Capitolo IV

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Per mia fortuna non vedo Fadime per tutta la mattina. Con Can stiamo visitando la Reggia di Caserta. Ci abbiamo messo un po' ad arrivare qui. O almeno per me è stata un'eternità. Vi immaginate un matrimonio in questo posto? Camminare con l'abito bianco in questo meraviglioso giardino, scendere la scalinata bianca e trovarsi poi lui, vestito di tutto punto che si gira a guardare la sposa?
Can mi passa la mano davanti agli occhi e io sbatto le palpebre.
<< Che succede?>> chiedo cercando di riprendermi dal mio sogno ad occhi aperti. Non so perché continuo a fare queste fantasie, io non sono più una tipa da matrimonio...
<< ti eri persa, stai bene? >>
<< si si, ho solo bisogno di... Ombra, si mi serve un po' di ombra>> lo tiro per un braccio e ci ripariamo vicino a una siepe. Mi tocco la fronte. Non so cosa mi stia succedendo, ultimamente è come se stessi lottando con me stessa. Ci sono momenti in cui volo in alto e altri in cui mi sembra di star facendo tutto sbagliato.
<< Ella vuoi dirmi che hai? È la seconda volta che guardi il vuoto. Stai bene? >>
<< stavo riguardando il vuoto? Scusami. Ho solo tanti pensieri questa mattina>> cerco di sorridergli ma non credo di ottenere un risultato convincente. << È per Fadime? >>
<< pff no, ma figurati... >> dico con una risatina tattica.
Lui guarda in giro per poi avvicinarsi a me di botto. Il suo viso a pochi centimetri dal mio mi confonde ancora di più. << Sai, la gelosia non mi piace>> mi dà un bacio veloce prendendomi di sorpresa.
<< E questo per cos'era? >>
<< per farti riprendere>> mi fa l'occhiolino e poi fa qualche passo ritornando al sole. Tende la mano verso di me,
<< vieni? >> mi invita con un sorriso.
Non me lo faccio ripetere due volte, afferro la sua mano e ritorniamo a passeggiare. L'idea di poterlo toccare in pubblico mi fa sentire meglio. Voglio fregarmene per una volta. Lo so che abbiamo deciso di mantenere il segreto e che non stiamo insieme o chissà che...Però non posso negare che mi piacerebbe proprio tanto se Fadime ci ribeccasse... Ho sbagliato a dire di non essere la ragazza di Can? E cosa avrebbe detto lui se l'avessi fatto? Non mi ha contraddetto, ha solo sorriso tutto il tempo godendosi la scena...
Scuoto la testa. Devo smettere di pensare.

                           ***
Dopo aver pranzato in un posto davvero niente male ma poco frequentato dai turisti, decidiamo di tornare in Hotel. Can ha un paio di interviste veloci da fare e deve prepararsi. Io non so  come passerò il mio tempo, magari starò ancora in piscina. Non mi dispiace prendere un po' di colore in viso.

Lo osservo mentre si abbottona la camicia e si sistema i capelli. Ormai non mi preoccupo più di sbavare davanti a Can e lui, dal canto suo, si gode tutte le mie attenzioni da pieno di sé qual è.
<< Vieni qui>> mi dice quando ha finito. Io mi alzo dal letto ancora su di giri per la scena che ho appena vissuto. Se potessi gli strapperei i vesiti di dosso. Quando è così coperto suscita in me pensieri ancora più peccaminosi.
<< dovevi per forza vestirti così? Adesso sarà difficile per le giornaliste staccarti gli occhi di dosso. So già che cercheranno di palparti! >>
Afferra i miei fianchi e mi attira a sé. Io metto le mani sul suo petto.
<< l' unica dalla quale voglio essere palpato in questo momento è davanti a me. E poi non preoccuparti, so difendermi.Vorrei poter mandare tutto in aria e stare qui con te ma devo andare o faccio tardi>> mi alza il mento e mi bacia velocemente.          << aspetta, un altro>> lo riafferro e lo bacio con più ardore.
<< mm devo andare>> mi scocca un ultimo bacio e poi va via.
Faccio il broncio ma lui non lo vede neanche. Rimango a fissare la porta per cinque minuti buoni prima di darmi una mossa e non rimare qui a pensare. Forse prima della piscina mi conviene andare in palestra. Ma si, perché no. Ripesco in valigia le cose per allenarmi e vado al primo piano. Spero funzioni almeno un po' per distrarmi.

Il rumore delle mie scarpe sul tapis è l'unica cosa che sento mentre corro affannata guardando la vetrata davanti a me. La palestra è in un piano rialzato che dà sulla piscina. È una bella vista in fin dei conti. Immagino Can correre vicino a me, ripenso al suo sorriso, alle sue carezze. Abbiamo altri due giorni ancora insieme, almeno in teoria... Vedo un tizio che assomiglia molto a Can passarmi praticamente davanti e perdo l'equilibrio capitolando - non so come - per terra. Si girano tutti ma solo una persona corre a darmi una mano. Da quanto tempo non facevo una figuraccia? Stavo quasi abituandomi alla cosa. Dannazione.
<< Stai bene?>> mi dice un tizio con la maglietta rossa. Una scritta gigante, " personal trainer", mi sbatte in faccia mentre  mi aiuta a stendermi meglio per controllare che non abbia nulla di rotto. Mi gira la testa. Non ho capito come ho fatto a cadere, correre dovrebbe essere una cosa abbastanza naturale.
<< Sto bene>> dico. La gente è venuta a controllare. Che imbarazzo tremendo. Faccio un sorriso e provo ad alzarmi.
<< Ah no, aspetta un attimo. Rimani stesa. Prendo del ghiaccio>> mi sorride.
In effetti devo aver sbattuto forte in più di un punto perché comincio a percepire dolore alle gambe. Il ragazzo ritorna con del ghiaccio istantaneo e me lo appoggia su entrambe le ginocchia.
<< adesso piano piano ti aiuto a metterti seduta, ok? Hai preso una bella botta ma poteva andare peggio>> gli altri riprendono ad allenarsi ma continuano a lanciarmi occhiate che mi danno davvero fastidio.
<< mi dispiace, io pensavo di aver visto una persona... Mi sono distratta e sono caduta>>
<< ti stai scusando con me perché sei caduta? >> mi dice stranito.
<< immagino di sì. Lasciamo stare>> lo guardo per la prima volta negli occhi. È forse l'hotel dei Manzi? Distolgo lo sguardo.
<< Credo sia meglio che tu vada in camera.  Se vuoi ti accompagno, non è il caso di continuare ad allenarti>> mi dice con gentilezza.
Mi aiuta ad alzarmi. Ahi, che male. Il ginocchio destro è parecchio indolenzito. Mi appoggio sul ragazzo istintivamente.
<< non riesci ad appoggiarlo? Magari posso portarti in infermeria e vediamo se c'è qualche problema... >>
<< oh no, tranquillo, è solo la botta. Credo di aver sbattuto di più la coscia. Non penso ci sia qualcosa di rotto in ogni caso. Vorrei solo andare in camera>>
<< ok, andiamo in ascensore e ti aiuto a stenderti, poi>>.
<< grazie, sei molto gentile, davvero>>.

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