–Macarena's pov
Corro verso le scale sospesa su un filo di speranza. Vedo Zulema, grazie a Dio, fradicia anche lei, che appena nota la mia presenza lascia lo zaino e le chiavi per terra e si ferma a guardarmi, non ce la facevo piú, avevo il cuore in gola e lo stomaco sottosopra, e a vederla sana e salva davanti ai miei occhi mi fa sentire la persona piú felice e fortunata del mondo. Scendo frettolosamente le scale, guardandola, non riesco a non trattenere le lacrime, lei mi aspetta sotto a braccia aperte, abbozza un sorriso e non faccio in tempo a fermarmi che mi ci butto dentro, poggiando la mia testa nell'incavo del suo collo e stringendola forte. Lei ricambia, mi mette una mano sulla testa e infila le sue dita nei miei capelli. Inizio a piangere bagnangole il collo, iniziando a raccontarle uno dei miei film drammatici:
"Non sapevo che fare, ho pensato al peggio, ti avrebbero potuto rapire, saresti potuta rimanere lí per chissá quanto, avresti..."
Non mi da il tempo di continuare che con la mano che ha tra i miei capelli, mi alza la testa facendo sí che io la guardassi dritta negli occhi. É di una bellezza infinita. Le nostre iridi si intrecciano scavando nelle nostre paure piú profonde, e dopo due interminabili secondi di contatto visivo intensamente ardente, mi avvicina la testa alla sua e mi bacia. Fa aderire i nostri corpi ed i nostri indumenti mezzi gli uni agli altri. Spinge le sue labbra contro le mie senza dire una parola e inizia lentamente a muoverle; io ricambio dolcemente questo gesto improvviso e gradito, assaporo il suo gusto inconfondibile, mi sento tre metri sopra il cielo, il contatto con questa parte cosí sensibile e personale del suo corpo mi fa impazzire. Le prendo il volto e lo stringo nelle mie mani, che dalla sua schiena intanto sono passate alle sue guance, ed affondo la mia lingua nella sua bocca. Lei ricambia affondando la sua nella mia, incominciando una danza lenta e cadenzata. Le sue mani scivolano sui miei fianchi, ma io le stacco prendendole nelle mie.
"Vieni sopra, ho da farti vedere una cosa." Mi sorride mordendosi il lato destro del labbro inferiore, mano nella mano saliamo le scale e la porto in camera. Le luci calde e soffuse rendono l'ambiente accogliente, calmo.
"Siediti" le dico dolcemente indicandole il letto.
"Ma sono tutta fradicia" mi risponde guardandosi da capo a fondo.
"Non importa" ribatto lesta.
Lei si poggia lentamente sul lato del materasso del king-size bed, e mi osserva curiosa mentre sfilo dalla mia valigia un cofanetto dorato, che le porgo sedendomi sull'altro lato del letto.
"Buon compleanno, Zulema", continuo, nascondendo un sorriso mentre la fisso negli occhi. Il suo sguardo passa dal mio al cofanetto, poggiato nel mezzo del letto. Sembra che abbia paura di prenderlo in mano.
"Guarda che non morde" le dico ridendo.
Lei mi segue nella risata e lo prende in mano, lentamente apre il cofanetto a molla, e appena vede il contenuto, le iniziano a brillare gli occhi e riposa il suo sguardo nel mio, per poi passarlo sul copriletto. Sorrido compiaciuta.
"Mettitelo" la incoraggio. Sorpresa noto che le stanno scendendo delle lacrime di
gioia, forse malinconia. Le alzo il mento con l'indice obbligandola in un certo senso a guardarmi. Lei non riesce a farlo e scoppia in lacrime.
"Vieni qui" le dico aprendo le braccia, lei ci si fionda subito cingendomi la vita e appoggiando la sua testa sul mio petto, posa il cofanetto e ci stendiamo sul letto nella stessa posizione. Le accarezzo la testa dolcemente.
"Grazie Maca, grazie di tutto quello che hai fatto per me da quel giorno. Mi stai facendo vivere un sogno e non me lo merito, soprattutto da te, che ho fatto penare dall'inizio della nostra conoscenza." sbotta tutta d'un fiato, la sento ansimare mentre piange, continuo ad accarezzarle la testa incredula e quasi incapace di credere alle sue parole e a come io e lei fossimo arrivate fino a qui.
"Allora te lo metto io" le rispondo prendendo con l'altra mano il cofanetto. Tiro fuori il regalo, un bracialetto d'oro di Cartier con tanti piccoli diamanti con su inciso "14.01.2020", la data della sua scarcerazione, nonché dell'inizio della nostra convivenza, della nostra vera vita, del percorso del nostro destino. É una data molto importante per lei, e anche per me. Lo apro con la chiavetta incorporata e glielo chiudo al polso.
"Quello destro Maca" mi sussurra.
Prendo il suo polso detro e glielo cingo col bracciale. Con quello stesso braccio si alza di nuovo e senza pensare si attacca di nuovo alle mie labbra, io la assaporo durante ogni suo lento movimento, accorgendomi di essermi eccitata. Continuerei, ma io le cose, soprattutto di questo genere, e soprattutto con lei le faccio per bene.
Mi stacco e al che lei é leggermente delusa, glielo leggo nello sguardo.
"Aspetta" le dico alzandomi, prendo il telefono e connetto alle casse della casa (uno dei tanti motivi per i quali l'ho scelta per questo mese) la mia playlist preferita, quella romantica, e metto in play Pillowtalk di Zayn, sfilandomi il vestito fradicio.
"Che fai bionda?" mi chiede con il suo inconfondibile tono grave e seducente mentre posa sul comodino il cofanetto, stendendosi poi ancora fradicia nel bel mezzo del letto.
Proprio quello che volevo.
Non rispondo, e mentre Zayn canta il primo verso, salgo lentamente sul letto di fianco a lei, che é a pancia in su, le giro il viso verso il mio con la mano e la bacio da sopra, coi miei capelli che le cadono sul volto; lei mi prende la testa nella sua e ricambia affondando nuovamente la lingua nella mia bocca, stavolta il continuo con piú foga, intensamente, mettendomi a cavalcioni sulla sua intimità. Le scappa un leggero gemito mentre continua a baciarmi, mi sdraio su di lei e mentre le sfioro la testa coi miei capelli messi di lato, faccio scivolare le mie mani prila sulle sue spalle, poi sulle braccia, sui polsi, fino ad intrecciare le mie dita nelle sue, bloccandole le mani sui cuscini.
"Maca" mi chiama staccandosi dal bacio.
"Lo vuoi?" le chiedo io calma.
"Da molto piú di quanto pensi" ribatte pronta, quasi sottomessa.
Mi riattacco ancora piú intensamente alle sue labbra mentre le sfilo la canottiera ancora mezza, poi le infilo due dita sotto il reggiseno e le slaccio il ferretto, lanciandolo da qualche parte nel nostro nido d'amore. Inizio a scendere dalle sue labbra all'orecchio, poi al collo, sulla giugulare, poso delicatamente le mie labbra sulla sua pelle calda e morbida, le attraverso le scapole per arrivare ai suoi seni tondi, simmetrici, passo la lingua anche su quelli, soffermandomi sui suoi capezzoli turgidi. Geme ad ogni mio movimento, musica per le mie orecchie, trema, si agita e cerca di liberare leggermente le sue mani dalle mie, ma la blocco fermamente. Ha un corpo perfetto, é un capolavoro. Mi sento bagnata anche io, sono eccitata al fatto di avere una donna indomabile sotto di me, che prova gli stessi sentimenti intensi che provo io per lei. Arrivo ad attraversarle la pancia con la lingua fino ad arrivare al suo basso ventre. Mi fermo lí e la guardo.
"Ah, Maca continua" sussurra a bassa voce alzando la testa verso la testata del letto.
Dalle sue mani, le mie scivolano sui suoi pantaloni che sfilo delicatamente insieme ai suoi slip, poi le appoggio ai suoi fianchi aprendole le gambe coi gomiti, che subito si divaricano, Zulema si lascia scappare un altro gemito, piú un sospiro profondo, che aumenta la mia eccitazione e mi fa desiderare ancora di piú un suo orgasmo. Al contatto tra la mia lingua ed il suo clitoride, inarca la schiena e poggia istintivamente una mano sulla mia nuca, spindendomi maggiormente alla sua intimitá. Mi mordo le labbra e comincio a leccarlo con movimenti circolari, ora lenti, facendole pressione, ora rapidi e leggeri, poi inizio a succhiarglielo, baciarglielo fino a che non si bagna, emettendo un gemito di piacere intenso.
"Ahhh" e le sue gambe iniziano a tremare.
"I'm seeing the pain, seeing the pleasure"
Qui comincia il bello.
Una delle mie mani, prima strette ai suoi fianchi, sale il suo ventre fino ad arrivare a palparle dolcemente un seno, con l'altra mano le stimolo ancora il clitoride, lasciando le mie labbra avanzare fino al suo volto. Ha gli occhi chiusi, la bocca aperta. La bacio intrecciando la mia lingua nella sua per l'ennesima volta, mentr continuo a muovere abilmente le dita sul suo clitoride. Lei si dimena, sta perdendo il controllo e la cosa mi eccita tanto da far bagnare anche me ancora di piú.
"I love to hold you close, tonight and always
I love to wake up next to you"
Mi stacco dalla sua bocca per ritornare giú, le inizio a baciare ora il basso ventre, poi l'inguine destro, il sinistro, torno su con la lingua fermandomi al clitoride, e di punto in bianco infilo due dita dentro di lei, su e giú, prima lentamente, poi piú rapidamente, arrivandole al punto G. Leccando il suo clitoride lo sento irrigidirsi e pulsare, sta per venire, ma non voglio che sia cosí facile. Torno su.
"Guardami" le ordino con fare autoritario mentre ha gli occhi chiusi ed un'espressione simile allo stato di ecstasi. Non mi degna d'attenzione ed anzi, gira la testa dal lato destro poggiandola sul cuscino stringendo i denti. Lo vedo da come le vene ed i fasci muscolari sono in rilievo sul suo collo.
"Ti ho detto di guardarmi" le ripeto avvicinando la mia testa alla sua a tanto da poterle far sentire il mio fiato caldo sulle sue labbra.
Lentamente riporta la testa dritta schiudendo gli occhi portandoli nei miei, continuando a stringere i denti. Sento la sua intimità pulsare, al che ricomincio a stimolare il clitoride mentre quasi con foga e prepotenza la penetro.
"A place that is so pure, so dirty and raw"
Trema, inarca il dorso, stringe le coperte nei pugni, mordendosi ed inuminendosi le labbra intensamente. Spinge la testa indietro e si prepara a lasciare uno dei più forti gemiti che io abbia mai sentito.
"In the bed all day, bed all day, bed all day
Fucking in, fighting on"
Sento la mia mano dentro di lei inondarsi del suo piacere, le mie orecchie godono al suo orgasmo, poi comincia ad ansimare affannata, mentre il suo corpo, in tensione perenne fino a due secondi fa, si lascia andare inerme e sfinito sul letto.
Con una mano mi prende dai capelli e mi fa stendere sul suo corpo, facendo combaciare perfettamente le nostre intimità.
Affonda il suo sguardo soddisfatto nel mio, ha le pupille dilatate tanto da essere confuse con il marrone profondo delle sue iridi. Alza le sue gambe piegandole sui miei glutei, e mi porta alla sua bocca che penetra passionalmente la mia. Un bacio tranquillo, pieno di amore e voglia l'una dell'altra.
"It's our paradise and it's our war zone"
Finisce appena in tempo Pillowtalk, mentre siamo avvinghiate.
"Buon compleanno Zule" le auguro con la testa poggiata sul suo petto, ancora agitato ed affannato. Lei mi accarezza i capelli ancora per un po' per poi sollevarmi da lí per far toccare i nostri nasi e le nostre fronti.
"Maca" sussurra piano puntando profondamente lo sguardo nel mio, ansioso ed in cerca di altre parole.
"Ti amo." si fa uscire con un fil di voce, pur mantenendo il contatto visivo.
Il mio cuore fa un sussulto che é capace di sentire anche lei giacché abbiamo le gabbie toraciche l'una sull'altra. Sorride al suono.
Il mondo intorno sembra fermarsi per un'eterno secondo. Zulema Zahir, mi ha appena dichiarato il suo amore. A me, Macarena Ferreiro.
I miei occhi diventano lucidi mentre le passo le mani dal suo viso, che accarezzo commossa, ai suoi fianchi, che mi assicuro di stringere bene prima di rifar aderire le nostre bocche per scambiarsi le parole mai dette, i sentimenti mai dichiarati, gli sguardi mai ricambiati durante la nostra conoscenza.
"Anche io, e non sai quanto." rispondo staccandomi in lacrime. Ci amiamo e sapere che il sentimento é ricambiato, mi fa sentire la donna piú fortunata dell'intero universo. Solo io e lei.
Cosí ci addormentiamo, accoccolate l'una sull'altra, con le luci calde soffuse, ed i nostri cuori, oltre ai nostri corpi, aderenti come due calamite.
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Pillowtalk
FanfictionZulema e Macarena dopo il carcere, si ritrovano iniziando a scoprire diverse sfaccettature di loro stesse, che le porteranno inevitabilmente al vivere una vita che mai avrebbero immaginato fosse possibile sperimentare.