Kaede allungò una mano, per posarla delicatamente sulla superficie trasparente che la separava dal paesaggio urbano di Tokyo. I vetro della finestra era rigato e punteggiato dalle gocce di pioggia che scendeva dal cielo senza freni. Era autunno, la sua stagione preferita.
Staccò la mano dal vetro, per poi usarle entrambe per sollevare la tazza, che conteneva del caldo tè verde. Sorseggiò lentamente il liquido, gustandolo fino all'ultimo tra pause per riprendere fiato.
Ripose la tazza vuota sul tavolino di legno che le stava davanti.
Le maniche della calda felpa azzurro chiaro le arrivavano fino alle dita. Prese a fissare con insistenza il fondo dell contenitore di ceramica, cosparso dei residui di tè, come a volerne leggere il significato. Scosse la testa, facendo fuggire così i mille che infestavano la sua mente.
Riportò lo sguardo vuoto e stanco sul panorama piovoso e freddo che le si estendeva sotto gli occhi. L'asfalto delle strade era reso più scuro dall'acqua che vi pioveva sopra senza ritegno, mentre la gente, rigorosamente munita di ombrello, vi passeggiava sopra, presa dai propri pensieri troppo importanti per essere rimandati.
I palazzi emanavano le solite luci, accese in attesa del buio della sera.
Kaede si alzò dalla sedia di legno su cui era seduta, e so avvicinò al bancone del locale in cui sostava da ormai ore.
Allungò quattrocento yen sulla superficie legnosa. La commessa prese i soldi e la salutò con un freddo sorriso di cortesia. Kaede non si curò neanche dell'espressione finta delle donna, troppo impegnata a chiudere la cerniera lampo del suo morbido e caldo cappotto invernale. Girò sui tacchi, e uscì dal piccolo ma confortevole bar che tanto le piaceva.
Era un locale a tema musicale, diviso in tre stanze: una era quella che presentava la porta d'ingresso, riempita da due tavolini muniti di sedie, e dal bancone, dietro la quale stava una parete rivestita di mensole piene di alcolici vari; la seconda era la cucina, mentre l'ultima stanza era la saletta piena di tavoli e sedie. La parete frontale alla porta, era rivestita da ripiani, che portavano totalmente almeno un centinaio di dischi di cantanti e band varie. Nell'angolo opposto alla vetrina stava un lettore CD, della quale i clienti potevano fare libero uso.
Ferma sulla soglia aprì l'ombrello color blu di Prussia, e cominciò a camminare, attenta a non fare bagnare troppo le scarpe, fatte di tela nera.
Si concentrò sui suoi pensieri e sui rumori che la circondavano; lo scrosciare della pioggia, il parlottare della gente, i passi sull'asfalto bagnato, e i motori delle macchine. Li ascoltò un po', per poi eliminare anche quelli dalla sua attenzione.
Pensò. Pensò a lungo. Non pensò a nulla di particolare, solo ai suoi stupidi dubbi personali.
Arrivò davanti al portone del complesso condominiale in cui viveva in un appartamento, in compagnia della madre, Hitomi Matsumoto, e della sorellina minore. Prese il mazzo di chiavi dalla tasca del giubbotto, e selezionò l'oggetto metallico che combaciava con la serratura.
Uno schiocco, e la porta si aprì con un colpo secco. Kaede posò si posò con poca grazia sullo zerbino dell'ingresso, mentre chiudeva l'ombrello, attenta a non bagnarsi.
Strofinò le suole delle scarpe sul tappeto, mentre lasciava sgocciolare l'ombrello blu. Una volta finito, cominciò a salire le scale, con passo svogliato. Posò l'ombrello davanti la porta di legno di casa sua, e alzò la mano che teneva strette le chiavi. Aprì la porta, ed entrò.
Posò il mazzo di chiavi nel piccolo mobiletto apposito. Si sedette sul pavimento e sfilò le scarpe, stenta a non bagnarsi. Si tolse il giubbotto, appendendolo per il cappuccio all'attaccapanni.
-sono a casa! -disse con voce monotona. Nessuna risposta. Sentì dei passi, correre nella sua direzione. Il faccino sorridente di Michiko la investì in tutta la sua radiosa felicità.
-bentornata sorellona! -strillò contenta, mentre le saltava in braccio.
Kaede la prese al volo, e la strinse a se. La sua adorata sorellina, uno dei suoi pochi raggi di luce. Sorrise, un sorriso vero.
-eh già. -le rispose la ragazza. Continuando a tenere la bambina in braccio, Kaede si avvicinò alla porta della cucina, e gettò nella stanza uno sguardo. Sua madre le sorrise lievemente, mentre con pazienza controllava la pentola sul fuoco.
Michiko si divincolò dalla presa della sorella, e corse a sedersi ai piedi del divano, per guardare la televisione.
Kaede avvertì qualcosa strusciarsi contro la sua gamba, e abbassò lo sguardo. Luna, la sua gatta nera, le rivolse un'occhiata apparentemente contenta con i suoi occhi verde smeraldo. Kaede la prese in braccio e cominciò a coccolarla, mentre questa faceva le fusa.
Si sedette sul divano, accompagnata dalla madre.
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Bleeding out (Hitoshi Shinsou x OC)
Fanfic⚠attenzione la storia tratta l'argomento depressione⚠ Kaede Ikeda, una ragazza di 14 anni. Il suo sogno è diventare un'eroina. Non ha un passato felice, il suo presente è pieno di ostacoli e il futuro è qualcosa che lei vorrebbe poter scoprire. Nono...