Capitolo 5

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Edward rivolse a Harry un piccolo sorriso. «Ora puoi andare. Non verrai punito, se è questo che ti preoccupa.»

Il ragazzo fece sì con la testa e lanciò uno sguardo esitante in direzione di Cheryl, che ancora una volta si era persa a fantasticare tra gli infiniti volumi di quella stanza.

«D’accordo» mugugnò a denti stretti, e se ne andò.

Cheryl si chiedeva se qualcuno fosse mai riuscito a leggerli tutti, quei libri. Probabilmente, rifletté, non sarebbe bastata una vita intera.

Ciò che più amava della lettura era l’attimo prima di iniziarne una nuova. Il momento in cui si lascia la normalità per tuffarsi in una storia che, per un po’, può diventare tua. Amava il gusto dell’ignoto ed era difficile che rileggesse due volte lo stesso libro.

Un leggero pizzicore dietro la nuca la spinse a voltarsi. Edward la fissava con rapimento e parlottava tra sé e sé. «E così, come dice Harry, hai dei doni straordinari.» Aveva un modo singolare di esprimersi, vi metteva così tanta enfasi da riuscire a coinvolgere il più passivo degli individui. Sfoggiò largo un sorriso. «Vorresti – se non ti dispiace – mostrarmi qualcosa? È molto raro trovare qualcuno che sappia usare i propri poteri senza esserci stato abituato fin da piccolo.»

«Io… non sono molto brava a controllarli.»

Annuì, ma a lei sembrò che non la stesse ascoltando affatto. Si avvicinò al tavolo e aprì uno dei cassetti di cui Cheryl scoprì la presenza solo in quel momento. Estrasse una grossa candela rossa e la mise in piedi, in bilico sul bordo. «Così dovrebbe essere più semplice.»

Cheryl provò a pensare alle altre volte che l’aveva fatto. Focalizzò lo sguardo sulla candela, come l’inquadratura di una cinepresa. La immaginò con tutte le proprie forze mentre si librava nell’aria, leggera come una piuma. Non accadde nulla.

«Libera la mente.» suggerì Edward.

E lei lo fece; svuotò la mente, concentrandosi solo sull’oggetto. Ma questa volta fece qualcosa di diverso, non immaginò che accadesse; lo desiderò, con ogni frammento del proprio corpo.

Era così concentrata su se stessa che capì di avercela fatta solo quando udì l’esclamazione stupita di Edward. L’emozione che provò nel vedere la sagoma rossa volteggiare a un metro da terra fu enorme. Improvvisamente lo stoppino della candela prese fuoco; la fiamma si alimentò da sé finché non divenne forte e luminosa. Cheryl cercava di mantenere la concentrazione, ma il pensiero di quello che sarebbe successo se avesse preso il controllo l’agitava. Quella stanza era piena di legno e carta, sarebbe bastata una piccola scintilla per…

La candela si spense improvvisamente e precipitò, schiantandosi sul pavimento. Cheryl sospirò, desolata. «Mi dispiace, gliel’avevo detto che…»

«Questo» la interruppe, nel suo tono nessuna traccia di delusione «è grandioso. Che altro sai fare?»

Cheryl rifletté un istante. «Beh… non so se può essere considerato un potere, ma è da un po’ di tempo che la mia vista è migliorata. Riesco a notare cose che le altre persone non vedono nemmeno sforzandosi e poi… Vedo al buio. E ho delle sensazioni, come dei presagi.»

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