CAPITOLO 7

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"Vostra maestà, è un onore avervi con noi". Jimin, al sentire quelle parole, fece un rapido sorriso al servitore per poi attraversare con passo veloce e sicuro l'ingresso e, in seguito, percorrere le scale che lo avrebbero portato al piano superiore. Aveva un bisogno urgente di parlare con Taehyung di questioni di massima importanza relative al Paese e, avendo anche un bisogno disperato di sfogarsi, non aveva pensato ad altri se non a lui, l'unica persona di cui si fidasse per davvero.

Percorrendo il lungo corridoio del piano superiore quasi di corsa, giunse finalmente davanti alla porta delle stanze dell'amico e, senza premurarsi di bussare, vi si fiondò dentro cercando fin da subito con sguardo frenetico l'altro. Lo trovò seduto tra le candide lenzuola del letto in compagnia di Jungkook, seduto, invece, sul pavimento ai piedi del letto. Il primo aveva in mano un libro, simbolo del fatto che stesse leggendo qualcosa, probabilmente sia a lui che al castano, visto che quest'ultimo non aveva niente in mano se non un bicchiere contente qualcosa di trasparente - Jimin intuì fosse semplice acqua -. Quest'ultimo, al vedere gli occhi straniti di entrambi i ragazzi su di lui, si imbarazzò leggermente, rendendosi conto che l'entrata appena fatta non fosse stata una delle migliori - e, probabilmente, era pure tutto scomposto ed affaticato, visto la corsa che aveva fatto lungo scale e corridoi -.

L'urgenza di parlare con l'amico, però, era ben superiore all'imbarazzo, quindi, non curandosi del suo aspetto e del fatto che gli altri due ragazzi stessero facendo altro prima della sua entrata, disse: "Buongiorno a tutti e scusate per il mio arrivo improvviso e poco educato, ma, Jungkook, avrei un bisogno davvero urgente di parlare con Taehyung. Se non ti dispiace, potresti lasciarci soli". Il nominato, anche se leggermente stranito dalla situazione, non obbiettò - era il principe a chiedergli ciò, non poteva sicuramente rifiutarsi - e, dopo aver rivolto un cenno di saluto al biondo seduto sul letto e un inchino di rispetto al giovane reale, si diresse fuori dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle e lasciando finalmente soli i due giovani amici.

"Principe Jimin, cosa la porta qua? Come mai mi sembra abbia l'aria così sconvolta?" chiese immediatamente Taehyung, intanto che osservava l'amico sedersi accanto a lui sul letto. I suoi movimenti erano stanchi, lenti e svogliati, ma l'espressione sul suo viso, invece, era lo specchio dell'ansia e della preoccupazione più pura.

"Il figlio del duca Min, vale a dire Yoongi, è venuto a parlare con me questa mattina" iniziò a raccontare, lo sguardo, apparentemente perso nel vuoto, in realtà concentrato ad elaborare ogni ricordo di quell'incontro. "Mi ha riferito che da tempo teneva d'occhio un uomo abbastanza sospetto, poiché sapeva girassero voci sul fatto che sia uno a conoscenza di attività private riguardanti la Francia e che le vada a riferire ad una stretta cerchia di nobili".

"In che senso attività private riguardanti la Francia? E perché riferirle a una stretta cerchia di nobili? E quali?" chiese immediatamente Taehyung.

"Ad esempio, trattati tra i vari Regni, alleanze tra Paesi, scambi importanti per il vantaggio di ognuno. Insomma, attività che sarebbe meglio rimanessero in mano alla famiglia reale e alla stretta cerchia di consiglieri" rispose il principe. Poi, anche se più insicuro, continuò dicendo: "Per le altre due domande, mi posso ricollegare a quello che Yoongi mi ha riferito stamane. Non si sa chi siano questi nobili coinvolti, ed anche se si avessero dei sospettati, non avendo prove sul coinvolgimento di questi e su ciò che fa quest'uomo, non possiamo neanche incriminarli. O, almeno, questo fino a stamattina". Jimin si fermò nuovamente, assorto nei suoi pensieri. La parte più importante del discorso arrivava adesso, ma non sapeva se parlarne o no, non tanto perché non si fidasse, solo...non sapeva se fosse giusto coinvolgere il suo più caro ed unico amico in tutto questo, quando neanche lo riguardava.

Intuendo che il grigio avesse un qualche strano turbamento, Taehyung si allungò verso di lui e lo abbracciò avvolgendolo con le sue esili braccia. Il maggiore, senza esitazione, appoggiò il capo sul petto dell'altro e si lasciò cullare dolcemente dal suo respiro lento e dalle sue mani che lo accarezzavano delicatamente. Solo Taehyung riusciva a calmarlo e dissipare ogni suo qualsiasi dubbio in così poco tempo e con poco sforzo.

"Yoongi lo ha seguito qualche sera fa in una locanda, convinto di riuscire finalmente a ricevere una qualche concreta informazione in più; e non si sbagliava. Ha notato un povero ragazzo avvicinarsi a lui per vendere fiammiferi, e fin qui nulla di strano. Se non fosse che poco dopo si è seduto al tavolo con lui e, in seguito ad una veloce e fintamente allegra conversazione, ha potuto osservare il piccolo fiammiferaio intascarsi una lettera consegnata proprio da quell'uomo che inseguiva da mesi. Ha dovuto aspettare fino all'alba del giorno seguente per fermare il ragazzino e strappargli la lettera per poterla leggere". Ancora una volta Jimin interruppe il suo racconto, questo solo per potersi staccare dall'abbraccio dell'amico e, dopo essersi alzato, dirigersi davanti all'enorme vetrata che dava sul giardino, mettendosi ad osservare il cielo sereno e chiaro che accompagnava quella giornata.

Rimanendo voltato di spalle, si decise a concludere il racconto: "Yoongi mi ha riferito che quella lettera fosse indirizzata al duca Edmond Boyer e che contenesse informazioni riservate su vari accordi tra il regno di Francia e quello d'Inghilterra. Non sa di preciso cosa volesse farsene di quelle informazioni, ma entrambi deduciamo non ci siano sicuramente buoni propositi dietro a tutto questo".

"Che fine ha fatto l'uomo? Ed il fiammiferaio con la sua lettera?" chiese curioso il più piccolo.

"Per quanto riguarda l'uomo misterioso, avendo preferito scoprire il contenuto della lettera, Yoongi se l'è dovuto far sfuggire. Invece, in merito al piccolo fiammiferaio, il giovane duca ha deciso di ridargli la lettera, nelle condizioni uguali a prima che la aprisse e leggesse, e gli ha fatto promettere di tenerlo aggiornato almeno una volta alla settimana, trovandosi ogni sabato pomeriggio alla stessa locanda in cui si sono incontrati. Per evitare che non mantenesse la parola data, Yoongi è riuscito a trovare il modo giusto di minacciarlo, sfruttando di raccontare il suo fallimento della missione al suo padrone Edmond, di cui sembra avere tanta paura. Quindi, spero davvero tanto che da tutto questo emergano altre informazioni, per il bene della Francia".

"Principe Jimin, io non so davvero che dire. Sicuramente posso confermare non ci sia niente di buono dietro a tutto questo, altrimenti perché volere informazioni riservate di cui non bisognerebbe essere a conoscenza?". Pronunciata la domanda senza risposta, Taehyung si alzò dal letto e, sistematosi meglio la vestaglia attorno all'esile corpo, si avvicinò a quello più robusto dell'amico abbracciandolo da dietro per confortarlo. Poi continuò dicendo: "Qualunque cosa dovesse accadere, sappia che ha tutto il mio appoggio e aiuto, quando vuole e per sempre". Si interruppe un istante per lasciare un dolce bacio sulla sua guancia e, decidendo di lasciar stare per una volta le formalità, aggiunse: "Ti voglio tanto bene, Jimin".

A quel gesto così gentile e sincero, il principe non resistette e si girò per avvolgere le braccia attorno alla vita dell'altro e per stringerlo forte a sé. Poi, in un piccolo sussurro, bisbigliò: "Grazie per tutto Tae, ed anche io ti voglio tanto bene". 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 06, 2020 ⏰

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