VII

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Dopo un paio di giorni Harry è ancora convinto di non poter mantenere tutte le promesse fatte a Louis perché dalla mattina in cui si è risvegliato da solo con la consapevolezza di averlo perso per sempre non è riuscito a fare altro se non piangere, urlare e distruggere, preso dalla rabbia, qualsiasi cosa all'interno della sua stanza e poi ha pianto ancora di più ripensando a come aveva avuto la stessa reazione il giorno in cui Louis gli aveva detto che gli avrebbero staccato la spina. Era sconvolgente come questa volta il suo dolore sembrasse cento volte più amplificato

Quando alla rabbia si è unita anche la consapevolezza di non avere nulla da poter stringere tra le mani per ricordarsi di Louis si sente quasi sprofondare. Non gli rimane nulla di materiale, non un oggetto, non una foto, non una maglietta, nulla, è come se non fosse mai esistito e questo pensiero lo fa rabbrividire.

Poi vagando per casa, come se lui stesso fosse un fantasma, con Oscar a seguito che sembra riflettere il suo stato d'animo triste, ormai convinto di non avere più lacrime da versare, si rende invece conto di poter vedere Louis in ogni angolo di ogni stanza e questo di certo rende un po' più buia la voragine che sta divorando il suo povero cuore.

Louis é nella sedia che era solito occupare mentre Harry consumava i suoi pasti, nel divano su cui si stravaccava costringendo il riccio a guardare noiose partite di calcio poi poteva quasi sentire la voce di Louis lamentarsi per l'avocado nel frigo e poteva quasi vederlo mentre riempiva la ciotola di Oscar ogni ora perché "è come i neonati, deve mangiare spesso"

Senza nemmeno rendersene conto Harry sta piangendo di nuovo, seduto sul divano con lo stomaco che brontola e nessuna voglia di alzarsi per preparare qualcosa da mangiare

Eppure il solo pensiero di Louis imbronciato che comincia una filippica sull'importanza di non trascurare la sua alimentazione basta ad Harry per dirigersi lentamente in cucina e farsi un panino.

Oscar zampetta verso di lui strofinandosi sulle sue caviglie prima di saltare sulla sedia vuota di Louis e acciambellarsi lì -manca già anche a te eh- mormora mettendo in fila qualche parola per la prima volta in due giorni.

Non che non abbia avuto occasione di parlare viste le insistenti chiamate di Niall che si è subito preoccupato dopo la mancata risposta ai suoi messaggi e la mancanza in libreria ma soprattutto alle sue sedute di terapia. Ella ha subito allertato l'irlandese perché Harry non era di certo solito saltare le sue sedute senza avvisarla.

Così il riccio rifiuta l'ennesima chiamata di Niall trascinandosi di nuovo su per le scale e poi in bagno costringendosi a fare una doccia sospirando rassegnato dal fatto che anche il suo stupido bagno gli porti alla mente ricordi di cui l'unico protagonista è ovviamente Louis

Louis si stava decisamente annoiando quando quel giorno decise di piombare in bagno senza pensare di dover chiedere il permesso prima di entrare -vuoi sprecare tutta l'acqua del pianeta Harold?- chiese oltrepassando la porta mentre Harry strillava un -Louis!- con il cuore in gola per lo spavento.

L'imbarazzo sopraggiunse solo in un secondo momento rendendosi conto di essere nudo con Louis a qualche metro da lui -che diavolo ci fai qui?- si affacciò di poco con la testa dal box doccia incurante dei capelli che gocciolavano sul pavimento -mi annoiavo- fece spallucce Louis beandosi, soddisfatto, dell'evidente imbarazzo di Harry

-sta tranquillo non vedo nulla- affermò sorridendo furbo -continua pure a fare le tue cose come se non fossi qui- Harry lo seguì con lo sguardo mentre si sedeva a gambe incrociate sulla tavoletta chiusa del water, dando anche le spalle al box doccia per rassicurarlo, per tornare poi sotto il getto d'acqua alzando gli occhi al cielo. Sapeva perfettamente che non lo avrebbe comunque convinto ad uscire.

Two Ghosts | Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora