nine - where is Gustav? -

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Quando arrivai alla casa dove si era tenuta la festa era tutto sporco: bicchieri, piatti, vetri, qualunque cosa era per terra. Ero impresentabile, ma non m'importava molto, volevo sapere dov'era Gustav.

Notai Tracy seduto sugli scalini dell'entrata, nella veranda, e gli corsi incontro. Era sicuramente fatto, ma l'unico che poteva realmente aiutarmi.

« Dimmi dov'è Peep. » ordinai severa, il ragazzo strabuzzò gli occhi. « Che ne so amica, ti sembro sobrio? Ti pare che sia la mia priorità adesso? » mi domandò retorico, aprendo le braccia.

L'odore di alcool ed erba che aveva addosso era fortissimo e mi stimolava il rigetto. Lo sorpassai, mettendogli una mano sulla spalla per spostarlo ed entrare in casa.

Sul divanetto difronte a me c'erano dei ragazzi e delle ragazze sedute sopra di loro. Alcuni si baciavano appassionatamente e altri fumavano il narghilè presente al centro del tavolino di legno.

Mi avvicinai a loro, magari sapevano dove fosse.

« Avete visto Peep? Lil Peep. » chiarii, sperando che qualcuno lo avesse visto e se ne ricordasse. Scossero la testa, spiazzandomi completamente.

Non avevo idea di cosa fare, ero letteralmente in panicata. Il suo cellulare era presumibilmente morto, a giudicare dalla caduta che avevo sentito.

C'erano altri tre divanetti, ma non avevo voglia di guardare, così salii di sopra, supplicando la fortuna di trovarlo lì proprio in quel momento. Corsi talmente tanto sulle le scale che feci rumore, facendo voltare un gruppetto appena sotto di esse.

La musica era soft, il casino creato dalle molteplici voci che si affollavano nella villa. Mentre camminavo tra le stanze chiuse, dove probabilmente poteva esserci il diretto interessato, udii una ragazza gridare il suo nome, dalla fila che partiva da dietro la porta del bagno.

Mi fiondai immediatamente lì, scuotendola per richiamarla all'attenzione. « Che vuoi? » mi chiese acida, con espressione schifata.

« Voglio sapere dov'è Lil Peep, l'hai appena nominato. » alzai il capo, fronteggiandola. Eravamo più o meno della stessa altezza.

« Non penso possa dare retta a quelle come te... » mi squadrò da capo a piedi, esaminandomi. Ero anche struccata, facevo veramente pietà.

Ma nonostante tutto non mi sarei fatta trattare in quel modo da qualcuno che neanche conoscevo.

« Puoi ripetere? No perché non sento. » mi misi una mano dietro l'orecchio, gesticolando. A giudicare da com'era vestita lei non era nella posizione di parlare, a stento aveva un pezzo di stoffa a coprire le parti intime.

« Senti ma cosa cerchi? Se stai cercando Peep è lì dentro. » m'indicò la toilette. « Divertiti a guardarlo vomitare. » girò i tacchi, lanciandomi un'ultima occhiata torva e sculettando mentre scendeva le scale.

Mi misi in fila, contenta che quella vipera se ne fosse andata e pronta ad aspettare il mio turno. Riaccesi il telefono che avevo spento per non essere bombardata da mia madre, Rachel e Jahseh, e trovai naturalmente i loro messaggi.

Spensi nuovamente l'apparecchio, non volendo essere stressata. Mi sentivo in colpa per averli ignorati, ma non era proprio il caso di rispondere.

Le lamentele della gente che mi precedeva crescevano, ed un ragazzo iniziava anche a picchiare la porta minacciando Peep di uscire. Mi feci avanti, domandandogli se potessi entrare per far convincerlo a liberare il bagno, dato che non stava bene.

« Se non fai uscire quel figlio di puttana da quella fottuta stanza giuro che uccido anche te! » s'impettì, più nervoso che mai. Lo incenerii con lo sguardo, entrando lentamente nella toilette.

Quando fui dentro chiusi la porta a chiave, e lo vidi, seduto scompostamente a terra con gli occhi chiusi. Il pavimento era deplorevolmente sporco di acqua e vomito, inguardabile.

Mi abbassai sulle gambe, affiancandomi al ragazzo, per poi prendergli il viso tra le mani delicatamente. « Gustav? » lo chiamai, sperando di svegliasse subito, così da poterlo portare lontano da quel porcile.

Temevo che il tizio fuori ci avrebbe uccisi. Gli diedi un leggero schiaffetto sulla guancia destra, per farlo riprendere.

Aprì gli occhi lentamente, sbattendo le ciglia. « Che cazzo è successo? Che ci fai qui? » mi domandò con voce fievole, alzandosi col busto.

Gli portai le mani sui fianchi, preoccupata. Avevo seriamente paura sarebbe caduto da un momento all'altro.

« Non lo so, mi hai chiamata ubriaco marcio e sono venuta qui. » risposi scrutandolo per bene, tentando di carpire le sue sensazioni. Mi carezzò la guancia lentamente, fino a portarmi una ciocca ribelle dietro l'orecchio.

Il suo tocco era delicato e molto dolce, mi scioglieva.

« Non mi ricordo un cazzo. Mi riporti a casa? » chiese, facendo scivolare la mano e riportandola al suo posto. Dovevamo andarcene da lì alla svelta, il più presto possibile.

Annuii, porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi. « Gustav fa' piano... per favore. » lo raccomandai, alzandomi con lui.

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spazio autrice
scusate, ho avuto troppo da fare e l'ispirazione era scesa. mi scuso ancora, questo capitolo fa cagare ma ne scriverò uno decente a breve.
vi amo

benz truck - Lil Peep - Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora