VI

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Si era addormentato all'improvviso Louis, così velocemente da non avere il tempo di chiedersi "mi risveglierò o è questo che si prova a morire?"

Perché Louis non aveva mai pensato a cosa si provasse mentre si moriva ma si ritrova a pensare che alla fine deve essere davvero come addormentarsi perché ancora circondato dal buio riesce a pensare che probabilmente deve essere morto e deve trovarsi in paradiso perché nonostante non veda assolutamente nulla attorno a lui e non riesca ancora a smuovere nemmeno un muscolo sente una voce che riconoscerebbe tra mille canticchiare una melodia che non conosce ma gli piace da morire, mentre percepisce un profumo di vaniglia mischiato a qualcos'altro che non riesce a cogliere e che sicuramente non ha mai sentito prima, in effetti erano anni che non percepiva nessun tipo di profumo e questo gli fa pensare ancora che deve essere morto davvero

L'unica cosa che lo fa ancora dubitare è il tocco pacato e dannatamente dolce che gli sfiora la guancia poi la fronte fino ad addentrarsi tra i suoi capelli. Quello sembra così reale e familiare che alla fine gli fa comprendere di non essere morto perché sforzandosi con tutto se stesso di aprire gli occhi e far muovere il suo corpo riesce a mettere a fuoco due occhi verdissimi, ancora lucidi, e un sorriso piccolo, sincero ma senza fossette

Louis non ha la forza di dire nulla, chiude di nuovo gli occhi per qualche secondo mentre Harry continua ad accarezzarlo indisturbato. Si sistema meglio su un fianco rendendosi conto solo in un secondo momento della coperta che il riccio deve aver adagiato sul suo corpo nonostante sappia che non può percepire nessun tipo di temperatura.

Gli viene quasi da piangere investito ancora una volta dalla consapevolezza che Harry sia la persona più buona di questo mondo -mi dispiace- sussurra quasi spaventato di rompere il precario equilibrio che sembra esserci tra di loro in questo momento.

Per Louis è strano notare come nonostante queste scuse sembrano essere diventate il suo motto non riescano ad essere meno tristi e strazianti ogni volta che le pronuncia -No piccolo, dispiace a me- protesta Harry guardando per qualche secondo il soffitto cercando di non scoppiare di nuovo a piangere

-non pensavo quello che ho detto e non- respira profondamente mentre Louis è veloce ad afferrare la sua mano stringendola -non volevo farti soffrire più di quanto tu non stia già soffrendo ma sono un disastro e combino solo guai e...- ci vuole un attimo per fermare lo sproloquio nervoso del riccio quando Louis si mette velocemente seduto per sbilanciarsi poi verso Harry e abbracciarlo stringendolo forte perché, si, stavolta il rischio di sparire non è solo metaforico ma davvero molto reale e non ha intenzione di sprecare il suo tempo così

-non sei un disastro e voglio che tu lo tenga bene a mente anche quando...- si blocca un attimo respirando a fondo e portando le mani sulle guance del riccio per guardarlo negli occhi -anche quando non sarò più qui per ricordartelo- Harry si irrigidisce e trattiene il respiro mentre scuote la testa più volte in segno di negazione -non farmi quel discorso Louis, ti prego- nonostante continui a mordersi il labbro inferiore per non piangere alcune lacrime lo tradiscono comunque

-Haz io starò bene, non piangere ti prego- Louis cerca di sorridere ma Harry nota quanto si stia sforzando e non riesce a guardarlo mentre ancora una volta cerca di essere forte per entrambi così le sue braccia passano velocemente sotto quelle di Louis, che ancora gli tocca le guance, tirandoselo più vicino fino a nascondersi nell'incavo del suo collo

-Hei sta tranquillo finirò di certo in paradiso perché sono fantastico, lo sai- Louis sa che sta parlando un po' come si parlerebbe ad un bambino ma Harry è spaventato e ha intenzione di provarle tutte -e, si, porterò i tuoi saluti a Freddie Mercury e Michael Jackson- una piccola minuscola risatina scuote il riccio che si allontana quel poco che basta per guardare di nuovo il volto di Louis

Two Ghosts | Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora