inquietante. La mamma e Sirius la cantavano una mattina, mentre lavavano i piatti.» Ginny lo disse con semplicità e poi si alzò dal divano. «Ora vado che ho una lettera da scrivere.»
Quando fu uscita, Ron sbuffò. «Sarà per quell’idiota di Corner.»
«Maledetta me quando te l’ho detto.» Hermione incrociò le mani contro il petto e sospirò. «Ronald, non puoi lasciare stare?»
«È mia sorella…»
«Ginny ha proprio ragione, ora basta.» Harry si alzò e quasi scappò dalla stanza, lasciando i suoi amici all’inizio di un nuovo battibecco.
Quando si trovò nel corridoio, pensò che avrebbe raggiunto Sirius per saperne di più. Non riusciva proprio ad aspettare quella sera.
Iniziò a salire le scale diretto alla stanza di Fierobecco e sperò di aver avuto una giusta intuizione.
Saltava sempre un gradino per fare prima, quando sentì ad un tratto una specie di esplosione provenire dal piano di sotto e si affacciò per vedere che era successo.