IV

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Louis è uscito di casa per andare in ospedale giusto per dare al riccio i suoi spazi e non essere troppo invadente mentre stava pranzando con l'irlandese, non che Louis fosse effettivamente contento di lasciare Harry ma non voleva risultare appiccicoso o inopportuno così, nonostante il riccio avesse ribadito che gli faceva piacere averlo in giro anche quando stava con Niall, Louis aveva deciso di passare in ospedale nella speranza di poter vedere le sue sorelle

Come previsto trova le gemelle sedute accanto al suo letto a snocciolare informazioni sulla scuola, le loro compagne di classe e qualche ragazzo sospetto che Louis si assicurerà di tenere d'occhio nel suo tempo libero, non che avesse impegni importantissimi, comunque, oltre a stare con Harry che per lui era già un impegno di fondamentale importanza.

Per il resto tutto sembra andare per il verso giusto perchè la sua famiglia sembra totalmente convinta che possa svegliarsi da un momento all'altro. A quanto pare, per motivi a Louis sconosciuti, nell'ultimo periodo hanno cominciato a crederci molto più intensamente -grazie ragazzi, sono lusingato dalla vostra tifoseria- aveva detto Louis a tutta la sua famiglia e a Liam senza ovviamente ricevere nessuna risposta.

Comincia a detestare maggiormente l'essere ignorato da quando ha preso l'abitudine di essere di nuovo considerato da Harry, e a proposito del riccio, Louis in quelle poche ore aveva guardato quasi compulsivamente ogni dieci minuti l'orologio appeso alla parete della sua triste stanza bianca chiedendosi mentalmente se Niall fosse già andato via perché, si insomma, non che gli mancasse Harry, ma voleva tornare a casa per assicurarsi che fosse tutto apposto e, si, gli mancava Harry nonostante cercasse in tutti i modi di convincersi del contrario perché, diciamocelo, l'eventualità di poter morire da un momento all'altro forse non era del tutto svanita dalla sua mente, forse si annidava ancora in un angolino del suo cervello spingendolo a fare pensieri che comprendevano la necessità di non creare un rapporto morboso con il riccio per non farlo soffrire nell'eventualità in cui dovesse abbandonarlo ma allo stesso tempo lo spingevano a non sprecare nemmeno un solo attimo con lui.

Era convinto che non sarebbe mai stato un tipo troppo coinvolto nelle relazioni ma mentiva semplicemente a se stesso Louis, perché chi vuole prendere in giro quando passa le sue giornate a seguire Harry ovunque cercando di farlo sorridere, assicurandosi che mangi abbastanza e che nessuno lo importuni? Cosa vuole far credere a se stesso quando trovando tutte le scuse plausibili non smette di sfiorare il riccio, abbracciarlo e in qualche occasione baciarlo anche?

Evidentemente neanche lui crede alle menzogne che si raccontava tempo fa perché mentre saluta tutti i presenti nella sua stanza non aspetta una risposta che sa per certo non arriverà e si precipita fuori dall'ospedale quasi come se fosse in ritardo per prendere il treno, cammina a passo piuttosto spedito per il solito tragitto con la mente piena di occhi verdi e fossette sulle guance.

Poi degli strani suoni provenienti da una scatola lasciata all'angolo di una strada lo riscuotono -ma che diamine?- si guarda un attimo attorno osservando la gente passargli accanto, o attraverso, che distratta o sempre di fretta, sembra non rendersi conto di nulla e poi si avvicina alla scatola titubante, sa perfettamente che gli animali riescono a vederlo e l'idea di ritrovarsi davanti ad un topo lo mette parecchio a disagio, non gli piacciono i topi

-okay Louis pensa razionalmente, chi diavolo mette un topo in una scatola di cartone?- così si abbassa sulle ginocchia e sollevando il coperchio della scatola, tempestato di piccoli buchi, a Louis viene da sorridere -guarda chi c'è qui- il minuscolo gattino nero che potrebbe tranquillamente entrare in una mano lo osserva spaventato soffiando piano -hei spelacchiato datti una calmata- Louis ride quando il gattino, cercando di sollevare una zampetta, ruzzola in avanti impigliandosi nello straccio logoro abbandonato dentro alla scatola

Two Ghosts | Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora