𝐶.7

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*Flashback*...
Il suo alito affannoso puzzava di alcool, la morsa della sua mano viscida e invecchiata le stringeva i capelli, quasi fino a strapparli.
《Appena torno... Voglio vederti nuda...  Nuda, solo per me!》 Disse mentre i suoi occhi fuoriuscivano dalle orbita.
Lei lo guardò terrorizzata.
Le sue pupille erano dilatate, e quelle sopracciglia bruciacchiate, quelle labbra secche e screpolate, quei denti scuri ricoperti di schifosissime carie, e quel sorriso macabro... La teneva ingabbiata nel terrore.
《Sì, ok, ok.》
Le sue labbra si allargarono ancora di più.《Brava.》 Esclamò per poi lasciarla sbattere nel pavimento.
... *Ritorno a quel presente*
Suonò la sveglia del cellulare, Annette era ancora con la testa sotto quei morbidi cuscini di seta mentre immaginava quanto sarebbe stata bella la sua vita senza la scuola.
Quel telefono continuava a strillare, e lo schermo digitale indicava le 7:30.
La ragazza allungò il braccio, rimandò la sveglia alle 7:35, e tornò nel mondo dei sogni nel giro di pochi secondi.
Risuonò nuovamente, erano già le 7:35, doveva alzarsi, altrimenti avrebbe fatto tardi.
《Porca troia...》 Borbottò addormentata.
Le palpebre facevano fatica a rimanere aperte, e in quel momento lei avrebbe voluto soltanto spegnere tutto e dormire per almeno un mese.
Quel letto e quelle coperte calde sembravano non volerla mollare mai, erano come un rifugio, una tana, un paradiso.
*Non ce la faccio, oggi resto a casa* Pensò rintanandosi in fondo il piumone.
Prima di addormentarsi però, si ricordò di spegnere quel dannato cellulare per evitare rotture di palle dalla terza sveglia delle 7:40.
...
《Annette... Hey Annette!》
《Svegliati!》
《Annette!》
La ragazza aprì lentamente gli occhi, c'era quel rompiscatole di suo padre di fronte al letto che continuava a chiamarla.
《Alzati, dai!》
《Sono sveglia...》 Rispose lei sbadigliando.
《Vestiti, dai muoviti, ti accompagno io.》 Esclamò lui mentre si abbottonava il giubbotto.
*Che palle* 《Va bene.》
《Ti aspetto all'ingresso, muoviti sono quasi le dieci.》
Si alzò dal letto presa di freddo, aprì l'armadio e indossò i primi vestiti che trovò; un paio di jeans blu aderenti e una maglia nera con una scritta bianca: "Fuck You."
La giovane donna addormentata continuò a lamentarsi per diversi minuti mentre si preparava: *Scuola di merda.*
La sua stanza era ricoperta da poster di famose band punk rock, la scrivania era decorata con diversi disegni incompleti di personaggi anime, c'erano ancora i pezzettini di gomma consumata sopra i fogli, mentre il cestino era pieno di tempera colorata e cartacce.
Il portatile nel comò, era ancora in modalità riposo da quasi otto ore, avrebbe dovuto spegnerlo, ma non le andava.
Dalla finestra era quasi possibile vedere la nebbia che copriva il mare agitato, con quelle nuvole grigiastre, quegli alberi spogli scossi dal vento, e quelle macchine ammucchiate tra le strade prive di colori.
Nel frattempo, provenivano alcune voci fastidiose dalla televisione della cucina, era il telegiornale: 《All'interno della sua auto, la mattina del mercoledì scorso, un uomo di soli trentanove anni, "Jordan Br-》 La televisione venne spenta dal padre, che con tono spazientito richiamò nuovamente la figlia: 《Annette, ti vuoi sbrigare?!》
《Arrivo, arrivo...》 Rispose la ragazza dalla sua stanza sbuffando.
L'uomo controllò il suo orologio da polso, continuava a sbattere la suola della scarpa contro il pavimento impaziente.
Dopo qualche minuto, finalmente la ragazzina uscì dalla stanza, pronta per andare a scuola.
Il padre avrebbe voluto esprimere la sua opinione riguardante la stupida scritta della maglia di Annette, ma non voleva nemmeno perdere tempo, e si limitò soltanto ad aprire la porta d'ingresso.

𝐿𝐴 𝐿𝑂𝑅𝑂 𝑀𝑂𝑅𝑇𝐸.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora