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Akaashi fu accolto di nuovo dalla familiare sensazione di calore sul suo viso. Sbatté leggermente le palpebre, aprì gli ovvi e subito i raggi luminosi del sole lo investirono.

Si mise a sedere lentamente, esausto.

Strinse ciò che era accanto a lui, aspettandosi calore, ma non fu accolto da nulla.

Aprì ulteriormente gli occhi per ispezionare l'oggetto: era un cuscino. Solo un cuscino.

Akaashi sbatté le palpebre ancora un po', ricordando dove si trovava.

Si alzò maggiormente e guardò il cuscino. Era umidiccio.

Istintivamente porto le mani sulle sue guance. Aveva pianto.

"E-era solo un sogn-" un singhiozzo lo interruppe mentre stringeva sé il cuscino tirandolo tra le sue braccia. Si aggrappava ad adesso come se non volesse scivolare nel baratro della disperazione.

Singhiozzò ancora quando sentì che i suoi polmoni cedevano, provocando un attacco di tosse.

Lui continuò.

Singhiozzò finché la sua gola non riuscì più a emettere alcun suono.

Da lì urlò.

Urlò forte, fino a consumarsi dentro.

Emetteva nient'altro che urla senza scopo.

Voleva gridare per tutto.

Per Bokuto, la sua vita, il mondo, l'universo.

Urlò fino a quando non ne poteva più.

Calmandosi dall'attacco, singhiozzò più piano.

La sua voce era graffiante e dolorosa, ma non riusciva a fermarsi.

le lacrime continuavano a scorrere copiose, cariche di dolore.

Rimase seduto lì per ore.

Pensò a Bokuto, ricordandolo.

"Come puoi ricordare una persona che non puoi semplicemente dimenticare?" contemplò ad alta voce.

Pensò a come lo faceva sentire Bokuto. A come lo faceva sempre sentire una persona giusta. A come il mondo non era più semplicemente monocromatico, ma iniziava ad avere mille sfumature.

Bokuto era il mondo per Akaashi.

Voleva stare con lui.

Aveva bisogno di stare con lui.

Sapeva cosa doveva fare.

Akaashi si alzò lentamente. Ogni movimento era una lotta, come se una forza invisibile lo tirasse indietro.

La ignorò mentre avanzava.

La forza è diventata più forte ma al corvino non importava.

Tirò il comodino verso il centro della stanza.

Quella forza lo tirò più forte che poteva.

Akaashi sapeva che non avrebbe dovuto farlo. Ma aveva bisogno di compiere quel gesto.

Non poteva sopportare di vederlo solo nei sogni e sapeva che questo era l'unico modo.

Esaminò la stanza, guardando la sciarpa di Bokuto. La raccolse e la annusò ancora una volta.

Rise sommessamente tra sé.

Si alzò sul comodino prima di legare il cappio improvvisato al suo ventilatore a soffitto.

Guardò di nuovo il suo letto prima di tirare il nodo sopra la sua testa. Rimase lì in silenzio a sentire la forza che lo avvolgeva.

Ridacchiò sommessamente tra sé prima di parlare, la sua voce sera stanca "C-ci vediamo presto" disse abbassando lo sguardo sulle sue mani.

Chiuse gli occhi e inspirò profondamente.

Iniziò a far oscillare il comodino avanti e indietro prima che cadesse.

Il suo corpo cadeva con esso fino a quando un dolore bruciante avvolse tutto il suo corpo.

l'aria fuoriuscì dai suoi polmoni.

Sentì la sua vita finire.

I suoi riflessi cercarono di entrare in azione, ma si limitò a conficcarsi le unghie nelle cosce e rimase lì, appeso.

Finalmente esalò il suo ultimo respiro e dopo un paio di minuti rimase lì.

Immobile.

Sentiva la sua anima avvilupparsi dentro di sé.

Sembravano giorni in cui se ne stava seduto lì.

Stava solo aspettando.

Finché non ha sentì qualcosa.

Sentì una mano.

Raggiunse in profondità il suo nucleo alla ricerca frenetica di qualcosa.

Lo tirò fuori dal cadavere.

i suoi occhi tentavano di rimanere aperti mentre guardava il globo sollevarlo.

Sbatté le palpebre cercando di restare lì, ma senza successo.

Le due pozze azzurre, finalmente, si spensero.

in our life // bokuaka (TRADUZIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora