Ciao a tutti,
Sono Rebecca e ho 17 anni. Di solito non mi espongo, soprattutto sui social, però sento di doverlo fare. Durante il periodo di quarantena una notte scrissi questo testo di getto e fino ad oggi è rimasto lì perché non ho mai avuto il coraggio di rileggerlo. Ma oggi, quasi quattro mesi dopo ho trovato il coraggio e voglio che questa sia una testimonianza per le generazioni future. Non sono un medico, un ricercatore affermato ma un semplice adolescente che ha vissuto nel 2020. Voglio che tutto questo non venga dimenticato. Vorrei che tutti ricordassero che anche noi giovani che normalmente stiamo in silenzio siamo pronti al cambiamento e vogliamo che il mondo di domani sia migliore di quello in cui viviamo oggi."È notte o mattina,sento il vento che sbatte contro le serrande chiuse dei negozi. Sono le 3:40 di un lunedì diverso da quelli a cui sono abituata da diciassette anni ma a cui ho dovuto abituarmi nell'ultimo mese. Non c'è quell'ansia da lunedì, quella classica che attanaglia ogni studente la mattina prima di iniziare un'altra settimana di scuola.
È un'ansia diversa, consapevole ma allo stesso tempo terrorizzata dal fatto che il mio cervello faccia fatica a realizzare tutto ciò che sta accadendo. Terrorizzata perché se penso al domani non so cosa aspettarmi. Non so cosa accadrà e se tutto questo un giorno finirà. Consapevole perché non mi faccio prendere dal panico e dall'angoscia. Vivo la mia vita tra le quattro mura della mia camera e ogni tanto mi affaccio da balcone che da sul corso principale della mia città, Santhià. Non che normalmente fosse piena di gente ma sento la mancanza del brusio della gente, delle macchine che passano, del signore davanti al negozio sotto casa che mi irrita terribilmente ogni volta che sono obbligata a salutarlo tornando da scuola. Ora tutto questo non c'è più. C'è solo una via vuota che mi ha visto crescere, correre, piangere e ridere. Mi manca scendere le scale la mattina e arrabbiata con il mondo andare a scuola e lamentarmi della monotonia delle mie giornate tutte uguali. Ora pagherei per alzarmi presto e andare a prendere il treno, vedere le mie amiche, mia madre che lavora e mi dice "quando arrivi fammi uno squillo" prima di scendere le scale del sottopassaggio. Mi manca il viso di Vittorio in piedi nello stesso punto del binario da tre anni che ogni mattina mi saluta con un sorriso e si abbassa le cuffie per parlare delle solite cose e pensare che l'anno prossimo non sarà più lì è terribile.
Ora mi accorgo di quanto fossi fortunata e rimpiango tutte quelle volte che ho preferito stare a casa che uscire anche solo mezz'ora per vedere i miei amici o fare la spesa con mia madre. Ora capisco quando mio nonno da piccola mi diceva che ne avrei avuto di tempo per dormire e che la vita va vissuta, solo avrei sperato di non aver così tanto tempo per dormire così presto. Sono una di quelle persone che si addormenta senza pensieri la sera anche se la sua vita in quel momento è un disastro. Ora però non ci riesco più. Durante la giornata non pensare a un domani è semplice ma la notte non lo è. Il pensiero di cosa ci sarà domani, di quale altra libertà ci verrà tolta, di quante altre persone dovranno soffrire non mi fa dormire. E penso sentendo mia madre respirare nella stanza a fianco al perché lei debba mettersi a rischio ogni giorno andando a lavorare e sembra che a nessuno interessi, d'altronde è solo una donna delle pulizie. Penso a mio nonno che dopo mesi chiuso in casa per una frattura alla gamba ora è costretto a stare chiuso ancora e non poter fare ciò che ama e per la paura non stare in mezzo si suoi adorati cavalli. Penso a mia nonna che dopo anni di sacrifici a una settimana dalla pensione non può godersela e festeggiare. Penso ai miei amici, appena ventenni che la mattina si alzano e senza lamentarsi vanno a lavorare. Penso a tutte le persone che fra qualche ora si sveglieranno e metteranno a rischio la propria salute e quelle dei loro cari solo per un domani. Per assicurare a me, a noi, un futuro. Ed è per questo che ora sorrido speranzosa e penso a ciò che avrei dovuto fare in questi mesi e a tutti gli traguardi che avrei dovuto raggiungere. Mi dico 'andrà tutto bene' e spero che il domani sia un giorno migliore di oggi. Dico a mia madre preoccupata che tutto questo presto passerà e che siamo fortunati perché abbiamo speranza nel futuro e in ciò che la vita ha in serbo per noi. Penso al futuro e cerco di vedere del bene. Ho ancora speranza nell'umanità e spero che prima o poi riesca a rimediare in qualche modo. Quindi nel mio piccolo, da giovane ragazza di diciassette anni, voglio dire a chiunque legga questo messaggio che andrà tutto bene e che non vedo l'ora di poterci stringere di nuovo tra le braccia perché giuro che quell'abbraccio sarà così bello da farci ricordare che il domani c'è e sta aspettando solo noi. "Ora lo so per certo. Il domani c'è stato e ci sarà ancora a lungo. Dobbiamo solo essere la versione migliore di noi stessi. Trattate le persone e la natura con gentilezza, rispettatele e il mondo sarà un posto migliore. Abbiate il coraggio di fare la differenza. Io ci credo ancora. Credeteci anche voi.