Capitolo 1

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Lo squillare del telefono interruppe il silenzio in casa Denbrough, erano le quattro di pomeriggio e un gran sole illuminava tutto il salotto pieno di scatoloni da trasloco , scotch e borsoni qua e là.
"Bill Denbrough?" Era la voce preoccupata di un uomo "No ,sono la figlia ,con chi parlo?" Solitamente era la ragazza a rispondere quando il padre era in studio a lavorare ... non voleva essere disturbato. Bill Denbrough era uno scrittore e uno sceneggiatore ... molto bravo si ma sempre con una pecca.Il finale. Non riusciva mai a scriverne uno degno d'esser chiamato finale.
"Sono Mike ... Mike Hanlon... ho bisogno urgentemente di parlare con tuo padre ..."
"Certo,un secondo solo"
La ragazza agilmente attraversò il salotto arrivando allo studio del padre. Era una stanza grande e luminosa , con una grande scrivania ,una libreria e foto di famiglia.
"Papà... è urgente..."disse passandogli il telefono e uscendo dallo studio.
"Bill Denbrough,chi parla?"
Disse con voce un po' stanca l'uomo. Stava lavorando duramente per il finale di un film a cui stava lavorando.
"Bill sono Mike... lui è tornato ...It è tornato."
Ed ecco il brivido lungo la schiena ,la pelle d'oca , la sensazione di non essere protetti... la paura.
Pochi minuti dopo infatti l'uomo visibilmente scosso si recò al piano di sopra della villa ed entrando in camera delle figlia con voce tremante ...balbettando... disse:" Jo ... prepara i bagagli...dobbiamo partire"
"E per dove?" Chiede la ragazza un po' incredula ,
"Per Derry".
Solitamente un viaggio è un'avventura ... di quelle che ti cambiano un po' la vita e ti lasciano sempre un qualcosa in più nel cuore.Ma quel viaggio avrebbe cambiato molto di più in quella ragazza, forse avrebbe cambiato tutto.
Lasciò quindi Jo in quella stanza che per l'ultima volta avrebbe chiamato "la sua stanza".
Tutti i ricordi li aveva lì.
Il grande armadio in cui entrava quando giocava a nascondino ,la finestra che affacciava sulla strada , le polaroid che ora erano nello zaino ma prima erano appese sulla testata del letto ...
Ogni parte della casa era associata ad un ricordo ... e lasciar tutto così risultó alquanto difficile.
Trovarsi in un'altra città senza nessuno che conosci dev'essere una vera tortura.
Questo pensava Jo Denbrough , apparentemente una ragazza come le altre ma che dentro era una vera e propria bomba ad orologeria.
Stava per esplodere ma nessuno se ne accorgeva ... e così teneva tutto dentro anche se a volte le emozioni trasparivano dai suoi grandi occhi verdi.
Si fermó davanti allo specchio ricordando di quando ogni mattina prima di andare a scuola si facesse mille paranoie ,la sua mania dell'apparire perfetta era ormai un'ossessione.
E così prima di partire osservò il suo riflesso nello specchio cercando qualche difetto, i lunghi capelli ricci castani un po' ramati ricadevano morbidi sulla sua schiena ,gli occhioni verdi contornati da lunghe ciglia erano un po' malinconici ma avevano sempre una scintilla che li rendeva così tremendamente belli.
Prese una valigia abbastanza grande e la riempí con tutti i vestiti che aveva nell'armadio provando a far entrare tutto in modo abbastanza decente ,poi prese lo zaino in cui già aveva messo le polaroid e lo riempí con il caricatore del telefono , trucchi ,occhiali da sole , elastico per capelli e altre cose a cui teneva e che erano abbastanza piccole da entrare nello zaino.
Si misero in macchina allontanandosi sempre di più dalla loro casa, il viaggio sarebbe stato lungo e così la ragazza si mise comoda abbassando un po' il sedile e poggiando la testa su un piccolo cuscino appoggiato al finestrino.
La sua mente era spensierata al contrario di quella di Bill Denbrough, consapevole di star portando l'agnello nella tana del lupo.
Andò via da Derry , la sua città natale , anni e anni prima . Ormai aveva quasi perso tutti i ricordi e gli anni in cui visse lí gli sembravano così lontani.
Ma quella paura gli ricordò forse l'unica cosa che non avrebbe mai potuto dimenticare ...
Pennywise.
Non ne aveva mai parlato a nessuno e non aveva intenzione di farlo,soprattutto non a Jo.
Doveva proteggerla e già portandola lí rischiava ,quindi pensava che il non metterla al corrente della vera situazione l'avrebbe protetta almeno un po' ,almeno per un po' .

Passarono circa due ore quando la ragazza aprí gli occhi iniziando a guardare fuori dal finestrino ,ormai non riconosceva più la strada e tutto iniziava a diventare nuovo per lei.
"Quando arriviamo?" Chiese con voce un po' assonnata
"Tra una mezz'ora"

Non parlava molto con il padre ,e neanche con la madre. Si stavano separando a causa di problemi di base come il non tollerarsi più . Lavoravano insieme sul set di uno dei film e quello era l'unico contatto che avevano. La mamma di Jo si era trasferita in un'altra casa non volendone sapere più nulla di Bill e neanche della figlia.

In quei pochi momenti in cui stavano insieme non parlavano mai, o ognuno se ne stava per fatti suoi in qualche stanza oppure si urlava e si discuteva.

Bill era un tipo solitario ,disponibile verso gli altri ma ormai quasi inesistente per la famiglia.
La madre della ragazza invece urlava solamente ,per ogni piccola cosa.

L'insieme di tutte le cose portó Jo ad esasperarsi.
Sentiva che a nessuno importava di lei ,ormai era abituata a restare sola e forse le piaceva.
Ma tutti questi pensieri furono interrotti dalla vista di un'insegna stradale "benvenuti a Derry".
Erano arrivati.
Erano le sette e mezza e arrivarono in una specie di ristorante.
Bill scese per primo andando in contro ad un uomo di colore , alto , era l'uomo che aveva chiamato. Mike Hanlon.

"Sei venuto !" Disse speranzoso "Abbiamo F-f-fatto una promessa."
Ed ecco che balbettava . Da ragazzino lo faceva sempre ma crescendo ormai capitava solo quando era impaurito o troppo stressato.

"Hanno risposto tutti tranne Stanley Uris" continuò Mike.
Iniziarono ad arrivare altre macchine ,da cui scesero un'unione con gli occhiali e i capelli scuri un po' scompigliati ,alto e magro ovvero Richard Tozier ,
Un altro uomo con i capelli scuri perfettamente pettinati , era bassino e magro , visibilmente turbato ovvero Eddie Kaspbrak,
un ultimo uomo molto bello , fisico allenato , alto , non troppo scuro di capelli ... Ben Hanscom
E infine una donna ... capelli corti Rossi , bel fisico , alta ... Beverly Marsh. Tutti avevano 40 anni.
All'appello mancava appunto solo Stan Uris,ma non c'era più tempo per aspettare.
Dopo i saluti ,gli abbracci e un po' di ricordi dell'adolescenza Bill dovette affrontare forse l'errore più grande della sua vita.
"Ho portato mia figlia" disse improvvisamente.
Tutti erano sconvolti , ma a parlare fu Mike.
"Perché ?Lui può -"
"Ucciderla ,lo so. Ma non potevo lasciarla da nessuna parte "
"Quanti anni ha tua figlia?"
"17"
"Può ancora prenderla ... " continuó Mike aumentando la paura di Bill.

Ma tutti si fermarono quando Jo Denbrough uscì dalla macchina.
Guardavano attentamente questa ragazza alta ,corporatura slanciata , che con un jeans ,ha felpona e le vans ai piedi si avvicinava al gruppo di vecchi amici tra cui il padre.

Il tempo non era dei migliori ,aveva piovuto durante il viaggio e c'era vento.
I lunghi capelli ricci le volavano sul viso non coprendo però gli occhioni verdi.
Aveva delle belle labbra e un bel nasino.
Strinse la mando ad ogni membro di quello che era chiamato il "club dei loser"
Aveva delle lunghe dita con unghie lunghe ricoperte da uno smalto lucido.

"È un piacere conoscerti Jo" dissero insieme.
"Vai a sederti al tavolo ti raggiungiamo"disse il padre.
Una volta lontana  la ragazza , si giró verso gli altri dicendo "Lei non deve saperlo ,non adesso"

E tutti erano contrari ,ma decisero di rispettare il volere di Bill.
E ormai riaperta la faccenda entrarono nel ristorante consapevoli di star iniziando una battaglia contro qualcosa più grande di loro.

Not a monster.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora