Capitolo 6

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Cheryl aprì gli occhi perché qualcuno aveva scostato le tende, inondando la stanza di luce. Realizzò a poco a poco di non essere nella sua camera tappezzata di scritte e disegni, e l’ansia con cui si era abituata a convivere nelle ultime ventiquattro ore, riprese posto nel suo petto come il piccolo tassello di un puzzle.

«Hai dormito tutto il giorno.» disse qualcuno.

Cheryl strizzò gli occhi un paio di volte e mise a fuoco la sagoma ai piedi del letto.

«Zia?» era da quando era bambina che non chiamava più Leanne “zia”. «Che ci fai qui?»

La donna si sedette, quasi senza alterare la forma del materasso. «Dove altro dovrei essere?»

«Ma tu…»

Leanne si portò l’indice davanti alle labbra. «Shh, va tutto bene.» Sorrise e le accarezzò il viso con la mano. Ma la sua pelle era più ruvida di come se la ricordava e pungeva. Abbassò lo sguardo e lanciò un grido.

Lunghe dita nodose e artigliate le stringevano il collo, impedendole di respirare. Gli occhi di Leanne erano improvvisamente diventati vacui e iniettati di sangue. Improvvisamente a soffocarla non erano solo un paio di mani, ma una folla intera di persone.

Si svegliò di soprassalto inghiottendo un enorme respiro, come quando si riemerge dall’acqua dopo una lunga apnea. Qualcuno stava davvero aprendo le pesanti tende ricamate, ma dopo che i suoi occhi si furono abituati alla luce, capì che si trattava di Liv.

«Oh, allora sei viva.» riscontrò senza traccia d’ironia. Indossava una semplice canotta verde muschio e un paio di pantaloni aderenti, che evidenziavano il suo fisico atletico. «Edward era preoccupato, sono le undici del mattino.»

Cheryl nascose uno sbadiglio con la mano, non era mai stata un tipo mattiniero e aveva avuto una giornata estenuante. La sua attenzione venne catturata dalla porta, che si stava aprendo da sola. Stava per cacciare un grido, quando si rese conto con sollievo che si trattava solo di Dafne. Il gatto zampettò con eleganza verso Liv e si andò a strusciare contro le sue gambe, facendo le fusa.

«Forza, alzati. Abbiamo delle cose da fare.» indicò la tazza appoggiata sul comodino. «Bevi quello prima di scendere, Amelie l’ha preparato per te. Mi ha detto di dirti anche che se vuoi puoi fare una doccia.»

Le diede le spalle e fece per andarsene. «Harry ed io ti aspettiamo nell’atrio principale. Muoviti.» aggiunse prima di sparire.

Il gatto nero rimase a fissarla per un momento poi, con un tenue brontolio, seguì Liv.

«Benvenuta tra i Guardiani.» borbottò Cheryl strisciando fuori dalle coperte. Lanciò un’occhiata diffidente alla tazza bianca. Sollevò il piattino di porcellana che la copriva e ne annusò il contenuto, sapeva di miele e nocciole. Senza pensarci troppo bevve tutto d’un fiato e non si sorprese nel trovarlo squisito.

Recuperò i suoi vestiti che erano stati ripiegati accuratamente su una poltrona e uscì. Seguì le indicazioni di Amelie per trovare il bagno più vicino. Si muoveva guardandosi indietro il più possibile, cercando di memorizzare la strada che percorreva. Era peggio del labirinto del Minotauro, quel posto. Doveva esserci quasi, quindi si voltò per controllare, e finì addosso a qualcuno.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 10, 2015 ⏰

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