Prologo

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DUSTIN

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DUSTIN

«Hai un solo compito Dustin Baker: non far cadere la torta!» mi ripetei mettendo un piede davanti all'altro con accurata attenzione. Se avessi fatto cadere la torta del baby shower, non solo Eliza – la mia migliore amica – mi avrebbe fatto a pezzi, ma Roxie – la madre incinta, protagonista della giornata – mi avrebbe di certo staccato le palle a mani nude. La torta che avevo preparato conteneva il sesso del bambino che portava in grembo. Anzi, bambina, mi corressi. Ero l'unico ad esserne a conoscenza.

Quella torta era importantissima ed era fondamentale che arrivasse al destinatario sana e salva.

Ero quasi arrivato quando sentii gridare: «vattene!» dalla ragazza dai capelli castani mentre tentava in tutti i modi di ribellarsi al ragazzo che le bloccava il passaggio. La riconobbi immediatamente, difficile dimenticarsela. «Eric, torna a casa!» continuò.

Lui scosse la testa «ho aspettato giorni che venissi a scusarti dopo quello che hai fatto! Non sei mai venuta, così ho pensato di prendere in mano la situazione.»

La ragazza sgranò gli occhi. «Eric, stai esagerando.»

Il telefono mi vibrò in tasca e dovetti improvvisarmi giocoliere per non fare danni. Lessi i messaggi di Eliza dove mi chiedeva, impazientemente, dove fossi finito e risposi di fretta.

«Eric mi fai male!»

Udendo quella frase, alzai gli occhi verso di loro: il ragazzo continuava a strattonarla, le dita strette attorno al polso di lei. «Lasciami!» continuò la castana. Assottigliai gli occhi e i piedi si mossero come se avessero preso vita propria.

«Adesso tu vieni con me!» ringhiò lui con uno sguardo che non mi piacque per niente. «Smettila di fare la stupida!»

«No, lasciami stare!»

«Tutto bene, qui?» m'intromisi raddrizzando le spalle. La torta non faceva la sua parte per rendermi pseudo minaccioso. Sembravo più il coniglio pasquale dai capelli ramati.

Appena mi vide, la ragazza strabuzzò gli occhi e un secondo dopo li abbassò.

Gesto curioso, riflettei. Faceva finta di non conoscermi o si era dimenticata di chi fossi?

Nel caso di quest'ultima mi sarebbe dispiaciuto: un po' perché l'ultima volta che l'avevo vista, mi sembrava ci fossero state scariche elettriche interessanti tra noi. E un po' perché non avrei scordato facilmente la sua bellezza spontanea.

I lunghi capelli castani con qualche ciocca più bionda, le iridi color nocciola, il naso piccolo e all'insù, le fossette che si formavano ogni volta che abbozzava un sorriso. Le labbra sottili a forma di cuore. Adorabili.

«Dolcezza, tutto bene?» ripetei.

Sembrò impallidire. Lui assottigliò gli occhi in due fessure ed ebbi l'impressione che le stesse stringendo di più il polso.

Mostrami l'intesa (#4 Nightmares Series)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora