Capitolo 8

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Louis non potè andare a lavorare il giorno seguente, si sentiva troppo male per quel che era accaduto la notte prima. Non avrebbe dovuto comportarsi così; anche se Harry l'aveva provocato, non avrebbe dovuto ferirlo in quel modo.

"Ho un'emicrania", disse ad Angie. "Se qualcuno ha bisogno di me, digli di tornare domani, d'accordo?"

Angie esitò. "Uhm... Zayn è venuto stamattina, appena ho aperto."

"Si?"

"Sì. Mi ha chiesto se sapevo di Harry, che era in prigione."

Louis strinse con forza il ricevitore. "Cosa?"

"Ha detto che aveva bevuto la notte scorsa e ha sfidato Liam a chiamarla, Signor Louis. Danny ha dovuto rinchiuderlo. Dicono che ha stabilito nuovi record per il numero di piatti rotti e soprattutto si è buttato, con la sua Thunderbird, nella piscina nuova di Jim Handel. "

Louis chiuse gli occhi e le lacrime ripresero a scorrergli lungo le guance. Era colpa sua, lo aveva ferito.

"È ancora lì?"

"No, Zayn lo ha tirato fuori. Lo ha portato a casa sua per prendersi cura di lui. È tutto ammaccato e abbattuto, ma dice che starà bene. Zayn, uhm... pensava che forse lei avrebbe voluto saperlo."

"Beh, no", disse con calma. "Non voglio più sentir parlare di Harry Styles finché vivrò. Ci vediamo domani, Angie", aggiunse con un sospiro e agganciò il ricevitore.

Era da Zayn. Era ferito ed era da Zayn. Lui lo stava curando, lo stava amando...

Louis scoppiò in lacrime. Doveva smettere di piangere o il cuore gli si sarebbe spezzato.

Non fece colazione, né pranzò. Verso la metà del pomeriggio sentì il rumore di un furgone nel cortile.

Guardò dalla finestra e fu sorpreso di vedere il furgoncino di Zayn fermarsi davanti alla porta.

Non gli avrebbe aperto, non avrebbe parlato con lui! Zayn aveva Harry; ora, che altro voleva?

Zayn suonò il campanello e Louis lo ignorò. "Lou, so che sei lì!"

"Va' via!", rispose Louis con voce tremante. "Ho un terribile mal di testa. Non posso parlarti!"

"Allora, vuoi aprire?", insistette l'omega con ostinazione. "O devo rompere la finestra?"

Con riluttanza, Louis aprì la porta. L'amico si fermò, colpito dal suo pallore. "Che vuoi?", gli chiese Louis con voce rauca.

"Sono venuto a trovarti. Angie mi ha detto che avevi l'emicrania e pensavo che forse potevo andare a prenderti qualcosa in farmacia."

"Hai già un paziente, occupati di lui e lasciami solo."

Zayn si avvicinò osservandolo. "Lou, cos'è che non va?"

Louis ricominciò a piangere senza riuscire a fermarsi. Il suo corpo era scosso da violenti singhiozzi.

"Oh, Lou, no, non posso vederti così", lo pregò Zayn aiutandolo a sedersi in salotto. "Cos'è che non va? Per favore, dimmelo!"

Louis scosse il capo. "Niente."

"Niente!" Zayn guardò il soffitto. "Harry va a finire con l'auto in una piscina e tu non vai a lavorare per un mal di testa inesistente, e non c'è niente che non va."

"È tuo adesso! Che t'importa di me?!"

"È mio? Chi? Harry?" Sgranò gli occhi. "Tu pensi che io voglia Harry?"

Louis si asciugò gli occhi. "No? Ha fatto tutto per te, sai. Imparare le buone maniere, andare ai balletti, ristrutturare la casa. Dovresti essere orgoglioso di te! Non credeva di andar bene per te così com'era, perciò mi ha chiesto di dargli lezioni di galateo!"

Così Come Sei | Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora