"Sì, mamma" Lauren alzò gli occhi al cielo, voltandosi verso la ragazza che sedeva sul lato passeggeri. "Abbiamo appena lasciato l'aeroporto. Tra poco arriviamo."
"Te l'ho già detto, mamma, abbi un po' di pazienza" Lauren si morse il labbro e lanciò un'occhiata nervosa a Camila. La ragazza sorrise dolcemente. "Ok, mamà, ora devo guidare. Ci vediamo tra poco."
Dopo aver terminato la chiamata Lauren rise agitata e incastrò il telefono sul supporto dell'auto, prima di afferrare la mano di Camila e stringerla forte.
"Sembri nervosa" Camila piegò la testa di lato e dei ciuffi di capelli le caddero sul viso. "Sei nervosa?"
La ragazza dai capelli corvini scrollò le spalle e si concentrò nuovamente sulla strada, imboccando la scorciatoia che prendeva sempre suo padre quando lei era piccola. "Un po', sì. Ma non ho motivo di esserlo, quindi..."
"Sarà divertente, vedrai" la ragazza le accarezzò distrattamente il braccio con le dita.
"Certo" sorrise Lauren. "Finalmente incontrerai la mia famiglia di matti". Camila ridacchiò, stringendole di nuovo la mano libera e accarezzandole il dorso delicatamente.
Erano passate settimane ormai dal processo. Era arrivato l'inverno e le strade di New York erano già coperte da una coltre di neve soffice. Tuttavia a Miami splendeva il sole e la temperatura era perfetta. Si stava bene fuori, anche se ci si doveva vestire un po' più pesanti rispetto all'estate.
Da quando era stata rilasciata, Camila era andata spesso in terapia (sotto prescrizione medica). All'inizio l'idea di dover far visita a uno psicologo la spaventava, ma col passare del tempo e con la tenacia di Lauren, Camila aveva fatto un sacco di progressi e doveva ammettere che la terapia non era poi così male.
Sapeva che non sarebbe mai guarita al 100%, ma come le avevano ricordato spesso i dottori, non si smetteva mai di migliorare.
Lauren tuttavia era preoccupata per la loro relazione: aveva parlato subito con la terapista e l'aveva sommersa di domande, ma l'unica cosa che era riuscita ad ottenere era stata un'inutile lista di termini medici incomprensibili. Dalla loro conversazione però la signora le aveva assicurato che Camila era ancora capace di amare. Quindi potevano continuare ad avere una relazione, a patto che prendessero le cose con calma e che Lauren non approfittasse di lei e fosse chiara riguardo le sue intenzione.
Camila infatti era al corrente di tutto. Di TUTTO. Quando Lauren le aveva parlato del loro futuro insieme, Camila l'aveva osservata con occhi trasognanti e aveva iniziato a fantasticare sui nomi con cui avrebbero potuto chiamare i loro figli o il colore di cui avrebbero dipinto le pareti della loro casa (ovviamente di giallo).
Ogni volta che Lauren pensava all'idea di passare il resto della sua vita con Camila, sentiva le farfalle nello stomaco. Ma il futuro poteva aspettare. La cosa importante ora, era concentrarsi sulla salute di Camila. Lauren era sicura che fosse la persona giusta e che non sarebbe stata capace di vivere lontano da lei.
Ed eccole lì: dopo 4 mesi passati insieme, si stavano finalmente dirigendo a casa dei genitori di Lauren, mano nella mano. La madre di Lauren aveva invitato lei e la sua 'misteriosa ragazza' al pranzo di Natale.
Quindi sì, Lauren era nervosa. Troppo nervosa. Non aveva la minima idea di come avrebbero potuto reagire i suoi genitori nel momento in cui avessero scoperto chi fosse la ragazza di cui si era innamorata. Perchè per quanto ne sapevano, Lauren odiava ancora Camila.
"Eccoci arrivate" sorrise nervosa, strizzando la mano a Camila per farsi coraggio e lanciando un'occhiata alla graziosa casa al di là della strada. Un gruppo di bambini erano radunati in cortile e giocavano a tirarsi un pallone da spiaggia.
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Yellow [TRADUZIONE] ~ Camren
RomancePRIMO LIBRO DELLA SERIE CAMREN "YELLOW" by @txrches Lauren Jauregui odiava Camila Cabello, la odiava più di ogni altra cosa al mondo. D'altro canto, chi poteva biasimarla? Era stata proprio Camila a leggere davanti a tutti nella caffetteria della sc...