4 - Warning

7 1 0
                                    

6

Le risate però durano ben poco e lasciano gradualmente spazio alla preoccupazione, se non al panico, e alla realizzazione che saremo tutti rinchiusi in questo rettangolo di cemento per due mesi e nessuno avrà la possibilità di contattare il mondo esterno.

La mia mente viaggia e mi ritrovo a pensare a come dovremmo soffrire qui dentro senza poter chiedere aiuto a qualcuno la fuori, senza poter fare foto delle ferite che ci procureranno le suore e quindi senza essere creduti una volta usciti; mi rendo conto anche di quanto questo posto ci danneggerà anche psicologicamente e che di conseguenza non avremmo scelta se non quella di far finta di essere stati guariti dalle suore e di dare ulteriore credibilità a postacci come il campo di Don Matteo.

Voglio piangere, ma cerco di non farlo, sono ancora troppo imbarazzato dallo spettacolo che ho dato in chiesa; odio mostrarmi debole davanti agli altri e odio ancora di più gli sguardi pieni di pena nei miei confronti che mi vengono puntati addosso subito dopo.

-Axel- Ash mi riporta sulla Terra -ho finito di medicare i pochi graffi che avevo, vuoi venire con me a vedere se qualcuno ha bisogno di aiuto?- annuisco soltanto e ci fiondiamo fuori dalla porta

-Da quel che ho capito le stanze delle suore non sono su questo corridoio ma in quello di fronte, a sinistra della scalinata- mi spiega la mia compagna di stanza appena chiusa la porta, butto lo sguardo lungo lo stretto passaggio e di fatto noto delle porte oltre la ringhiera delle scale, sembra tutto uguale qui dentro, quasi come una prigione decorata con carta da parati verde di pessimo gusto e con un pavimento che scricchiola ad ogni passo, per non parlare della poca luce che rende questo corridoio degno di un film horror.

Camminiamo veloci per arrivare ad una delle prime porte sulla bocca del corridoio, Ash bussa e Neith ci apre quasi subito -Entrate dai, Artemisia è già qui- rimango impietrito dall'aspetto della camera: sembra abbiano fatto copia e incolla, non un solo dettaglio potrebbe differenziare camera di Neith da quella mia e di Ashanti, sento un brivido sulla schiena, questo genere di cose mi inquieta sin da piccolo.

-Allora, hanno ritirato pure i vostri?- Artemisia sembra non volersi perdere in chiacchiere superficiali se ha subito posto la domanda, il primo a rispondere è Neith -Sì, quello che avevo nello zainetto è sparito, ma per fortuna ho tenuto il mio vero cellulare nella tasca dei pantaloni tutto il tempo, abbiamo ancora una possibilità- finisce la frase con un largo sorriso e sento cedere le gambe "Axel ti prego! Datti un contegno!" ecco la mia coscienza che mi rimprovera, ma non posso farci niente, solo guardandolo mi sento mancare il respiro "Tu sei senza speranze Axel".

-Neith, spero vivamente tu non ci stia prendendo in giro- Ash sembra volersi trattenere dal voler saltare e ha un sorriso che illumina tutta la stanza -No affatto, ora venite qui e fatevi fare delle foto alle ginocchia, questo telefono sarà sotto mia stretta sorveglianza- una lampadina sembra essersi accesa nella mia testa -Spegni i dati, la posizione, wifi eccetera, dobbiamo usarlo solo per le foto. Non sappiamo se le suore sono in grado di tracciare segnali come quelli di un cellulare acceso- tutti quanti mi guardano stupiti, ma dopo qualche istante realizzano quel che ho detto e mi danno ragione.

-Sarà brutto dover soffrire, ma almeno saremo gli ultimi e ne usciremo vincitori- dice Artemisia timidamente.

-Teniamo duro ragazzi, credo in tutti noi- incita tutti Neith, annuisco e mi lascio fotografare le ginocchia.

Per la prima volta mi sento parte di un gruppo, ma non come nella mia comitiva, piuttosto sento di avere uno scopo comune con tutti loro e ho la motivazione che serve per raggiungerlo: faremo in modo di mandare questo posto alla rovina totale e balleremo sulle sue ceneri.

Il solo pensiero di una conquista del genere mi fa' scorrere adrenalina pura nelle vene, sono pronto.

-Ragazzi- Artemisia richiama la nostra attenzione -secondo voi come saranno le due sorelle?- prima che qualcuno le risponda un silenzio di riflessione invade la stanza.

Sono io a spezzarlo -Sicuramente saranno spaventate quanto noi, loro ancora non sanno delle "torture", ma sono abbastanza certo che per venire qui la situazione a casa è tutt'altro che fiori e arcobaleni- Neith mi guarda dritto negli occhi, quasi mi perdo in quel suo verde smeraldo -Ma indipendentemente da questo dovremmo provare ad accoglierle e creare un gruppo solido, non c'è nessuno dalla nostra parte qui dentro- cerco di finire di parlare in fretta, per evitare di perdere la concentrazione a causa del biondo che continua a fissarmi.

-Secondo voi a che ora arriveranno?- chiede sempre Artemisia -Non so, magari poco prima di cena, quelle maledette suore devono ancora dirci le famose regole di questo inferno, ma non si sono fatte scrupoli a martoriare le nostre ginocchia al primo giorno- risponde Neith con una punta di rabbia durante l'ultima affermazione, ma senza distogliere lo sguardo da me;

-Ragazzi- ridacchia Ash- volete un momento di privacy?- io arrossisco appena finisce di parlare, ma lui annuisce appena. Le ragazze lasciano la stanza e ci ritroviamo soli. Dalla parte opposta della stanza inizia a camminare verso il letto dove sono rimasto seduto, continua a venire verso di me, finché una delle sue gambe è in mezzo alle mie, l'altra è appoggiata sul letto; avvicina leggermente le labbra alle mie orecchie -Qui non devi fidarti di nessuno a parte me. Capito?- mi sussurra con tono freddo, non riesco neanche a chiedergli cosa intende che si ricompone e in pochi secondi è fuori dalla stanza mentre io rimango imbambolato a chiedermi il perchè di una tale affermazione.

Capisco del perchè non dovrei fidarmi delle suore o delle due domestiche, ma perché non di Ash o Artemisia? Loro sono nei guai fino al collo esattamente come me e lui, non potrebbero fare nulla per ferirci, hanno troppa paura anche solo per prendere un bicchiere senza essere accompagnate da uno di noi.

Continuo a ragionare, a cercare una ragione valida sul perchè non dovrei dare fiducia alle ragazze, ma i miei pensieri vengono interrotti dalla campanella delle Suore che annuncia la cena.

Mi alzo ancora sotto shock e mi incammino lentamente verso la sala, mantengo lo sguardo basso durante tutto il tragitto e a causa di questo mi ritrovo a sbattere contro qualcuno che era fermo davanti all'arco che precede l'entrata della stanza -Oddio scusa...- mi ritrovo a lasciare la frase appesa a causa del fatto che non riconosco la ragazza contro la quale sono andato goffamente contro.

Lei si gira quasi di scatto, i lunghi capelli biondi si muovono armoniosamente con lei, appena noto il suo viso pallido rimango a bocca aperta.

"Oooh, ma possibile che ti prendi una cotta anche per i muri?" devo dare ragione alla mia coscienza, ma non posso farci nulla se qui sono tutti bellissimi.

- No scusami tu, sono rimasta impalata davanti alla porta- ridacchia nervosamente -Comunque piacere- mi porge la mano -Mi chiamo Calliope, tu invece?-

-Piacere tutto mio, mi chiamo Axel, tu devi essere una delle due sorelle che stavamo aspettando- i suoi occhi si spengono quasi all'istante -Oddio, ho detto qualcosa di sbagliato?- chiedo subito dopo aver notato quel cambiamento d'umore -No, non preoccuparti, non potevi sapere che io non ho una sorella, ma un fratello- ora mi sento uno schifo, usare i pronomi sbagliati per denominare qualcuno è una delle cose che odio -Scusami veramente, le suore ci avevano comunicato diversamente- le dico desolato, ma lei mi sorride poggiando una mano sulla mia spalla e mi propone di entrare in sala a mangiare.

Mi siedo allo stesso posto di stamattina, mi ritrovo Neith alla destra mentre Calliope si siede vicino a quello che penso essere suo fratello, rimango sorpreso da quanto si somigliano: entrambi biondi, pelle pallida e i particolarissimi occhi, entrambi eterocromatici, un occhio azzurro mentre l'altro verde. Mi sento scemo a fissarli allungo, ma i loro occhi sembrano magneti che vogliono attrarmi nel paesaggio sconosciuto che contengono.

-Bene ragazzi, finalmente siamo tutti- Suor Anna ci da così il benvenuto alla prima cena qui nel campo -è ora di spiegarvi le regole.

Il magone che se ne era da poco andato torna più violento a togliermi il fiato.

13 scalini per la lunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora