La prima notte a Bright Moon fu un po' diversa da come Adora se l'aspettava.
(Oltre ad aver distrutto il letto, su cui era ormai quasi impossibile dormire. Su quello non voleva più metter bocca.)
Nella Fright Zone dormire era sempre stata un'impresa per lei, i rumori forti dei marchingegni sempre così assordanti, e l'atmosfera generale non era delle migliori.
A confronto, Bright Moon era il paradiso. Un posto tranquillo. Profumato. I colori delle pareti sempre così delicati, il tono tenue, la notte silenziosa, il giorno armonioso.
Ma la dimora dell'orda aveva qualcosa che Bright Moon non aveva.
Quel peso caldo che giaceva ai piedi del letto di Adora ogni notte.
Catra.
Catra, con cui disegnava e giocava quand'era piccola. Con cui parlava per ore sul punto più alto della Zona della Paura, il tetto, il cielo rosso fuoco, l'odore ormai familiare del fumo.
Catra, che faceva a gara con lei tra i corridoi di quel posto buio, pieno d'odio e rancore. Pieno di lacrime, inganni, manipolazioni. Sudore. Lotte.
Catra, che si nascondeva dietro le casse di armi e proiettili quando voleva stare da sola. Raggomitolandosi, lasciando che le lacrime bagnassero lei e il pavimento, come se potesse annaffiarlo e far crescere una rosa dal metallo.
Catra, che le accarezzava i polsi quando Adora faceva un brutto sogno, svegliandosi nel cuore della notte. Mai troppo delicatamente, o poteva passare per un gesto fin troppo affettuoso.
Adora avrebbe voluto averla con sé in quel momento, ma non poteva tornare indietro. Non voleva tornare indietro.
Si svegliò di scatto, la fronte sudata, il respiro affannato. Controllò l'orologio appeso al muro, e poi si ricordò di non saperlo leggere.
Però notò che le lancette non si erano spostate molto da quando si era addormentata.
'Non credo riuscirò a dormire stanotte..'
Aveva provato ad addormentarsi più e più volte, senza un risultato positivo. O meglio, si addormentava, e poco dopo si risvegliava di scatto, col respiro bloccato in gola, le lacrime ai lati del volto.
Ogni volta che si svegliava guardava la fine del letto. Nel buio cercava di identificare (o creare) un'ombra, un'immagine, che però non c'era. Ma quando le luci sono spente è facile vedere ciò che in realtà non è presente.
Adora provò anche a metterci un cuscino, convincendosi che ciò che le mancava fosse il caldo sui suoi piedi, e non le fusa, e con esse le vibrazioni.
O il svegliarsi da un incubo e vedere il petto di Catra gonfiarsi e sgonfiarsi piano piano, sentirla russare silenziosamente, osservare il suo viso e pensare di non averla mai vista così tranquilla, e dolce, e delicata.
Aggettivi che non si addicevano per niente a Catra. O meglio, non alla Catra che tutti vedevano.
Adora aveva avuto il privilegio, a differenza degli altri, di sentire le dita della felina spostarle una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Di vedere il suo sorriso, non quello competitivo, ribelle, quello che Shadow Weaver avrebbe volentieri strappato personalmente dal suo viso, ma quello genuinamente felice.
Adora l'aveva un po' dato per scontato. Il vedere il suo sorriso. O Catra in generale.
Forse perché si erano promesse che si sarebbero sempre guardate l'una le spalle dell'altra. Forse perché si erano promesse che sarebbero state lei e Catra, insieme, fino alla morte di Etheria.
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I'm still into you | Catradora.
FanfictionDove Adora si aggrappa alla speranza che Catra si unisca alla ribellione, o meglio, Adora non riesce a lasciarla andare.