【 Capitolo 36 】

4.7K 176 70
                                    

«Avrei qualche modo per mostrarmi più credibile. Prendiamo esempio questo: hai idea di chi sia sua madre?», oltre che fosse una senzatetto, bella e intelligente, poi costretta a diventare la moglie di quel bastardo? Zero, allora. E la consapevolezza di non conoscere quasi nulla su di lui mi strugge poco a poco... che cosa credevo? «Non posso non essere d'accordo con tutte le persone che l'hanno conosciuta. Era furba, fin troppo intelligente, maliziosa, brillante, abile e... bellissima... Come tutti, potrei continuare tutto il giorno. Non ho idea di come sia potuta finire per strada prima di incontrare Isaiah, ma fatto sta che era una perfetta regina della mafia. Il perfetto modello che tutte le donne potrebbero mai aspirare. Peccato solo che non fosse per niente obbediente, ma non la si può biasimare, ha anche provato a togliersi la vita pur di non essere legata a vita a suo marito. La avrei voluta anch'io come moglie, certamente le avrei dato più attenzioni di quante gliene abbia date Adams. Fortuna per lei che vent'anni fa circa, è riuscita a sfuggire da Isaiah, poi di lei c'era poco e niente. Apparizioni improvvise poi spariva nuovamente senza un minimo di tracce-»

Un suo sottoposto entra di fretta e lo interrompe, sussurrandogli per minuti all'orecchio, mentre il viso di Sakamoto si contrae leggermente.

«Sembra che il tuo caro abbia trovato la linea d'inizio. Dawson sta facendo bene il suo lavoro, è ora che mi ci metta anch'io», lo nasconde quasi del tutto, ma percepisco una lieve nota di fretta. «Sai come si chiamava quella donna?»

Quando elaboro le sue due parole dopo, il nome della madre di Alexander, il tempo si ferma: non sento e non vedo, non riesco a pensare lucidamente. Ho voglia di urlare, di pestarlo finché non ammette che tutto ciò che ha detto fino ad ora sia falso, perché non può essere vero... non può, maledizione!

Fa un sorriso freddo, privo di ciò che un normale sorriso ha.

«Mia Adams. Se preferisci, Amanda Evans



Alexander's POV
«Non ci sono ancora buone notizie. Alex, anche se atterrassimo in qualunque aeroporto giapponese, Sakamoto ci bloccherebbe ovunque.» Mi informa Jayden avvilito, mantenendo comunque la sua maschera di serietà.

Katherine è sparita – rapita – da tre giorni e l'unica pista che siamo riusciti a rintracciare in queste ultime settantadue ore è il coinvolgimento di Sakamoto Rintarou con quel viscido di Dawson. Non mi sarei aspettato che fosse sparito per anni per progettare la mia morte, coalizzandosi con quel tipo. Ma non mi stupisce il fatto che Sakamoto abbia accettato, per ripicca mi sono fatto sua figlia — che era saltata nel mio letto volontariamente — e poi gliel'ho restituito con un unica imperfezione: il foro di un proiettile nel mezzo della fronte.

Lui mi ha fatto un torto e io l'ho ripagato secondo le mie regole, ora ha rapito la mia cazzo di donna. Mi ha portato via Katherine ed è in Giappone, un territorio su cui ho ben poca influenza e che lui invece comanda a bacchetta. Sa che sarei già in netto svantaggio appena mettessi piede in quel paese.

Merda... Dawson a pensato a tutto, ora non ho modi per riprendermi la mia piccola. Ma lo farò, lo giuro, fosse l'ultima cosa che faccio. Deve provare anche solo a pensare di toccarla come io ho fatto con sua figlia, e non vedrà più luce, nemmeno quando sarà nell'Aldilà.

"Oh, sì... Gli caverò gli occhi con le mie stesse mani... poi lo obbligherò ad ingoiarli pezzo per pezzo, e ogni volta che oserà sputare ciò che io gli ficco nella gola, sarà una cicatrice in più sulla sua pelle, o magari qualche dita in meno..." Quasi mi vengono i brividi di piacere pensando a come possa svagarmi con il suo corpo. Un sorriso sadico invade involontariamente il mio viso, ma sparisce appena mi torna in mente Kate. "Sarebbe la terza volta... la terza cazzo di volta!"

Arriverò in tempo, qualunque cosa debba accadere, io arriverò in tempo. Nessuno deve provare la sensazione vellutata della pelle di Katherine sulle dita, nessuno può sentire la fragranza che emana quando le si sta vicino, nessuno, e dico nessuno, deve osare anche solo starle vicino. Nessuno, eccetto me. Lei è mia e di nessun altro.

Mafia HeartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora