15. ⏮ 15 novembre 2011, 04:50 PM - disconnesso dalla realtà ⏮

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[Milano, via Astolfo, zona Lambrate]

Prepararmi per questo compitino di novembre è un supplizio, soprattutto calcolando che non posso più contare sull'aiuto di Alex, ormai passato al lato oscuro della Matematica.

Ha ignorato i miei messaggi e le mie chiamate per tutto il pomeriggio prima di decidersi a rispondermi che è a casa, di passare lì per vedere se riesce lo stesso a darmi una mano. Ha già passato due compitini prendendo un trenta e un trenta e lode, lui, quindi diciamo che non lo immagino propriamente immerso nello studio.

Sotto casa sua citofono impaziente, ma inizio a preoccuparmi quando per due minuti nessuno mi apre - alla terza volta in cui tengo il dito schiacciato sul citofono per dieci secondi buoni finalmente la porta di apre con il consueto suono elettrico, senza che nessuno si curi di verificare la mia identità.

Salgo le scale sempre più perplessa. La scena che mi si presenta davanti quando la porta si apre mi coglie decisamente alla sprovvista.

Si tratta di Leonardo l'ingegnere avvolto in un accappatoio di spugna azzurro, i capelli fradici, un'espressione di puro terrore sul volto rosso come un peperone.

"G-G-Gi-Giulia... c-ciao - io, ecco," si volta indietro in preda al panico, forse cercando un modo per fuggire il prima possibile, e si stringe nell'accappatoio come se la temperatura in casa fosse sotto lo zero, "m-m-mi dispiace, ero in doccia, forse Alex non ha sentito il ci-citofono..."

Mi si spezza il cuore a vederlo così in imbarazzo, sono colta dall'istinto di mettergli una mano sulla spalla per tranquillizzarlo.

Forse però, a pensarci bene, peggiorerei la situazione. 

"Certo, Leo, tranquillo, capisco," gli sorrido - purtroppo anche questo non fa altro che aumentare lo sgomento sul suo viso, "scusa per il disturbo, allora vado da Alex..." mi allontano verso il corridoio e gli volto le spalle, nella speranza che almeno questo lo aiuti a non entrare in iperventilazione.

Non voglio averlo sulla coscienza, questo è certo.

Quando arrivo davanti alla camera di Alex la porta è chiusa - provo a bussare ma non ricevo nessuna risposta nemmeno stavolta.

I dubbi mi assalgono.

E se fosse con qualcuno?

Ma è stato lui a dirmi che potevo venire qui, in fondo. Cioè, non sarà idiota fino a questo punto.

E poi, anche in caso, con chi potrebbe essere? Non può avermelo tenuto nascosto.

O forse sì.

Tecnicamente le ultime novità sulla vita sentimentale di Alex, risalenti a un mesetto fa, mi sono arrivate da Evelina, in realtà. Mi ha raccontato che era uscito un paio di volte con una loro amica in comune a Matematica, ma lei era furibonda perché dopo averla baciata Alex aveva smesso totalmente di scriverle.

Ormai lo conosco da più di un anno, e posso dire con certezza di non riuscire a capire nulla di lui.

Quando gli avevo chiesto spiegazioni a riguardo cercando di provocarlo mi aveva risposto solo con aria annoiata che non mi aveva raccontato nulla perché si era trattato 'solo di una cosa così tanto per'. Testuali parole. Sono certa che l'amica di Evelina sarebbe stata entusiasta di sentirle.

Maledetto Alex.

Busso di nuovo - nulla. Non che sia così strano, considerando che non ha sentito quel suo citofono così assordante.

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