Capitolo 2

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Il fastidioso suono della sveglia costrinse Kaede ad allungare un braccio fino al comodino, lasciando disperdere il torpore che le pesanti coperte le procuravano.
-mpff, stupido aggeggio... -mugugnò qualche insulto nei confronti del creatore delle sveglie, mentre spegneva l'affare. Tornò a posare la faccia sul cuscino, stringendolo con le braccia magre.
-Kaede svegliati! Oggi c'è l'esame! -le gridò la madre, dalla cucina.
-sì. -disse svogliatamente la ragazza, senza aver in realtà compreso del tutto le parole della donna.
-Kaede l'esame! -le fece eco Michiko, senza sapere veramente cosa fosse quell'esame. Nessuna risposta proveniente dalla ragazza.
-L'ESAME! -strillò d'un tratto, alzando di scatto il busto. I capelli color carota solitamente lisci, erano scompigliati, e ricordavano vagamente un cespuglio.
Scese dal letto, posando i piedi nudi sulla moquette color rosa tenue della sua camera. Non era una grande stanza, era abbastanza per una ragazza della sua età; le pareti erano bianche, ricoperte da foglie autunnali dipinte a mano direttamente sull'intonaco del muro. Spiccavano tra queste le foto della famiglia di Kaede, insieme a poster di band, quali BTS e Imagine Dragons.
Accanto alla scrivania, vi erano delle mensole, che tenevano vecchi e nuovi libri di scuola, quaderni e manga.
Kaede uscì dalla stanza, precipitandosi in bagno. Fece una veloce doccia e si sistemò i capelli, riuscendo in un qualche modo a farli diventare ancora una volta lisci. Tornò nella sua camera, fiondandosi sull'armadio. Aprì le ante del mobile, e ne tirò fuori la divisa della sua scuola media, composta da una camicia bianca, una foulard e una gonna blu scuro e delle parigine nere. Fece una scivolata sul parquet del corridoio, entrando rapidamente nella cucina. Michiko e la madre le rivolsero uno sguardo, la prima felice e la seconda di resa.
-sono solo le sette, l'esame comincia alle otto e mezza. -sospirò la donna, finendo di imburrare un toast. Kaede si sedette al fianco delle sorellina, che stava tranquillamente mangiando dei biscotti con del latte caldo.

Finita la colazione, prese il suo solito giubbotto e lo mise addosso. Indossò anche le sue scarpe di tela. Prese le chiavi dal mobiletto di legno, e le sistemò in una piccola tasca dello zaino rigorosamente nero, infilandovi dentro frettolosamente il cellulare e gli auricolari.
-io vado! -disse aprendo la porta.
-buona fortuna! -furono le ultime parole che sentì per quella mattina, pronunciate dalla madre e dalla sorellina.
Cominciò a scendere i gradini, due alla volta, in preda all'euforia. Aprì il portone del condominio, e se lo richiuse alle spalle con un sonoro tonfo, che risuonò per tutto il palazzo.
Iniziò a camminare lentamente verso la stazione, per prendere il treno che l'avrebbe portata verso il liceo in cui ogni giovane con aspirazioni da eroe sognava di frequentare.
Arrivata davanti il locale che tanto le piaceva, pensò che sarebbe stato più piacevole ascoltare la musica durante il tragitto. Tirò fuori dallo zaino le cuffiette, già collegate al telefono, ed estremamente annodate. Sospirò cominciando a sbrogliare i cavi; una volta finito il lavoro, infilò nelle orecchie gli auricolari, e scelse una canzone dalla sua vasta play-list.
Continuò il suo cammino, mentre si rendeva conto che aveva dimenticato l'ombrello a casa. Il cielo era grigio, coperto da grossi nuvoloni che annunciavano pioggia.

La stazione brulicava di gente, tutta uguale, agli occhi di Kaede. Il treno arrivò, accompagnato da un sonoro boato. La ragazza di affrettò a salire sul mezzo, pensando al fatto che sarebbe stato molto più comodo vivere più vicino alla scuola.
Si sedette in uno dei posti ancora liberi, tra un'anziana signora dal viso rugoso, e un ragazzo apparentemente sulla ventina d'anni.
Poco più in là, nella sua stessa fila, stava seduto un ragazzo con dei capelli viola rivolti verso l'alto. Aveva un'espressione apatica, e fissava con sguardo perso il vuoto davanti a se. Sembrava avere la stessa età di Kaede, nonostante fosse più alto di lei.
Arrivati a destinazione, lei scese velocemente dal treno. Cercò con lo sguardo la chioma violacea del ragazzo, chiedendosi come avesse fatto a perdere tra la folla anche un tipo a dir poco singolare come lui. Avrebbe voluto parlargli, per capire se anche lui stesse per affrontare l'esame d'ingresso per la Yuei.
Scosse le spalle, cominciando a camminare in direzione dell'uscita della stazione.

Arrivata davanti il grande edificio che era la Yuei, prese una grossa boccata d'aria.
Il suo futuro sarebbe stato deciso lì. Mentre entrava, notò lo stesso ragazzo dai capelli viola, camminare spedito verso l'ingresso.

Bleeding out (Hitoshi Shinsou x OC)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora