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Stavano appostati nel folto della giungla come dei guerriglieri; ma a differenza loro non ne sopportavano l'umidità, gli insetti e nemmeno la pioggerella insistente. Erano nascosti tra le fronde come predatori, impossibilitati però a sferrare l'assalto.
   Kane e Amelia si scambiavano regolarmente il binocolo per tenere d'occhio lo svolgimento delle operazioni, ogni tanto coinvolgendo anche Williams e Gunn. Intorno a loro c'era un piccolo gruppo; tutti abitanti della Missione di Vicente de Valverde, armati con fucili da caccia e con i kalashnikov sottratti agli uomini che erano rimasti a fare da guardia.
   Lavoravano insieme, ma ovviamente avevano piani diversi per il tesoro del cenote. Kane, Williams, Amelia e Gunn intendevano portare a termine il loro compito, consegnandolo alle autorità competenti, che poi avrebbero provveduto a donarne parte al museo che aveva organizzato il recupero. Mentre i "missionari" avrebbero voluto preservare l'eredità degli antenati Inca, impedendo quindi che chiunque potesse mettervi le mani sopra.
   «È snervante» si lamentò Williams. «Perché dobbiamo aspettare che portino fuori tutto? Fermiamoli e basta.»
   «Meno lavoro per noi» ribatté Kane. «Dobbiamo già convincere i membri della Missione a cedere il tesoro. Eviterei sforzi extra.»
   «Su questo concordo.»
   «Come pensi di convincerli?» chiese Amelia.
   «Stia tranquilla, dottoressa» la rassicurò Gunn. «Il nostro caro Alexander ne sa una più del diavolo.»
   La discussione fu interrotta dal vociare dei missionari che li accompagnavano. Furono raggiunti da uno degli uomini, basso ma robusto e leggermente zoppicante, con un andatura a metà tra una passeggiata e una corsetta. A guardare il modo in cui gli era andato incontro non si capiva cosa fosse successo, né cosa volesse riferire.
   «C'è movimento… intorno al cenote.»
   Kane si alzò in piedi e, con il binocolo, scrutò gli uomini che in lontananza si radunavano intorno al pozzo in cui aveva rischiato di rimanere intrappolato. «Vedo Robertson, vedo anche Schroeder e Alvarez.»
   «Che stanno facendo?» chiese Williams.

   Robertson prese da parte Schroeder e Alvarez, e con loro due dei mercenari del tedesco, facendo attenzione che nessuno lo notasse.
   «Che succede, signore?»
   «Ammetto che questi criminali abbiano fatto un ottimo lavoro» annunciò. «Ma non intendo pagarli un solo centesimo di quello che potrò guadagnare da questa fortuna. Spargete la voce tra i vostri… voglio che vengano eliminati.»
   Schroeder provò a ribattere. «Non le sembra un po' estremo?!» ma senza successo.
   «Eseguite!»
   La voce, tra gli uomini di Schroeder, si sparse in fretta. Erano sicuramente in minoranza ma godevano del fattore sorpresa, le armi  che usavano erano piccole e maneggevoli, come le mitragliette Uzi o gli Heckler MP5, mentre gli AK-47 dei tagliagole erano scomodi e poco precisi. Non appena tutti i mercenari ricevettero l'ordine iniziò la sparatoria, e in gran fretta si consumò una cruenta carneficina: mini raffiche da tre colpi e qualche colpo singolo; i guerriglieri non ebbero nemmeno il tempo di reagire e si trovarono battuti allo  stesso gioco in cui dovevano essere dei professionisti: l'attacco a sorpresa.
   Robertson guardò il massacro che si era appena consumato davanti ai suoi occhi con grande soddisfazione. Si congratulò con Schroeder per il lavoro svolto dai suoi uomini. «Ben fatto!» disse digrignando i denti.
   Schroeder abbassò la testa e ringraziò, ma traspariva l'orrore per la carneficina di cui era stato testimone e complice.
   «Ma che si fa con i corpi?» chiese Alvarez.
   «Gettateli nel cenote» ordinò Robertson, senza mostrare un minimo di umanità. «Tra mille anni varranno qualcosa.»

   «Quello è pazzo!» esclamò Kane sconcertato da quanto aveva appena visto. Non aveva mai assistito a nulla del genere.
   «Cos'è successo?» domandò Williams.
   Quasi tutti i tagliagole erano abbigliati in modo da mimetizzarsi con la giungla, mentre i mercenari di Schroeder sembravano più pronti per una scampagnata; Kane non ebbe difficoltà a distinguere i bersagli del massacro, e nemmeno a spiegare ciò che era appena successo.
   «Sono rimasti solo i mercenari, gli altri sono stati uccisi.»
   Udendo quelle parole, Amelia soffocò una reazione di orrore. 
   «Ora stanno buttando i corpi nel pozzo» continuò Kane.
   «Certo, chi vuoi che cerchi i corpi di una banda criminale sul fondo di un cenote?» constatò Williams.
   «Nessuno!» esclamò Kane. «Almeno in un cenote normale; ma in un cenote che rappresenta un sito archeologico a cui molti sono interessati… capisci che non mi sembra una grande idea.»
   Williams fece una smorfia. «Come al solito hai ragione tu.»
   «Non dovremmo entrare in azione?» chiese Gunn.
   Nessuno ebbe il tempo di rispondere che nell'aria iniziarono a esplodere colpi d'arma da fuoco. I missionari non volevano proprio saperne di lasciare che Robertson portasse via l'eredità dei loro antenati. Certo però, non erano combattenti.
   Sparavano in direzione del cenote, ma erano semplici colpi di avvertimento, per lo più sparati in aria e non a un bersaglio definito. Si auguravano che fuggissero, abbandonando le casse con tutto il loro contenuto, e che non tornassero più. Non si aspettavano che i loro avversari rispondessero al fuoco.
   Le raffiche devastarono la vegetazione come se fossero passate delle falciatrici elettriche. I missionari si trovarono crivellati dai proiettili, tuttavia non cambiarono il loro approccio allo scontro; e questa fu una decisione sbagliata. Continuavano a sparare esclusivamente a scopo intimidatorio, mentre i loro avversari miravano ad eliminarli. Nessun mercenario si sarebbe fatto scrupoli a massacrarli per proteggere il proprio compenso.
   Quando gli spari provenienti dal folto della giungla cessarono, i mercenari ripresero l'attività di carico delle casse, mentre un gruppo più piccolo, formato da tre uomini, tra cui Schroeder, andò a verificare che la minaccia fosse stata definitivamente neutralizzata.
   Schroeder riconobbe alcuni dei membri della Missione. Kane è qui intorno, pensò; ma non aveva tempo per quei pensieri. Era ad un passo dalla conclusione del proprio lavoro, che gli sarebbe valso uno dei più lauti compensi della sua carriera.
   Tornarono al cenote quando le operazioni di carico erano ormai agli sgoccioli. Pochi minuti e sarebbero partiti.
   «Altre minacce?» chiese Robertson.
   Dentro di sé, Schroeder pensò che avrebbe dovuto metterlo in guardia su Kane, ma si domandava anche a cosa sarebbe servito. Più volte aveva avvertito di non sottovalutarlo… e più volte nessuno gli aveva dato ascolto. «Nessuna. Coraggio, portiamo questa meraviglia lontano da qui.»

   Il convoglio ripartì pochi minuti dopo, e qualcuno in più ne attese Kane prima di permettere ai compagni di abbandonare il loro riparo. Tutti erano armati, ad eccezione di Gunn, che mai aveva tenuto in mano un'arma da fuoco in vita sua; stesso discorso per Amelia che imbracciava il kalashnikov come se non sapesse cosa fosse, non aveva nemmeno tolto la sicura. In pratica gli unici davvero armati erano Kane e Williams.
   Si mossero all'unisono in direzione del cenote. Anche se non sembravano esserci più pericoli, si spostavano comunque con grande cautela.
   Williams nascose una reazione di disgusto quando, con il piede, urtò il corpo di un missionario. «Oh Dio!» esclamò. Un proiettile gli aveva oltrepassato la testa, lasciandogli ben poco sulle spalle.
   Quelli che li avevano accompagnati erano tutti lì, stesi a terra senza vita, con i corpi crivellati di proiettili. Il rosso del loro sangue si era mischiato al verde della giungla, quasi rimandando agli antichi scontri tra gli Inca e i conquistadores.
   «Non devono lasciare il paese» annunciò Kane in tono deciso. Il massacro a cui avevano appena assistito non gli passava di mente.
   Gunn cercò di fargli notare che le loro speranze di fermarli erano molto esigue. «Ci servirà un passaggio. Altrimenti non li riusciremo mai a raggiungerli.»
   «Potremmo tornare alla Missione e farci affidare un mezzo per inseguirli?!» propose Amelia.
   «Impiegheremo troppo tempo, poi non riusciremo a raggiungerli» ribatté Kane.
   «Questa potrebbe servire?» chiese sarcasticamente Williams mostrandogli una trasmittente. «Funziona ancora. Forse l'hanno persa quando i nostri compagni missionari hanno iniziato a sparare.»
   «Perfetto» esultò Kane, dandogli anche un colpetto sulla nuca. «Dobbiamo riuscire a parlare con Reyes.»

I DimenticatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora