L'America e i suoi laghi.
William McClintock se lo ricordava bene: era il titolo di uno dei tanti libri nella biblioteca del padre. All'epoca – avrà avuto nove o dieci anni – non gli aveva dedicato troppe attenzioni; non lo aveva mai nemmeno sfogliato. Era troppo incuriosito da tutti quei volumi, dalla spessa rilegatura verde oliva, che trattavano di veicoli di ogni tipo. Il sapere che contenevano andava dalle più banali automobili ai treni, fino a bizzarri automezzi e assurdi idroplani.
Era davvero incredibile come quella sua ingenua passione gli fosse tornata utile, dal momento che si trovava su una larga strada di polvere americana, al volante di un autobus che avevano trovato nel bel mezzo dell'Apocalisse.
Certo, nella sua fanciullezza dorata non avrebbe mai pensato che i suoi compagni di viaggio e migliori amici (quest'ultimo titolo lo avevano in quanto unici, s'intende) sarebbero stati un becchino tabagista, uno stregone vudù che gestiva un bar e il fantasma di sua zia.
Forse prozia, in effetti. Sì, se non ricordava male era morta negli anni Dieci o Venti, quindi era definitivamente una prozia.
«Wake me up before you go-go» cantava una radio, fin troppo allegra e troppo lontana dalla sua portata, «don't leave me hanging on like a yo-yo».
«Si può abbassare?» sbottò McClintock. Fuori dal suo campo di vista, un uomo molto magro sulla quarantina aveva contorto la bocca in una smorfia, e aveva roteato gli occhi verso l'alto. Era incredibile come anche la fine del mondo avesse una sua routine quotidiana, ripetitiva come tutte le altre.
«No, padre!» gridò, diretto al guidatore. Estrasse da una tasca del cappotto appeso al sedile un pacchetto di sigarette marca Buffalo Land, e imprecò quando non riuscì a trovare l'accendino.
«Ma perché dobbiamo ascoltare per forza gli Wham?».
L'uomo magro, che da qualche anno a quella parte rispondeva al nome di Locus, si alzò e si avvicinò al posto del guidatore. Si chinò in avanti per aprire il cassetto nel cruscotto – che conteneva una cinquantina di accendini colorati – con un movimento fin troppo fluido, enfatizzato da una cascata di capelli chiari.
«Dobbiamo ascoltare per forza gli Wham» sussurrò, a un palmo di naso dall'amico, «perché a te non piace la mia musica».
«L'ultima volta» replicò l'altro, toccandosi nervosamente il colletto bianco e distogliendo lo sguardo dalla strada, «era musica satanica».
«Erano gli Iron Maiden, è solo una canzone» ribatté Locus. «Hai davvero paura di essere giudicato per così poco, quel giorno?»
Invece di rispondere a tono, il prete ebbe la prontezza di riflessi di frenare. L'autobus, che viaggiava a velocità sostenuta, inchiodò con tutta la sua potenza e la sua fermezza, sbalzando in avanti chiunque si trovasse nei sedili. Una mandria di grossi bovini, poco toccati dall'evento, finì di attraversare la strada. Qualcuno di loro, con aria pigra, si attardò a frustare con la coda delle mosche che cercavano di aggrapparsi al suo fianco. Poi le bestie proseguirono, senza una chiara meta, nella pianura desertica e gialla.
Ah, l'America.
«Signor Ade! Signor Ade, siamo arrivati?»
Una vocina querula, appartenente a qualcuno che aveva associato la frenata all'essere giunti a destinazione, arrivò alle orecchie di un povero stregone africano che, in quel momento, si trovava a gambe all'aria ai piedi di un sedile.
Stordito, dal momento che la caduta lo aveva risvegliato da un sonno pacifico, l'uomo fece navigare lo sguardo a destra e a sinistra fino a quando non riuscì a mettere a fuoco la forma spirituale che l'entità, in quel momento, aveva scelto: un volto di legno fluttuante, incorniciato da piume colorate.
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Monty's Full Monty
AdventureMentre attraversano l'America nei concitati giorni dell'Apocalisse, il prete cattolico William McClintock e i suoi improbabili compagni di viaggio sono costretti a fare sosta in una cittadina in cui si sta svolgendo una rievocazione storica, collega...