Salvataggio

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Pov's Severus
<Finito!> esclamo vittorioso, uscendo dal mio laboratorio.
Trovo Potter addormentato sul divano, che, con una mano, stringe dolorosamente il cuscino.
Mi avvicino, emozionato per aver finalmente creato la pozione in grado di salvare la Granger, e lo scuoto, risvegliandolo dai suoi sogni.
<Professore!> grida spaventato il moro, facendomi ghignare.
<Potter, alzati! Ho trovato la soluzione!> dico felice, mentre gli porgo attentamente la piccola fiala, stretta possessivamente tra le mie mani.
Il contenuto non sembra buono e il suo colore passa da un viola chiaro al rosa.
Basta che funzioni, penso, mentre osservo lo sguardo confuso, ma felice, del ragazzo davanti a me.
<Che cosa è?> chiede quest'ultimo, mentre scuote la boccetta.
<Fai attenzione! Comunque, non ho ancora idea di come si chiami. Il mio passato di pozionista mi ha aiutato nella creazione di questa fiala, permettendomi di poter aiutare la Granger. Agisce come una Trasfigurazione, solo che, necessitando di una parte dell'oggetto, persona o animale che si vuol diventare, non serve un incantesimo per trasformarsi, ma bensì solo un liquido. Hermione dovrebbe trovare il modo di prendere, non so, un pelo di topo, in modo tale da potersi trasformare> concludo orgoglioso, mentre sul volto di Potter passano una serie di emozioni: tra cui la confusione.
<Non mi aspetto che una testa di legno come te capisca, spero solo che funzioni> ghigno, mentre alzo gli occhi al cielo e penso che, se in quel momento ci fosse stata la Granger, avrebbe capito immediatamente.

Pov's Hermione
Mi trovo sdraiata nella stanza di Bellatrix, mentre, copiose e calde, scendono le lacrime sulle mie guance. I miei occhi, stanchi e distrutti, si chiudono, cercando conforto altrove. Il male fisico che mi stanno infliggendo è alto, ma mai quanto quello che provo emotivo.
Sento dei passi risuonare per la stanza ed una donna, ormai familiare, che accompagna i miei incubi, avvicinarsi a me. I suoi capelli, ricci e scuri, mi cadono sul viso, mentre si abbassa alla mia altezza. Il suo odore acre, di sporco e marcio, mi invade le narici, facendomi storcere il naso, con quelle poche forze rimaste.
Sento che mi afferra i capelli arruffati e pieni di nodi, e altre lacrime scendono sulle mie, ormai bagnate, guance.
<Ancora non ti basta? Davvero, dopo tutte queste torture, non vuoi ancora parlarmi di Potter? Dopo tutto questo tempo, ti rifiuti di parlare?> chiede stupita lei, mentre arriccia il naso con aria disgustata.
<Sempre> sussurro sfinita, ricevendo uno sguardo carico di odio.
Vedo, con la vista offuscata, che prende da un piccolo marsupio un coltello e avvicinarsi nuovamente a me. Sento il mio corpo tremare, ma mai, mai e poi mai, tradirò il mio migliore amico, Harry.
Sento il mio braccio bruciare, facendomi sollevare la testa e accorgermi che la pazza sta disegnando sul mio avambraccio sinistro.
La tortura finisce, senza però che il dolore mi abbandoni.
Non so che ore siano, che giorno sia o come sia il tempo fuori, in quel momento, distesa sul lurido pavimento, so del dolore che si può provare.
Con aria soddisfatta, guarda il suo capolavoro, per poi chiedere ad un Mangiamorte di alzarmi e scortarmi nella mia lurida cella.
Faccio fatica a stare in piedi, ma, con coraggio e fierezza, alzo la testa e muovo faticosamente i piedi.
Mi getto distrutta sul mio giaciglio, prima di osservare il mio povero braccio ferito.
Sanguesporco.
Quella parola, incisa con poca precisione sul mio braccio, spicca rossa sulla mia bianca pelle.
Sarà per sempre lì, disegnata sul mio braccio, a ricordarmi della mia inferiorità, penso con una smorfia, prima di cadere in un sonno profondo, senza incubi.

Pov's Severus
È il momento, penso con un tremito, mentre mi dirigo verso la porta di casa.
<Potter, vado> dico con aria distaccata, indossando la mia miglior maschera di indifferenza. 
Annuisce con un piccolo cenno del capo, prima di dedicarmi un piccolo sorriso.
Per un momento, mi sento fiero di quello per sto per fare, prima di ricordarmi che tutto quello che sta accadendo ad Hermione è solo colpa mia.
Con un movimento fulmineo, esco di lì, prima di ritrovarmi sull'uscio di casa.
Con una mano, mi schermo il Sole, alto e luminoso, prima di incamminarmi verso un angolo buio e potermi smateriallizare.
Il familiare strappo all'ombelico, mi fa capire di essere arrivato davanti ai cancelli di Hogwarts.
Le nuvole incombono sopra la scuola, rendendo tetra e sinistra la facciata.
Il cortile ed i corridoi sono pieni di Mangiamorte, chi con, chi senza maschera.
Più mi avvicino ai sotterranei, più sento grida di studenti, grandi o piccoli, torturati notte e giorno da i miei... compagni.
Mi vengono i brividi al pensiero, ma, senza lasciarmi andare allo sconforto, mi incammino verso le celle.
<Buongiorno, Severus> saluto un Mangiamorte, incaricato di fare da guardia.
<Mm, non è che potresti cambiarmi il turno, solo per una quindicina di minuti?> chiede con sguardo viscido, mentre annuisco impercettibilmente.
È perfetto!
Quindici minuti.
Ho solo quindici minuti per vedere la Granger, provare a parlarle, darle la fialetta e spiegarle come usarla.
Impossibile!
Ma devo farcela.
Mi avvicino alla sua cella, che odora di sangue e morte.
Con un tuffo al cuore, la vedo lì, sdraiata in un mucchio di cenci.
Dorme.
<Hermione, svegliati. Hermione!> sussurro, ma abbastanza forte da svegliarla e farla sussultare.
Leggo nei suoi occhi, ancora assonnati, tristezza e... odio.
Percepisco un forte odio prevenire dalla sua esile figura, mentre alza il mento con aria fiera, facendomi sorridere.
<Cosa ci fa lei qui? Ah, giusto. È uno di loro!> mi sputa con ribrezzo, prima di coricarsi nuovamente.
<Senti Hermione, non ho tempo da perdere; ho solo una decina di minuti, ma ascoltami. Ti spiegherà tutto Potter, ma prima devo farti uscire da qui> comincio, per poi fermarmi al rumore di passi, in lontananza.
Tentenno un secondo, per poi riprendere.
<Non devi far altro che bere questa pozione. Devi prima aggiungere un pelo di...topo! Ci sono i topi qui, no? Fai come ti ho detto e uscirai di qui, velocemente> termino, prima di appoggiarle la fialetta sul "letto", passando la mia mano tra le sbarre e dileguandomi lungo i corridoi.
Spero solo di aver fatto la cosa giusta. Stai attenta, Hermione.

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