–Macarena's pov
Entro nella camera da letto circa un'ora dopo aver finito di mangiare, avevo lavato i piatti, riordinato e mi ero lavata. Apro la porta con cautela e la socchiudo dietro di me, camminando con passo felpato sino al letto, dove era ben rintanata sotto le coperte Zulema, girata verso la finestra esterna, dandomi le spalle. Vederla quieta e tranquilla é uno spettacolo unico, e sapere che sta cosí per causa mia, perché me ne sto prendendo cura, perché lei si é fidata di me, accentua ancor di più la felicità del mio cuore. Faccio per sollevare dolcemente le coperte che la sento girarsi a pancia in su:
"Tranquilla bionda, non dormo; ti stavo aspettando" mi sussurra con la sua inconfondibile voce roca.
A quelle parole il mio cuore fa un sussulto, ed abbozzo un sorriso mentre infilo piano piano le mie gambe sotto le coperte e le tiro su in modo tale che coprissero tutte e due; poi tiro le braccia fuori stendendole lungo il corpo, anche io a pancia in su.
Sento Zulema che attraverso piccoli movimenti avvicina la sua testa alla mia fino a farle toccare, al che io istintivamente giro la mia verso di lei e lei fa lo stesso: i nostri sguardi si incrociano e nessuna delle due pensa a distogliere il proprio. Questo é un momento che mai mi sarei aspettata di vivere con Zulema, eppure non mi dispiace e se ne avessi la possibilità, lo rivivrei mille volte.
"Grazie Maca" mi sussurra facendo arrivare il suo fiato caldo sulla mia bocca, contatto che, aggiunto alle sue parole, a come mi aveva chiamata, e all'intonazione che aveva dato loro, mi fa provare un tornado di emozioni, che automaticamente mi fa sorridere. Non smette di fissarmi negli occhi, quindi sono io quella a fare un gran sospiro e a riportare la testa verso l'alto. "Vuoi vedere una cosa?" le chiedo mentre lei continua imperterrita a guardarmi, per evitate di dover far cadere la conversazione con un semplice "buonanotte".
"Chiudi gli occhi" continuo, e lei ubbidisce tornando finalmente a testa in su, leggevo dal suo volto che era eccitata all'idea di una sorpresa. Domani é sabato e non devo andare a lavorare, per cui posso addormentarmi tardi e svegliarmi tardi... e di conseguenza posso permettermi di fare quello che sto per fare. Sfilo un telecomandino dal cassetto del comodino vicino al letto che punto in alto, proprio sulla traiettoria dei nostri occhi, e premo un tasto che fa uno squillante "beep". A quel rumore Zulema cerca di aprire gli occhi ma io prontamente ci porto sopra la mia mano destra facendo sí che non possa vedere nulla fino alla fine. Passano quindici secondi al termine dei quali faccio un countdown: "tre, due, uno" e levo finalmente la mano da sopra i suoi occhi, che appena vedono quel che c'é da vedere si spalancano sbigottiti, segue la sua bocca che sorride come fino ad ora, se non per la piscina, non aveva mai fatto.
Il soffitto a vetri che fa vedere le stelle era una prerogativa delle case che cercavo appena dopo essere uscita dal carcere, perché da bambina sognavo di addormentarmi guardandole, cosí appena trovai questa casa non pensai due volte e la acquistai orgogliosa. Vedere le stelle di notte, sotto le coperte il 14 di gennaio, con una persona che non vedi da cinque anni, con la quale avevi un rapporto particolare. Auguro questo a tutti. La mia felicita in questo momento é vedere Zulema felice, ammirare il suo volto sprizzare stupore ed incredulità da tutti i pori.
"Bionda, tu vuoi rapirmi il cuore per caso?" mi chiede girandosi verso di me col sorriso stampato in faccia e con gli occhi strizzati per la felicità.
"Per questo forse é ancora presto, ma se non sei contraria é nella lista delle cose da fare prima di morire!" rispondo io scherzosamente ricambiando il sorriso e lo sguardo. Il cuore mi detta di metterle un braccio sotto la testa, cosí le chiedo gentilmente di alzarla e faccio ciò che devo, lo poso gentilmente sul suo cuscino e le faccio poggiare a sua volta la testa su quest'ultimo. Percepisco dal collo che é rilassata, per cui vado oltre e le faccio una domanda che potrebbe servire ad organizzare la sorpresa che le avrei fatto da qui a un mese.
"Se dovessi scegliere un posto nel mondo dove fare un viaggio gratis, quale sarebbe? E per quanto vorresti rimanerci?" chiedo tutta d'un fiato, aspettando la sua risposta che non tarda ad arrivare.
"Bali, Indonesia. Un mese." risponde decisa. "Mi affascina il lontano, il verde, l'azzurro cristallino, l'incontaminato, tutto ciò che é lasciato alla natura, come Bali." continua.
Sinceramente non avrei mai pensato ad una meta tanto particolare. Seychelles, Caraibi, Hawaii, Polinesia Francese e Maldive, ma Bali non mi aveva mai sfiorato la mente... eppure ora interessa anche a me visitare l'Indonesia. Certo, tredicimila chilometri non sono pochi, ma per lei credo avrei fatto anche il giro del mondo, ed il bello é che non so perché. O forse lo so, ma non voglio ammetterlo. Gli anni passano ma la chimica resta, e se non abbiamo fatto qualcosa in carcere era perché l'ambiente e le persone circostanti non ce lo permettevano. Ma ora lei é con me, ed io ho deciso di prendermene cura, quindi andrò fin'in fondo.
"Wow" ribatto, non ho parole per descrivere come lei mi abbia presa alla sprovvista.
"Tu?" mi chiede girandosi cercando il mio sguardo per l'ennesima volta. Non posso rispondere una località tanto peculiare come la sua, perciò vado sul classico, dove volevo andare sin da adolescente.
"Los Angeles, California, anche io per un mesetto..." rispondo senza staccare gli occhi dal cielo stellato. Anche lei torna a fissare le stelle mentre annuisce come per farmi intendere che ha capito. Dopo un po' noto che lei ha gli occhi chiusi, perciò ricopro col telecomando wireless l'apertura a vetri del soffitto e piano piano ci addormentiamo cosí, con le teste attaccate, la sua sul mio braccio sinistro, entrambe a pancia in su, abbandonandoci inerti alla nostra mente.
A svegliarci, o meglio a svegliarmi sono gli uccellini che cinguettano dalle cinque di mattina, ed i raggi di sole che filtrano dalle stecche della persiana. Senza fare rumori o movimenti bruschi mi sfilo fuori dalle coperte e raggiungo lentamente la porta che socchiudo dietro di me, mentre Zulema continua indisturbata a dormire sul suo lato sinistro, fortunatamente nella notte i nostri movimenti ci hanno fatte staccare, altrimenti come avrei fatto ad uscire dal letto per fare pipí non lo so...
Sono appena le nove di mattina, e sono in vena di cucinare qualcosa di delizioso e saziante per colazione, cosí indosso il grembiule, mi raccolgo i capelli con una pinza ed inizio a preparare i pancake, sperando che a Zulema piacciano. Ne spadello 10, perfetti, profumati ed alti come quelli americani, poi ancora non contenta preparo due cappuccini con la schiuma e, mentre apparecchio, sento finalmente la porta della camera da letto aprirsi. É passata solo mezz'ora da quando mi sono messa ai fornelli... l'avrò forse svegliata? In tal caso però mi faccio perdonare dalle mie doti culinarie. Dopo altri cinque minuti sento un'altra porta aprirsi, stavolta quella del bagno e finalmente, senza un capello fuori posto, ma con la solita camminata quasi trasandata, vedo Zulema avvicinarsi alla cucina per poi fermarsi e strizzare gli occhi dalla sorpresa.
"Bionda, cazzo che buongiorno! Come fai a sapere che i pancake sono la mia colazione preferita? Li ho assaggiati una volta in carcere e me ne innamorai, ma era prima che entrassi tu!" esclama a braccia aperte mentre riprende a camminare per sedersi al suo posto. Mentre mi tolgo il grembiule e mi slego i capelli, rispondo: "in realtà li ho fatti perché sono anche la mia colazione preferita, e perché modestamente so cucinarli bene, giuro non sapevo che tu li adorassi... beh meglio, almeno in questo siamo uguali!" Scherzo io mentre ci metto lo sciroppo d'acero sopra, poi ne taglio uno e me lo porto in bocca.
Mentre Zulema fa lo stesso, mi chiede incuriosita "ma tu che lavoro fai per essere cosí tanto felice, avere una casa simile e del cibo cosí buono?". A quelle parole rido divertita e rispondo con calma "Commessa in una boutique Chanel - Cartier - Dior, che aveva aperto proprio appena uscii dal carcere. Non mi feci scrupoli a chiamare il numero sulla vetrina, cosí mi chiamarono per un colloquio e fui la prima commessa ad essere assunta, quindi ora sono anche la più importante. Certo, é frustrante stare ogni giorno a contatto con gente di quello spessore, sapendo che tu sei sicuramente più in basso a causa del tuo passato, ma guadagno duemilacinquecento euro al mese, per cui ne vale la pena!" Ad udire quella cifra Zulema sembra si stesse strozzando, ma poi manda giù il boccone e con occhi stralunati mi fa: "ti sei sistemata bene eh!" ridacchiando. "Sí" rispondo io, "ma da sola non so che farmene! Quindi accetteresti di stare qui con me? Tranquilla ti troverò un lavoro se vuoi, ma voglio una compagna di vita, anche se non ci accomunano tante cose... questi cinque anni senza nessuno al mio fianco sono stati difficili, rientrate a casa senza nessuno, non poterti sfogare con nessuno se non con uno psicologo, stare da sola tutto il tempo... accetteresti?" le chiedo di getto con le lacrime agli occhi, non so proprio le ho detto tutto questo, ma mi è sembrata la cosa giusta . L'eccitazione di avere una persona come lei al mio fianco é finalmente uscita fuori e non riesco più a trattenere l'entusiasmo. Sta a lei ora decidere se frantumare le mie illusioni o trasformarle in realtà.
La vedo per un attimo seria, come se stesse calcolando duemila opzioni di vita, ma alla fine mi guarda intensamente, alzandosi dal suo posto, io istintivamente faccio lo stesso e giungiamo a pochi centimetri di distanza l'una dall'altra. Sorride e portandosi una mano sulla bocca, poi si avvicina al mio orecchio e mi sussurra un "sí" con tono ammaliante, quasi seducente, e poi inizia a saltare ed abbracciarmi. Io inizio a fare lo stesso e non trattengo più le lacrime, la stringo forte a me e inizio a piangerle nell'incavo del collo, ringraziandola cento e duecento volte. Sono al settimo cielo, non so come ringraziarla.
"Grazie Zule, grazie mille di cuore!" esclamo piangendo, al che lei mi passa i suoi pollici sulle mie lacrime per spostarle dalle guance e mi fa: "però tutti i giorni devono essere come oggi eh! Mi devi trattare come una regina, altrimenti me ne vado!" dice scherzando con tono sarcastico. La adoro quando fa cosí... che dire, é ora di mettermi all'opera per prenotare il viaggio del suo compleanno... sono al settimo cielo, e noto dai suoi occhi lucidi che mi guardano mentre io la tengo con le mani giunte dietro il suo collo, che lei prova lo stesso.
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Pillowtalk
FanficZulema e Macarena dopo il carcere, si ritrovano iniziando a scoprire diverse sfaccettature di loro stesse, che le porteranno inevitabilmente al vivere una vita che mai avrebbero immaginato fosse possibile sperimentare.