CAPITOLO 5

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"Hoseok, vieni immediatamente qua!" urlò, autoritario, l'uomo, vestito di un completo nero elegante, seduto su una poltrona davanti al camino, affiancato da un altro uomo, altrettanto elegante, ma con addosso un abito bianco e con quella lunga e inquietante cicatrice sul volto.

Un ragazzo dai capelli rossi ed un viso di una bellezza unica, tremante, si avvicinò all'uomo che l'aveva chiamato, prostrandosi ai suoi piedi. Il fuoco, accanto al suo corpo poco e mal vestito, gli diede un po' di sollievo in quella serata particolarmente fredda. "Mi d-dica, padrone" balbettò, in seguito, Hoseok.

"Ho un compito importante da assegnarti" iniziò a dire, mentre stanziava i suoi occhi sinistri sulla testa rossa del suo servo preferito, compiacendosi di trovarlo così sottomesso a lui. "Devi recarti all'osteria 'Les Papillons', la solita in cui mi reco per riunioni importanti, dovresti avercela presente. Quando arriverai lì, per le dieci di stasera, troverai un uomo, vestito con un elegante completo azzurro, seduto al tavolo all'angolo sinistro del locale, quello meno visibile". Si fermò un attimo per osservare il viso del suo amato servitore, ora non più rivolto a terra, ma verso la sua figura. Dopo un cenno affermativo del capo di Hoseok, l'uomo continuò il discorso: "Ti siederai al suo tavolo, facendo finta di vendergli qualche pacchetto di fiammiferi, e, invece di porgli la tipica domanda di quando vuoi far comprare qualcosa, gli dirai questa semplice frase: 'sur la France'. A quel punto, l'uomo ti consegnerà una lettera di elevata importanza; ecco, dovrà assolutamente arrivare a me, a qualunque costo". Si fermò nuovamente per accendere il sigaro avuto un attimo prima dall'ospite seduto di fronte a lui, poi, per concludere il discorso, aggiunse: "Quella lettera deve passare inosservata, sia chiaro. In ogni caso, per non destare sospetti, fate finta di intavolare un discorso e di iniziare a prendervi qualcosa da bere, che lui stesso ti offrirà; oltre a farti comprare un pacchetto di fiammiferi. Ti fermerai a dormire in quella locanda - tieniti la lettera stretta al petto anche mentre dormi, è davvero importante - e tornerai da me domani mattina. Se fallirai non userò le solite punizioni che io amo tanto applicare su di te, ma sappi semplicemente che potrei anche arrivare ad ucciderti. Ti sto affidando una missione di massima importanza e segretezza".

Hoseok, avute tutte le istruzioni, rispose con voce tremante: "Ho re-recepito gli ordini, m-mio signore. Ma avrei sol-solo due d-domande da f-fare". L'uomo, impegnato a fissare il fuoco, spostò lo sguardo severo in quello del ragazzo, per poi fare un cenno affermativo, permettendogli di continuare. Hoseok, allora, chiese: "A che ora dovrei partire? E con che mezzo mi recerò alla locanda?".

"Partirai verso le nove di stasera, vale a dire tra circa tre ore. Arriverai all'osteria a cavallo, uno dei più vecchi che abbiamo, per non destare sospetti sulla tua figura da povero mendicante, e dovresti anche arrivare una ventina di minuti prima. In tal caso, mettiti a vendere fiammiferi alle persone, tanto per calarti nella parte del ragazzo povero e destare ancora meno sospetti. Tornerai con lo stesso mezzo o a piedi, se non troverai più l'animale; cosa di cui dubito" rispose il padrone, per poi alzarsi, buttare il sigaro nel camino e porgere la mano al suo servo, aggiungendo, riferendosi, però, all'uomo vestito di bianco: "Ora, avrei una piccola faccenda da sbrigare con il mio servo. Se non ti dispiace attendere un momento il mio ritorno, Dorian...".

L'uomo, con quell'inquietante cicatrice sul volto, rispose con un semplice cenno affermativo del capo ed un sorriso sinistro sul viso. Il padrone di casa, dopo aver fatto alzare Hoseok da terra, tenendolo sempre per mano, attraversò l'enorme salone della sua villa, uscendo poi da esso per ritrovarsi all'interno del grande ingresso. Da lì, prese a salire la scala a chiocciola in marmo, dirigendosi alle stanze del piano superiore, con precisione, nella sua grande e lussuosa camera. Quando entrambi entrarono nella stanza dell'uomo, quest'ultimo non perse tempo e sbatté al muro il rosso, impossessandosi immediatamente delle sue labbra, coinvolgendolo in un bacio focoso. Non aveva molto tempo, visto che il suo servitore si sarebbe dovuto preparare per la missione. Quindi, senza perdersi nei soliti giochetti, denudò velocemente il rosso e, subito dopo, se stesso. In seguito, mise le mani sotto le cosce del ragazzo facendo forza per prenderlo in braccio e, continuando a baciarlo, si incamminò verso il letto facendolo poi sdraiare sotto di sé. Mentre baciava e segnava il petto del bellissimo ragazzo sotto di lui - sul collo era meglio non lasciare alcuna traccia -, spostò le mani dalle cosce al sedere del sottomesso, allargandolo ed inserendo immediatamente un dito all'interno della sua stretta apertura. Un soffocato gemito di dolore uscì dalla bocca di Hoseok; era una persona con una soglia bassissima del dolore, infatti si faceva male con niente, ed il fatto che avesse inserito il dito in quel modo violento e senza neanche bagnarlo un pochino per alleggerire l'attrito, non lo aveva di certo fatto gioire o godere. Anche se di godere a tutti gli effetti in quelle situazioni proprio non se ne parlava. Certo, la reazione fisica del suo corpo a questi momenti, purtroppo, era inevitabile, ma, con questo, non voleva dire che ciò che stava subendo fosse ciò che davvero voleva.

L'uomo sopra il giovane ragazzo, però, era davvero frettoloso di arrivare al sodo, così, senza preoccuparsi minimamente del dolore del suo servo, nonostante fosse a conoscenza della sua sensibilità, inserì contemporaneamente altre due dita all'interno dell'apertura, faticando un pochino a causa dell'attrito. Con forza ed insistenza, si mise a spingere tutte e tre le dita all'interno di quell'antro caldo, sforbiciando anche per allargarlo, senza preoccuparsi del grande dolore che aveva arrecato al suo sottomesso che, proprio per questo, si era messo a singhiozzare e piangere sommessamente. Dopo essere riuscito ad allargare sufficientemente l'apertura, l'uomo tolse tutte le dita da essa e spostò le mani sulle morbide cosce del ragazzo, facendogliele allargare maggiormente. In seguito, portò il suo sguardo sul volto di Hoseok, pronto ad osservare le sue smorfie di dolore, che tanto lo facevano eccitare, e, allineando il suo membro eretto alla sua entrata, si spinse all'interno di essa, non riuscendo a trattenere un forte gemito nel sentire quel calore avvolgere la sua erezione. Il rosso, a differenza dell'uomo sopra di lui, non poté trattenere l'urlo di dolore che, inevitabilmente, si liberò dalle sue labbra, mentre aumentava il flusso di lacrime lungo le sue soffici guance. Si sentiva letteralmente spaccato in due. Nonostante non fosse la prima volta che il suo padrone usufruisse del suo corpo, forse a causa della sua non sopportazione del dolore o forse perché non era un rapporto totalmente voluto anche da lui, non riusciva comunque ad abituarsi a quella intrusione; o semplicemente, alla situazione in sé e per sé.

Dopo minuti che ad Hoseok parvero interminabili, in cui però, per sua fortuna, il dolore si era tramutato in piacere, l'uomo sopra di lui iniziò ad aumentare la forza e la velocità delle spinte, sinonimo che stesse per raggiungere l'apice del piacere, e, nel mentre, portò la sua mano destra a massaggiare il membro del rosso. A causa della sensibilità del suo corpo, ci mise veramente poco a venire e, come d'abitudine, per accontentare il suo padrone, urlò il suo nome: "S-signor Ed-Edmond!". L'uomo, sentendo il suo membro venir stritolato dalle carni del suo servo ed il suo nome uscire da quelle labbra rosse che tanto adorava, non resistette oltre e si riversò all'interno della cavità calda del ragazzo. Stanco, il signor Edmond si lasciò cadere di fianco ad Hoseok ed entrambi, stremati a causa dell'amplesso appena finito, cercarono di riprendere fiato.

Dopo vari minuti di silenzio passati a fissare il vuoto, l'uomo si tirò a sedere, poi si girò verso il rosso e si abbassò verso il suo viso unendo le loro labbra e dando vita ad un lungo ed appassionato bacio; uno scambio di saliva che durò fino a che Edmond non ebbe più fiato. Al termine di esso, si alzò, si rivestì e si risistemò velocemente. Poi si diresse verso la porta aprendola e, prima di uscire, rivolse un'ultima occhiata ad Hoseok, dicendogli: "Come al solito, è stato fantastico. Il tuo corpo è davvero perfetto e sei così sensibile a tutto; piacere e dolore. Se non avessi un ospite ad attendermi, non so se ti avrei lasciato libero di andare a prepararti per la missione". Un sorriso sinistro apparve sul suo volto mentre osservava quel corpo nudo ancora disteso sul suo letto. Appariva così peccaminoso ed eccitante. La sua pelle era piena di segni rossi, viola e graffi, il viso era ancora rigato dalle lacrime e le sue morbide guance erano tutte rosse, mentre i capelli erano tutti scompigliati e contornavano perfettamente il suo volto. Infine, le gambe erano piegate e spalancate, lasciandogli la perfetta visione del suo sperma colato lungo quelle cosce tanto morbide e che tanto adorava. Hoseok sapeva bene che la posizione che aveva adottato era ciò che voleva vedere l'uomo, prima di abbandonare la sua stanza. Cielo, era tutto così umiliante per lui. Desiderava solo che quell'uomo uscisse dalla stanza, lasciandolo in santa pace.

Dopo aver contemplato quello spettacolo, Edmond fissò il suo sguardo negli occhi del servo ed aggiunse con un tono fermo e serio: "Ti raccomando di portare a termine l'incarico che ti ho assegnato. Non puoi assolutamente fallire". Dicendo questo, abbandonò definitivamente la stanza. Hoseok sapeva benissimo che doveva alzarsi per prepararsi per la missione che avrebbe dovuto svolgere, ma, nonostante questo, si concesse qualche minuto di pianto di disperazione sul quell'enorme letto, in quella fredda stanza che tanto odiava.

AVVISO

Volevo solo avvisare chi sta leggendo questa storia (a proposito, spero vi stia piacendo un pochino), che ho cambiato il nome della principessa da "Jooe" a "Mina". Ho fatto questa piccola modifica perché ritengo che il secondo nome sia più pratico e adeguato (scusami Jooe, ti adoro comunque). Con questo, buona serata (o giornata).

Vera.

Parlami d'amore - KookVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora