Capitolo 6

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TATE POV

Arrivo a casa senza forze.

Mia madre mi sorregge sulla porta e mi trascina fino al piano superiore, in camera mia.

Mi abbandono sul letto mentre la pastiglia fa il suo effetto e lentamente il dolore cessa.

I capelli e la pelle si scuriscono, i sensi diventano meno acuti, gli occhi tornano normali, la rabbia scompare.

Non è ira, è malvagità pura. È un sentimento che ti anima di cattiveria.

E quando ne sei posseduto non puoi fare niente per fermarti.

Ho le mani chiuse a pugno.

Distendo lentamente le dita e mi sento debole. Anche la forza è svanita insieme al resto.

<<Perché hai aspettato tanto?>> mamma ha la voce rotta dai singhiozzi.

<<Perché io non sono come te. O come gli altri. Per me è difficile cercare di mantenere un aspetto normale nonostante io non lo sia. Violet mi ha aiutato, ma la sua scorta si sta esaurendo e dopo non potrò farci nulla.>>

<<Possiamo trovarla una soluzione.>>

<<Sono stanco di fingere.>> mi siedo sul bordo del letto <<Non posso farlo per sempre, il mio autocontrollo non è eterno.>>

<<Ma lo sapevi! Sapevi che in questi giorni saresti stato male! Dovevi rimanere in casa invece di uscire come un'incosciente. E con chi poi? Con una ragazza che nemmeno conosci.>>

<<Quella ragazza centra in questa storia molto più di quanto centri tu.>>

Le parole le arrivano come uno schiaffo.

So che le ho fatto male, ma in fondo è la mia natura. Ferire la gente. È il meglio che so fare.

<<Non sei come tuo padre.>> mormora.

<<Già, però lui ci ha abbandonati.>> ribatto.

<<Avrà avuto una ragione. Lo sai che ci credo ancora.>>

<<Oh, ma andiamo. In diciott'anni non si è mai fatto vedere e non lo farà.>>

<<Siete così simili che a volte mi dimentico che sei solo un ragazzo. È difficile per me cercare di tenerti nascosto, lo sai?>>

<<Lo so.>>

Lei sospira, poi esce chiudendosi la porta alle spalle e mi lascia solo con i miei pensieri.

GWEN POV

Scosto una tenda della finestra e sbricio la casa di fronte.

Le luci sono accese e una figura si muove avanti e indietro davanti al vetro.

Avrei voluto chiedere spiegazioni, quel pomeriggio.

Ma mie ero fermata davanti alla porta senza avere il coraggio di bussare.

<<Gwen è quasi mezzanotte.>> mi richiama la voce di Isabelle <<Domani è il primo giorno nella tua nuova scuola perciò forse dovresti andare a letto un po' prima del solito... Tanto per non essere stanca.>>

Le lancio un'occhiataccia e il suo viso si colora di rosso.

<<Ascoltami bene.>> farfuglia a bassa voce, nel tentativo di non farsi sentire
da mio padre <<Io sto provando ad essere una buona madre per te, ma mi devo dare una mano. Devi cercare di rispettarmi.>>

<<E chi ti dice che io voglia una nuova madre? Fra qualche mese diventerò maggiorenne e a quel punto me ne andrò. Questa non è più la mia famiglia.>>

<<Un'altra delusione per tuo padre. Ma ormai ci si è abituato, no? A te non frega niente di lui.>>

Salgo rumorosamente le scale con le mani premute sulle orecchie.

Non voglio più sentire una sola parola.

I pensieri si rincorrono nella mia testa senza che io ne venga a capo.

Mi addormento ancora vestita con il viso rivolto verso la casa di Tate.

La luce è ancora accesa.

Qualcuno non dormirà stanotte.

A/N

Scusate se come a solito ci ho messo vent'anni ad aggiornare ma non ho mai, MAI, M A I tempo.

Grazie per i like e i commenti, aw c:

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 14, 2015 ⏰

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