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Zero e Layla

"No, no, NO! Non è possibile!" Le mani affondavano sempre più nei capelli scuri, fino a sfiorare la cute.
"Non può essere vero..." Gli occhi azzurri pizzicavano come braci ardenti mentre cercava di scacciare dalla mente l'idea che Layla non fosse sua sorella.

«Questa notizia ti ha turbato a tal punto?» La voce greve dell'altro Zero si fece strada nella sua testa, greve e triste come al solito.

Il ragazzo si piegò ancora più in avanti. Non aveva bisogno di sentire altre parole, ne aveva già la nausea dopo ciò che aveva raccontato Zic.

«Lei non è... Mia sorella... È stata tutta una enorme menzogna!» Mormorò adirato, più per il fatto che i suoi genitori glielo avessero taciuto che per altro. E poi cosa voleva dire quella situazione? Layla era la figlia di Ezk? Sua madre, Anna... Le piume sul pavimento indicavano che fosse un angelo... Ma cosa c'entrava con la profezia? Troppe domande. Troppi buchi vuoti e poche risposte chiare. La sua testa non ne poteva più, ma lo Zero dell'altra dimensione tornò in suo soccorso ridonandogli una parvenza di lucidità.

«Hai sentito il corvo, no? Non importa se siete figli di persone diverse. Siete cresciuti insieme come fratello e sorella, questo non puoi cambiarlo, così come i ricordi che hai con lei e il bene reciproco che provate l'uno verso l'altra. Perciò ora vai e comportati da uomo.»

Zero prese un profondo respiro: il suo alter ego aveva ragione, non doveva farsi sopraffare da una notizia simile. Era forte abbastanza da affrontarla a testa alta, lo doveva fare per Layla che si era vista catapultare addosso un peso enorme e un Destino infido.

Si alzò e senza indugiare oltre rientrò nella baita dove ella era venuta al mondo. C'era un silenzio strano tra i presenti, tutti stretti attorno a sua sorella che pian piano si era ripresa. Tra di loro ci fu un intenso scambio di sguardi, senza che nessuno dei due parlasse, fino a quando Zero non le si inginocchiò davanti prendendole le mani con una delicatezza estrema.

«Layla, non ho bene idea di cosa voglia dire tutto questo, ma se sei qui significa che hai un Destino da compiere. Se sei qui è perché il Destino stesso ha deciso che io dovevo salvarti quel giorno nel bosco, e non importa se non abbiamo lo stesso sangue che scorre nelle vene. Tu sarai sempre mia sorella e, se sarà necessario, non esiterò a morire e a sacrificarmi per te quando verrà il momento.» Strinse più forte le mani della sorella, guardandola dritta negli occhi. «Ti proteggerò anche a costo della mia stessa vita.»

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