Sette in punto. Mi alzo, forse troppo in fretta, forse prima del dovuto, ma voglio che questa giornata come tutte le altre cominci al meglio. La luce che perfora la finestra illumina il viso di Mika, rendendo le punte dei suoi ricci di una sfumatura quasi dorata. Dorme ancora nella stessa posizione in cui l'ho lasciato, la bocca socchiusa e i capelli arruffati. Ripenso a ieri sera, quando ci siamo ritrovati stesi sul suo divano. La quotidianità fuori dalla porta e, tra le mura, le nostre illusioni. Ripenso a quanto era ubriaco e a quando dalla sua bocca era uscito quel "Ti voglio" in un modo così dolce e sensule da morire.
Mi alzo in piedi e mi stiracchio quando sento una forte fitta di dolore lungo tutto il corpo, dormire sulla poltrona non è stata una buona idea.
"Giulia? Che ci fa tu qui?" sobbalzo nel sentire la sua voce, Mika ancora sdraiato sul divano si porta le mani in faccia stroppicciandosi gli occhi.
"Perché sono sul divana?" continua mettendosi seduto riavviandosi il ciuffo.
"Non ti ricordi proprio nulla?" chiedo, cercando di trattenere un po' di rabbia.
"Si, io sono arivato a casa e ho trovato te e Richard sul divano a dormire, poi ho meso il bimbo a leto e..." il suo sguardo cade sulla bottiglia vuota.
"I'm sorry" bisbiglia mettendosi le mani in faccia "Io..io poi ho bevuto, ma ora non ricordo"
"Comunque mi devi delle spiegazioni! Te ne sei stato via tutto il giorno senza dirmi una parola, con tuo nipote che mi chiedeva di te e piangeva! Poi... poi torni e ti scoli mezza bottiglia!" alzo un po' la voce, non so che mi prende, anzi lo so, ho tutto il diritto di essere arrabbiata con lui! Aggrotta le soppraciglia piegando la testa di lato.
"No sapevo di avere una moglie" risponde ironico.
"Ah si? Allora la prossima volta chiedi aiuto a qualcun altro!" non voglio litigare con lui ma mi ha fatto davvero preoccupare.
"Ok! Se ti ha creato così tanta disturba..."
"Non è così è che..."
"Alora che vuoi?" m'interrompe un po' aggressivo.
"Perché litigate?" la vocina di Richard ci interrompe. E' in piedi a poca distanza da noi che ci guarda preoccupato, con in mano il suo orsacchiotto e con ancora il pigiamino indosso, dobbiamo averlo svegliato poverino.
"No, non stiamo litigando, torna a dormire" gli dico dolcemente mentre lo raggiungo.
"Ma non vado all'asilo oggi?" il suo tono innocentemente.
"A che ora entra?" chiedo preoccupata rivolgendo lo sguardo a Mika che sembra ancora nel mondo dei sogni.
"Alle oto e meza" risponde sbadigliando. Decisa prendo Richard in braccio e lo porto in cucina, per poi preparargli qualcosa per colazione.
"Mi porti tu a scuola?" chiede mentre addenta un pan di stelle mezzo sciolto dal latte.
"Si tesoro, oggi ti porto io!"
"Lo porto io" Michael entra in cucina ancora mezzo barcollante a causa dei postumi.
"Non ti preoccupare..."
"Lo porto io!" dice più forte, ma che gli è preso? E' forse impazzito?
"Non se ne parla, non ti lascio guidare con il bambino nelle tue condizioni! Sei sbronzo e...arrabbiato"
"Guarda che sona perfetamente in grado" dice mentre si siede su uno sgabello e appoggia la testa al bancone. Come no, penso mentre lo guardo.
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Hardest Story
RandomA volte solo il destino può insegnare l'accettazione della perdita, la bellezza dell'amore, la forza della speranza.