Capitolo 3

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Se all'inizio gli era sembrata una cosa facile aiutare Harry a comprare dei vestiti, Louis dovette presto ricredersi.

"Non puoi dire sul serio", gli disse l'alfa, guardandolo mentre l'omega cercava di convincerlo che una camicia bordeaux era molto elegante. "I ragazzi riderebbero di me."

Louis sospirò. "Harry, nessuno deve andare in giro con la camicia, a meno che non lo voglia."

"Che genere di cravatta dovrei portare con quella... cosa?", chiese, mentre il commesso beta si avvicinava.

"Di un solo colore, o di una fantasia molto delicata."

"Dio ci salvi!", sbottò Harry.

"E con una camicia a tinta unita, direi rosa, ci vedo una cravatta scura."

"Non porterò mai camicie rosa", ribatté lui. "Sono un alfa!"

"Un alfa delle caverne", ribatté lui. "Se non vuoi i miei consigli, vado a comprarmi qualcosa."

"Aspetta", lo richiamò. "D'accordo, la prendo."

Louis non sorrise, ma respirò di sollievo. Lo guardò. Indossava una giacca di velluto beige a coste con una camicia bianca e pantaloni marroni. Si era fatto la barba e tagliato i capelli e già sembrava diverso. Con gli abiti adatti, sarà proprio affascinante, pensò.

Dopo qualche minuto era riuscito a convincerlo che le camicie colorate non erano da omega e ne aveva comprate in diversi colori con cravatte intonate. Poi cominciarono a guardare i completi.

Il commesso portò Harry nei camerini di prova e quando questo ne uscì pochi minuti dopo con un abito nero e una camicia nera leggermente slacciata, l'omega quasi cadde dalla sedia su cui era seduto. Non sembrava più Harry, tranne che per i lineamenti duri e gli occhi verdi.

"Oh, Dio...", mormorò piano fissandolo.

L'espressione dell'alfa si addolcì un poco. "Sto bene?", chiese.

"Sei perfetto", sorrise lui. "Omega, state in guardia!"

Anche lui sorrise.

"Okay, di cos'altro ho bisogno?"

"Che ne dici di qualcosa in marrone? Uno di quegli abiti lì, per esempio." L'alfa ne provò uno con lo stesso risultato. Aveva proprio un fisico prestante, quegli abiti gli stavano alla perfezione. Infine comprarono due paia di stivali e, come tocco finale, uno Stetson grigio e uno marrone.

Poco prima che lasciassero il negozio, Louis rammentò che avevano dimenticato qualcosa.

"Che c'è che non va?"

"Abbiamo dimenticato qualcosa", disse lui esitante.

"Non porto il pigiama."

"E quello che si mette sotto il pigiama?", chiese lui alla fine distogliendo gli occhi.

"Mio Dio, come sei impacciato!", rise l'alfa stupito.

"E allora?", ribatté lui. "Non sono mai andato a far spese con un alfa prima. E i calzini?"

"Forse è meglio tornare indietro." Mise il pacco in macchina, aprì la portiera e aiutò Louis a salire. "Mi aspetti qui, finché torno?"

"Certo."

"Farò in un attimo."

Lo vide allontanarsi e sorrise. Cambiarlo stava diventando divertente, anche se c'erano dei momenti difficili.

Cominciò ad esplorare l'interno dell'auto. Era pulitissima, forse erano stati i ragazzi. Allungò una mano per toccare la punta di una freccia d'argento che pendeva dallo specchietto retrovisore e aggrottò leggermente le sopracciglia. C'era attaccato un nastro di velluto azzurro. Ricordava di averlo perduto diversi anni prima, un giorno in cui Harry era venuto a trovare lo zio Dan; poi non lo aveva più trovato. Era strano che un alfa così poco sensibile avesse conservato una cosa del genere. Forse gli piace il colore, pensò, e si volse a guardare l'uscita del magazzino. Faceva caldo e non c'era ombra lì vicino. Si fece vento con la mano.

Così Come Sei | Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora