Nonostante Levi si sentisse a disagio per la situazione totalmente nuova, non si negò un altro paio di incontri con Eren, in cui si tennero compagnia e si scambiarono un paio di tenere effusioni. Nessuno dei due, però, ebbe mai il coraggio di chiedere all'altro la natura della loro nascente relazione, o comunque il destino che avrebbe avuto.
Tutto ciò che speravano era di godersi il momento, giacché non sapevano quanto sarebbe durato. Eren gli aveva raccontato della sua infanzia, della natura del suo rapporto con Mikasa; Levi gli aveva raccontato, dopo molteplici richieste, di come fosse la vita sottoterra, di chi fosse sua madre, di come avesse vissuto praticamente da solo per anni.
Levi aveva persino ricominciato a dormire una notte o due, cosa più unica che rara da quando Erwin era morto e la sua insonnia era peggiorata.
Durante il giorno, cercavano di ignorarsi quasi totalmente. Si limitavano a guardarsi di tanto in tanto, a scambiarsi piccoli sorrisi. Ad entrambi stava bene così, evidentemente, visto che non avevano mai espresso il desiderio di portare la loro relazione, se così poteva essere chiamata, allo scoperto.
Chiunque avrebbe potuto notare un visibile cambiamento in Levi, nonostante non si fosse liberato del suo sguardo supponente di superiorità. Sembrava quasi star tornando ad essere il Levi Ackermann che tutti erano soliti conoscere.
La sua gioia, però, ebbe vita breve. Hanji gli chiese di vederlo con urgenza, e in pochi minuti si trovò a casa sua, seduto di fronte a lei.
- Come potevi pensare che non me ne sarei accorta? Che nessuno se ne sarebbe accorto?
L'uomo la guardò con aria interrogativa. - Vi ho visti, tu ed Eren.
Levi arrossì, imbarazzato. - Che... cosa intendi?
- Non sono tonta, né ceca. - continuò. - Cosa c'è fra voi?
Come prevedibile, l'uomo scosse la testa, in segno di negazione, e fece spallucce. Furente, Hanji si alzò per bere un po' d'acqua. - Sto pensando a cosa dirti da tutta la giornata. Non sono nessuno per dirti come vivere la tua vita, né per giudicarti. Nonostante questo, credo che tu stia sbagliando.
- Cosa hai visto? - le chiese.
Hanji sospirò, chiedendosi perché si fossero messi in quella situazione. - Anche un cieco noterebbe come lo guardi, Levi, e come lui guarda te. E poi...
Si fermò, temendo di mettere l'amico in imbarazzo ulteriormente.
- Poi? - incalzò Levi, alterato.
- Poi vi ho visto baciarvi, l'altra sera. Era quasi mattino, e io stavo andando a controllare che fosse tutto pronto per gli esperimenti che avrei dovuto condurre con Eren il giorno dopo. Sono andata via subito, sia chiaro.
Levi aggrottò le sopracciglia. - Arriva al punto.
- Il punto è che non deve succedere più. Qualsiasi cosa ci sia fra voi, deve finire subito.
- Come puoi chiedermelo? - disse Levi, alzando la voce più di quanto avrebbe dovuto. - Dovresti badare alle tue questioni, piuttosto.
- Perché proprio lui, Levi? Io... non capisco. - chiese genuinamente la donna.
- Mi fa stare bene. Non credo di doverti altre spiegazioni, comandante. - rispose l'uomo, con voce aspra.
Hanji lo guardò negli occhi, che la fissavano decisi, quasi con aria di sfida.
- Credi davvero sia la cosa giusta? - tuonò Hanji. - Io ci tengo alla tua felicità, Levi, lo sai. Ma io non credo che...
Levi scosse la testa. - Tu non capisci... non puoi capire.
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Nulla è la morte per noi. - ErenxLevi
FanfictionBreve estratto: " - Sono presente solo nella mia morte, ormai. Non esisto in nessun altro momento. Levi lo guardò negli occhi, gli sembrò gli stesse scrutando l'anima. Una parte di Eren sperava che quel momento non finisse mai, di poter concludere...