Non c'era niente di eccitante né di affascinante nel cambiamento.
Quando sopraggiungeva la necessità di mutare, era tutto il corpo che lo chiedeva: lo urlavano ogni singola fibra, ogni muscolo o tendine, ogni centimetro quadrato di pelle. Ed era strano percepire con quanta bramosia e avidità l'istinto conducesse al dolore.
«Alla sublimazione del dolore» mi avrebbe corretto mia madre con enfasi, se solo fosse stata presente.
Ma quel giorno, in quel momento, non c'era nessuno con me. E io lottavo ostinatamente contro l'impulso di trasformarmi, opponendomi al dolore che tentava di prendere il sopravvento.
Una fitta nevicata mi aveva sorpresa mentre ero impegnata nel mio turno settimanale di vigilanza. Controllavo quella parte di bosco che copriva le pendici del monte Saint Jacques, a diversi chilometri da Forteresse, insieme a un paio di altri membri del mio branco.
Malgrado la loro insistenza, non avevo mutato la mia forma. In genere il ruolo che ricoprivo non lo richiedeva: mi limitavo a fare da spalla ai compagni che battevano il territorio per sincerarmi che nessun altro branco sconfinasse. A volte il mio compito consisteva solo nel tenere lontani eventuali umani – turisti, amanti del trekking o cacciatori. Più raramente, nel caso in cui ci fossimo imbattuti nelle Ombre, spiriti della foresta che a volte si spingevano inquieti fin quasi a valle, ero incaricata di disperderle. Un lavoro seccante ma, come diceva mio padre quando me ne lamentavo, qualcuno doveva pur farlo!
Infilai la mano sotto la sciarpa, dove mi ballava il collare di cuoio su cui erano incastonate le pietre sciamaniche che servivano allo scopo. Detestavo quel collare: mi faceva sentire un cane e puzzava. In più non credevo affatto al potere protettivo di quelle pietruzze che sembravano biglie colorate, proprio identiche a quelle che i bambini vendevano nei mercatini di giocattoli usati, ai lati delle strade.
Ma una volta che si riceveva il compito – anzi, no, il grandissimo onore, come diceva mia madre – di indossare il collare, bisognava portarlo quasi giorno e notte. A quanto pareva, serviva a colui che lo portava ad abituarsi a esso e alle sensazioni che trasmetteva in presenza degli spiriti. Le Ombre non potevano essere viste, tranne quando si manifestavano durante il breve lasso di tempo di una possessione, tuttavia potevano essere percepite anche da lontano e le pietre sciamaniche, si diceva, aiutavano in questo.
Sembrerò un cane, avevo pianto dentro di me quando Mastro Joseph, il nostro consulente spirituale, me lo aveva consegnato.
E le battute ironiche su cani e guinzagli si sprecavano nella comunità di lupi di Forteresse.
Per fortuna, però, non ero l'unica a dover subire quel triste destino.
Come altri ragazzi della mia età, o più giovani, nella gerarchia del branco dei Neri ero quasi l'ultima ruota del carro. Una semplice gregaria che supportava i membri di grado intermedio, come Cédric Landry e Florent Mercier. I miei due compagni di squadra, giovanissimi entrambi ma già lieutenant, aspiravano a bruciare le tappe per far parte del gruppo dei dominanti, controllato con polso fermo dal nostro capobranco, César Delacroix.
Era infatti in quel gruppo che il leader indiscusso dei Neri avrebbe scelto il suo successore, anche se, a quanto pareva, c'era già un favorito: un ragazzo, diventato dominante molto giovane, di nome Luc Donovan.
Sbuffai pensando alle ambizioni dei miei compagni. A me non importava nulla di salire nella scala gerarchica. Stavo bene anche come gregaria.
Più in basso di me c'erano solo i piccoli, o immaturi: i bambini e i ragazzi non ancora adolescenti.
Ero uscita da quel gruppo quando, un paio di anni prima – piuttosto tardi, devo riconoscerlo – ero diventata fisiologicamente una donna. O, per dirla con le parole di mia madre, ero stata baciata dalla Luna.
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Wolf Lineage - Stirpe di Lupo
WerewolfNon è facile avere sedici anni e far parte di un branco di lupi in cui il rispetto delle gerarchie è tutto. Accettare che gli aspetti più importanti dell'esistenza vengano gestiti dall'élite dei "dominanti", a partire da chi dovrà essere il partner...