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La sua stima si rivelò corretta: nonostante la batteria della torcia lo avesse abbandonato era comunque riuscito a seguire le tracce, rallentando la sua corsa e affidandosi alla debole luce lunare che riusciva a penetrare tra le cime degli alberi. Il mattino seguente, poco dopo l'alba, era giunto alla Missione di Vicente de Valverde. Sotto l'arco di pietra all'ingresso c'era un piccolo convoglio, formato da quattro camion, e sembrava che i mercenari fossero in procinto di partire. Kane riconobbe Schroeder e Alvarez che salivano a bordo del camion di testa. Se c'erano dubbi su chi aveva rapito i suoi compagni, finalmente erano stati fugati.
   Vogliono esaminare il cenote, pensò Kane; per un momento fu preso dall'idea di tornare indietro e fermarli da solo, ma quando vide che un piccolo gruppo di tagliagole, tra i quali spiccava Shkodran, era rimasto a guardia della Missione capì che dovevano tenere dei prigionieri. Prima doveva liberare Williams, Amelia e Gunn, e chissà, magari avrebbe trovato anche una radio con cui chiedere aiuto, poi tutti insieme si sarebbero occupati del problema.
   Kane rimase nascosto nella giungla, a studiare un piano d'azione. All'ingresso della Missione c'erano due tagliagole e per entrare doveva necessariamente metterli fuorigioco, però non c'era nessuno nella piazza della chiesa. Se fosse riuscito a neutralizzare le guardie all'ingresso senza che dessero l'allarme, allora trovare i suoi compagni sarebbe stato un gioco da ragazzi.
   Per non correre rischi li avrebbe affrontati separatamente. Lanciò una pietra per fare rumore e attirare l'attenzione, sperando che i due si sarebbero divisi; e così fu: uno di loro lasciò il posto per scoprire la causa del rumore mentre il secondo rimase a guardia dell'ingresso. Non appena il primo tagliagole fu fuori dal campo visivo dell'altra guardia, Kane gli scivolò alle spalle e strinse le braccia intorno al suo collo fino a che non gli fece perdere conoscenza, senza che quello potesse emettere una minima richiesta d'aiuto. Una volta svenuto lo adagiò a terra, gli diede una leggera pacca sulla spalla e gli sussurrò: «Grazie mille per non aver fatto il difficile.»
   Non vedendo il compagno tornare, l'altra guardia si spostò in quella stessa direzione. «Amigo, que esta pasando?»
   Quella domanda per Kane fu un autentico segnale di prossimità; e una volta girato l'angolo, il tagliagole avrebbe preferito non averla fatta. In una frazione di secondo, vide il calcio di un AK-47 spuntare dal nulla, poi il vuoto. Kane aveva usato il fucile come una mazza al solo scopo di stordirlo, ma con quel colpo l'aveva ridotto molto peggio di quanto servisse, fratturandogli il setto nasale e facendogli sputare gli incisivi. «Scusa» gli disse a bassa voce, nascondendo a fatica una smorfia di dolore mista a disgusto.

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