【 Capitolo 20 】

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Mi metto a sedere e, mentre spingo la bocca verso quello di Alexander, gli strappo la camicia nera che lo rende fottutamente sexy di dosso, lanciandola da qualche parte in questa stanza, in compagnia di quel che rimane del mio vestito.

«Dimmi quanto mi vuoi», sussurra al mio orecchio, continuando a muovere le mani lungo il mio corpo, accarezzando ogni angolo della mia pelle bollente.

La sua voce si è fatta ancora più roca e profonda di quanto sia normalmente, e mi fa vedere le stelle quasi. Lo continuerei ad ascoltare — anche se parlasse di cose violente — per il resto della mia vita se potessi.

Mi mordo in labbro per trattenere un gemito quando bacia il mio collo, facendomi inarcare all'insù. Sento una fastidiosa pressione alla gola da quanto mi si tira la pelle.

Si mette in ginocchio sul letto, seduto su talloni e mi tira su di scatto, facendomi aderire le cosce alle sue, circondagli i fianchi nudi e ben delineati dall'allenamento.

Sento la sua pelle bollente quanto la mia attraverso i polpacci che premono contro la sua schiena in cerca di più contatto, come se fossero dotati di vita e volontà propria.

Bacia le mie clavicole scivolando fino alla parte scoperta del seno, succhiando con vigore, ripetendo su altri punti. Sono certa che domattina mi troverò il collo pieno di succhiotti...

Struscio il mio sesso sul suo, con movimenti limitati dalla nostra posizione.

"Oddio... Quest'attesa mi sta uccidendo."

La sua bocca raggiunge l'orlo del reggiseno in pizzo nero. La sua mano accarezza la mia spina dorsale risalendo fino ai gancetti che slaccia con un unico movimento, strappandomelo via ed aggiungendolo alla collezione a terra.

Mi lascia cadere sulle lenzuola fredde, mettendosi fra le mie gambe. Grido di sorpresa quando i suoi denti si chiudono su un capezzolo dannatamente inturgidito.

Le mie dita scorrono sulla schiena, incidendo brutti graffi.

«A-Alex...» sospiro, risucchiando tutto l'ossigeno possibile, tentando di spostare la sua attenzione altrove. Non sono mai stata tanto sensibile con nessuno, tanto che sento il cuore nel petto che sta per esplodere.

«Dove vuoi che tocchi ancora?» Sento che respira soffiando aria calda fra i miei seni gonfi, scoccando leccate sul mio petto che si muove su e giù velocemente.

Arrossisco quanto ancora possibile alla sua domanda. Vuole che lo supplichi.

Il mio cervello in fumo non osa collaborare. «...»

«Dove? Qui?», sposta i suoi polpastrelli sul mio ventre. Il mio corpo viene ricoperto dalla pelle d'oca. «O qui?», li fa scivolare su entrambi i capezzoli. Rilascio un piccolo gemito acuto. «O qui?» Sale fino alle fino labbra, facendomele schiudere.

Il mio stomaco va in subbuglio da quanto lo sto aspettando. Lascio morire tutta la mia dignità e urlo: «La mia fica! La mia cazzo di vagina!»

La mia vista è offuscata, ma riconoscono benissimo il ghigno che si è formato sul suo viso, lo riconoscerei anche da cieca.

Fa scendere la sua mano su tutto mio corpo fino ad arrivare sul punto in cui lo desidero di più. Strappa malamente anche il perizoma con uno schiocco che mi fa sobbalzare.

«Oh!» Un dito entra dentro di me senza preavviso, facendomi contorcere dalla sorpresa.

Lo muove lentamente come se si stesse godendo il mio calore. E all'improvviso, lo toglie dal mio fulcro, avvicinandolo alle mie labbra, mentre mugugno insoddisfatta.

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