Presi dall'armadietto dei medicinali tutto il necessario, mettendolo nello zainetto al mio fianco.
Prima di chiudere l'anta, presi un pennarello nero, e scrissi le mie ultime parole al mio favoloso ragazzo.
Il ragazzo che avrei amato per sempre, nonostante quello che stavo per fare.
Una lacrima sfuggí al mio occhio destro quando cominciai a scrivere le ultime due parole della mia frase.
Asciugai il fiume che aveva cominciato a scendere dai miei occhi, per poi riprendere in mano il pennarello con le mani tremanti e ricominciare a scrivere.
Chiusi il tappo e rimisi nello zaino quello che avevo usato per scrivere.
Mi asciugai nuovamente le lacrime, per poi passare un dito sulle ultime parole scritte.
Sentii bussare alla porta, cosí chiusi lo zainetto e me lo misi in spalla, guardandomi allo specchio per assicurarmi che i miei occhi non sembrassero troppo lucidi.
"Stai bene? Sei liddentro da mezz'ora"
"Si, sto bene" affermai, cercando di non far notare il fatto che avessi appena pianto.
"Posso entrare?"
"Si, ma certo."
Mi accorsi di aver lasciato l'anta dell'armadietto aperta, cosí cercai di chiuderla il più velocemente possibile, nascondendo cosí la mia dedica.
Vidi la testa riccioluta di Ashton spuntare dallo stipite della porta.
"Cosa stavi facendo?" chiese curioso, guardandomi negli occhi.
Dovetti abbassare lo sguardo.
Non sarei riuscito a mentirgli altrimenti.
"Nulla."
Mi avvicinai a lui accarezzandogli dolcemente il viso, per poi attaccare le nostre labbra in un leggero bacio.
Gli accarezzai i capelli, mentre lui metteva le sue mani intorno al mio bacino.
Dovevo trovare un modo per distrarlo, oppure appena mi sarei staccato, sarebbe andato a controllare cosa avevo fatto, e quando avrebbe trovato la scritta, avrebbe dato fuori di matto.
Spinsi il mio bacino contro le sue mani, cosí da fargli notare le mie ossa sporgenti.
Lui sbarrò gli occhi, e si staccò lentamente.
"Da quanto non mangi?" sussurrò, accarezzandomi la guancia.
"Due settimane."
Lui sospirò, prendendomi per il polso e trascinandomi giù in cucina.
Perfetto, sono riuscito a farlo allontanare dal bagno.
Lui tirò fuori un panino dal frigorifero, e me lo mise davanti agli occhi.
"Mangia, perfavore."
"Ashton, posso andare a prendere un panino da Mc Donald's?"
Lui mi sorrise raggiante, prima di annuire.
"Vengo con te."
Deglutii.
"Vado da solo, tranquillo, ci metterò poco."
Abbassai lo sguardo.
Lo vidi annuire controvoglia, prima di avvicinarsi a me e baciarmi facendo scivolare la sua lingua nella mia bocca.
Gli misi le braccia al collo ed allacciai le mie gambe sul suo bacino.
Lui mise le sue mani sul mio sedere, prima di buttarmi sul divano senza smettere di baciarmi.
I miei occhi diventavano più lucidi di minuto in minuto, al solo pensiero si lasciarlo andare.
Continuammo a baciarci per dei minuti, prima di staccarci.
Rischiavo di scoppiare a piangere da un momento all'altro.
Mi alzai, lisciandomi le pieghe formatosi sui miei skinny jeans.
"Devo andare a prendere il panino, ho fame."
Bugia.
"Okay" mi sorrise, alzandosi e dandomi un candido bacio sul collo.
"Ciao Ashton."
Cominciavo a vederci sfocato dalle troppe lacrime accumulatose nei miei occhi.
"Stai bene?Hai gli occhi molto lucidi.."
Annuii, aprendo la porta.
"Ci vediamo presto."
Altra bugia.
Dopo aver chiuso, corsi verso la macchina.
Ora che me ne ero andato, avevo poco tempo per andare via, prima che si mettesse a frugare nell'armadietto per controllare cosa avessi fatto.
Misi in moto e sgommai verso il parco della periferia.
Lí non c'era mai nessuno, ed avrei potuto uccidermi in pace.
Dopo aver parcheggiato, mi sedetti sull'unica panchina presente nel giardino.
Tirai fuori dallo zaino tutto quanto.
Lamette, accendini, pillole, corda e alcool.
Avevo solo l'imbarazzo della scelta.
Optai per lamette e pillole.
Rimisi la corda e gli accendini al loro posto, prima di far slittare la lametta violentemente sui miei polsi.
Dopo aver fatto una quindicina di tagli, ne feci uno in verticale, che partiva dalla spalla e finiva sul polso.
Sapevo di aver preso una vena, e sapevo che mi restava poco tempo per ingoiare le pillole.
Le presi in fretta e furia, stappando una bottiglia di vodka.
Avrei sentito meno il fegato che si distruggeva, se avessi bevuto alcool insieme alle pillole.
Ne ingoiai quante più possibile, mentre bevevo tutta la bottiglia.
I miei pensieri erano costantemente su Ashton.
Senza più forze lasciai cadere a terra le pillole che non ero riuscito ad ingoiare, vedendo sempre più appannato a causa della grossa perdita di sangue.
Mi piegai sulle ginocchia in preda ai conati di vomito.
'Non hai ingoiato abbastanza pillole, cretino.'
Diedi mentalmente ragione alla mia coscienza, cosí cercai di ingoiarne altre, ma un urlo che mi fece esplodere i polmoni uscí involontariamente dalla bocca.
Sentii una fitta al fegato, che mi fece urlare di nuovo.
Poco dopo svenni sbattendo la testa contro il morbido prato.
Che fosse davvero la fine?
--
Vi ricordo che questo capitolo spiega perchè Luke è in coma.
STAI LEGGENDO
Desperate»Lashton
Novela JuvenilCaro Luke, vedi di stare bene, anche quando io non ci sarò più. -- #93 in teen fiction. 13/01/2015 -- Cover by @frxgility