Sono qui

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TW: imprecazioni, pensieri suicidi, autolesionismo e disturbo alimentare.


Catra non aveva mai avuto un genitore prima. Mai.

La cosa più vicina che aveva era...

No.

La cosa più vicina a un genitore che aveva era Angella, la madre di Glimmer. Angella era quella che l'aveva aiutata per la maggior parte del tempo, è stata quella che le ha fatto il discorso quando aveva avuto per la prima volta il ciclo, era sempre stata lì per lei. Questo è quello che fa una madre, giusto? Ai loro figli? Questo significava che poteva considerare Angella sua madre?

Perché quella volta, era stata la prima volta che-

Aveva pensato davvero-

Catra sospirava, facendo scorrere su e giù la mano su per il braccio per l'ansia che aveva. Era stata agitata nelle ultime ore, per nessuno motivo in particolare.

Be' una ragione in realtà c'era...

Angella.

Era sua madre vero?

"Ricordatevi, se succede qualsiasi cosa -Catra si ricordò di quello che Angella aveva detto ai quattro ragazzi quando li portò all'aeroporto per partire per il college- sapete che sarò sempre disponibile dall'altra parte del telefono per voi."

"Anche se sono le tre del mattino?" aveva chiesto Adora scherzando.

Catra ricordava bene il gentile e affettuoso sorriso di Angella.

"Una madre non dorme mai se si tratta di suo figlio."

Una madre, suo figlio.

Una madre.

Che cazzo stai pensando Catra? si rimproverò Catra.

Non è tua madre, non è TUA madre e non lo sarà mai. E' la madre di Glimmer, non tua, non ne hai mai avuta una. Smettila. Non ne avrai mai una e non te lo meriterai mai. Mettitelo bene in testa Catra. 

Catra cominciò a stringere la ferita che si era procurata sulla parte superiore del polso, finché la non incominciò a bruciare.

No. No. Non voleva morire. Non vuoi morire Catra. Non lo vuoi.

Forse sì, si disse Catra.

Era davvero impazzita, nel mentre il sangue stava iniziando a colare.

Non vuoi farlo. Non ancora Catra. Non vuoi farlo e lo sai.

Merda.

Forse era davvero arrivato il momento di chiamare Angella.

Non la chiamare, lei non è tua madre.

Ha promesso che ci sarebbe stata  sempre per me dall'altra parte del telefono, Catra stava cercando di convincersi.

Ci credevi davvero? Provava solo pietà per te.

"Basta -sussurrò Catra- ti prego basta."

Non è tua madre e tu lo sai, non le importa niente di te. Se le importavi ti avrebbe già chiamato lei, ma l'ha mai fatto non è vero?"

"Per favore fermati."

La mano di Catra aveva appena tradito la sua stessa mente. Prima che se ne potesse rendere conto stava singhiozzando e nel mentre premette il numero che voleva chiamare da quattro mesi ormai. Era sempre stato lì, in cima a tutti gli altri contatti che aveva sul telefono. Non aveva nemmeno bisogno di cercarlo. Aveva sempre fissato quel numero da molto tempo, voleva premerlo così tanto, ma ogni volta il suo pollice diventava insensibile e non era mai riuscita a farlo. E ora l'aveva fatto.

Piccoli Passi-Catra FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora