«Giorgia.» urlai con tutta la voce possibile. «Sbrigati, perdiamo il treno.» continuai esortando la mia amica a raggiungermi.
«Eccomi, eccomi.» disse lei frugando nella borsa che aveva appoggiata sulla spalla. «Ho paura di aver dimenticato qualcosa!» continuò poi lei.
La spinsi verso la porta cercando di raggiungere il più in fretta possibile il piano terra, nonostante le valige e le varie borse che ci trascinavamo dietro con grande sforzo. Raggiungemmo la stazione in circa un quarto d'ora, ma una volta lì perdemmo tempo nel trovare il binario giusto per Milano. Roma Termini di prima mattina era sempre molto affollata e lo stesso il treno che doveva portarci un passo più vicino dal nostro sogno più grande. Trovammo i nostri posti ma ci accorgemmo che erano occupati da due ragazzi dal volto molto sfacciato.
«Scusate.» mi schiarii la voce per poi continuare. «Questi sono i nostri posti.» dissi cercando di usare un tono non troppo scortese.
I due ragazzi si guardarono e dopo pochi secondi, quello seduto vicino al finestrino, disse: «Non mi sembra che ci sia scritto il tuo nome.»
L'altro ragazzo rise e gli porse la mano affinché potesse battergli il cinque. Dopo una sola risposta, ero già fuori di me. Afferrai il polso del ragazzo che mi aveva risposto in quel modo e quella volta non cercai di trattenere il mio tono di voce.
«No. Non c'è scritto. Ma se non vi alzate immediatamente, lo scriverò con il vostro sangue. A voi la scelta.» conclusi lasciando la mia forte presa.
I due ragazzi mi guardarono impauriti. Giorgia, invece, aveva uno sguardo di piena approvazione, che si accentuò quando i due imbecilli davanti ai nostri occhi si alzarono per lasciarci sedere.
«Gentilissimi.» sorrisi io maliziosamente.
Si dileguarono velocemente prima che Giorgia cominciasse a parlare.
«E se non troviamo i biglietti?» mi chiese lei girandosi di scatto verso di me.
«Li troveremo. Te l'ho promesso.» dissi con un sorriso confortevole stringendo la sua mano di fronte a me.
Il treno sfrecciava sui binari e a noi era permesso ammirare il bellissimo paesaggio verde che ci circondava. Avevo le cuffiette nel orecchie a tutto volume. Non avrei mai voluto deludere la mia migliore amica. Ci eravamo ripromesse di andare insieme al concerto, anche non avendo trovato i biglietti, e avrei fatto di tutto per non infrangere la mia promessa.Flashback.
«Ma come sono finiti? Ti prego dimmi che non è vero!» disse la voce strozzata dal pianto di Giorgia.
«Mi dispiace, non mi sono svegliata in tempo, non so perché. Troveremo un modo per andare. Te lo prometto.» le dissi io cercando di rassicurarla.
Parlavamo dei biglietti di un concerto. 5 Seconds Of Summer.
Avevamo aspettato quel momento per mesi e mesi, ma io mi svegliai troppo tardi, ed i biglietti erano già sold-out quando entrai sul tipo per comprarli.QUATTRO MESI DOPO.
«DIMMI CHE HAI VISTO ANCHE TU!» urlai al telefono con la mia amica.
«No, oddio. Cosa mi sono persa?» disse lei mentre si lavava i denti.
«Ti prego reggiti.» le dissi io cercando di riprendere un respiro regolare.
«Dimmi però. Metti solo ansia così.» mi incitò poi lei.
«C'è un concorso per vincere i biglietti del concerto e un meet&greet, Giorgia.» continuai io scandendo tutte le parole.
«MA CHE CAZZO DICI.» urlò lei sputando il dentifricio.
Spiegai alla mia amica cosa fare per partecipare e lei non fu subito sicura di voler provare a vincere, ma poi la convinsi.
Non vincemmo. Nessuna delle due. Ma decidemmo di partire comunque.Fine flashback.
«Alla prossima fermata dobbiamo scendere.» dissi alla mia amica, ma lei non mi sentì.
Diedi una botta sotto il suo sedile e lei finalmente alzò lo sguardo.
«Cosa?» mi chiese lei con togliendosi una cuffietta e tenendola in mano.
«La prossima fermata. Scendere. Noi.» spiegai mimando ogni gesto.
Lei si rimise la cuffietta che si era sfilata pochi secondi prima e si infilò la felpa. L'uomo seduto dietro di noi ci aiutò a mettere giù le pesanti valige e, dopo averlo ringraziato, scendemmo dal treno. Cercammo l'uscita della stazione dove trovammo mia zia ad aspettarci.
«Ciao ragazze.» ci salutò abbracciandoci calorosamente.
«Ciao Stefania.» disse Giorgia sorridendo, mentre le dava un bacio.
La salutai anche io e ci incamminammo verso la sua macchina.
Mia zia era di Roma, come me, ma dopo aver studiato a Milano, si trasferì lì e mise su famiglia.
«Com'è andato il viaggio?» chiese mia zia con gli occhi sulla strada.
«Bene, è stato abbastanza tranquillo.» dissi io prima di sentire Giorgia, sul sedile posteriore, scoppiare in una fragorosa risata ripensando ai due ragazzi sul treno. Mia zia cercò di omettere le domande mentre salivamo su per le scale del suo condominio. Una volta aperta la porta, mi ritrovai davanti i miei due piccoli e dolci cugini: Silvia, 11 anni. Ettore, 7 anni.
«Ciao piccolini. Come state?» chiesi cercando di prenderli in braccio entrambi.
«Bene ora che sei qui.» disse la piccola voce urlante di Ettore.
«Venite.» ci disse Silvia trascinandoci verso la sua camera. «Devo raccontarvi troppo cose.» continuò poi.
***
A cena c'era anche mio zio, che salutai con un grande abbraccio visto che non lo vedevo da un anno, ormai. Mentre mangiavamo, quella sera, ci raccontammo tutto quello che ci era successo nei mesi che non ci eravamo visti, ed ero così contenta di passare un po' di tempo con la mia famiglia, e con Giorgia. Quando finimmo di lavare i piatti, mi arrivò una notifica da twitter che diceva: "Avvistati 5SOS al Venus, Milano."
A quella notizia io e la mia amica ci guardammo per qualche secondo, prima di decidere di prepararci ed uscire. Nonostante fosse maggio, faceva davvero freddo, ed il mio abbigliamento leggero non fu d'aiuto. Prendemmo due metropolitane prima di arrivare davanti al locale ed esitammo un po' prima di entrare. Conoscevo Giorgia da ormai otto anni e non l'avevo mai vista in quello stato di eccitazione. I suoi grandi occhi marroni brillarono sotto gli occhiali che le scendevano leggermente verso la punta del naso. Mi strinse la mano, così forte da non permettere al sangue di scorrere regolarmente nelle vene per qualche secondo. Prendemmo coraggio e facemmo due passi verso i grandi bodyguard ed io dissi: «Questa è la nostra occasione.»SPAZIO AUTRICE.
ciao a tutti.
per chi avesse già letto altre mie fanfiction, essendo questa la terza, spero davvero di essere migliorata e spero che questa storia vi piaccia.Caterina e Giorgia sono amiche da otto anni ormai, frequentano l'ultimo anno del liceo a Roma, e sono fan dei 5SOS.
dopo aver scoperto che i loro idoli sono a pochi chilometri da loro, nonostante non abbiano il biglietto, decidono di andare nel locale dico sono stati avvistati per tentare la fortuna.
li incontreranno?
spero che continuiate a leggere la storia per scoprirlo.un bacio enorme.
bye xx.
(altre fanfiction:
•close as strangers.
•wild heart.)
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free tickets. || Michael Clifford. ||
Fanfiction“Avvistati 5SOS al Venus, Milano.” Ci mettemmo poco a decidere se andare o no. Così, una volta vestite, uscimmo e ci dirigemmo al locale. Arrivate lì, prima di entrare, pensai: «Questa è la nostra occasione.»