Il primo motore immobile

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In questo capitolo voglio affrontare il tema del primo motore immobile, quello che Aristotele definiva come la causa fondamentale del divenire dell'Universo.


Ogni cosa che osserviamo o sperimentiamo è generata da una causa, la quale a sua volta è generata da un'altra causa e così via in una sorta di catena di montaggio. Ad esempio la pioggia che osserviamo è causata dalla condensazione delle nubi, le quali a loro volta sono generate dall'evaporazione di masse d'acqua degli oceani, tale evaporazione avviene per mezzo della radiazione solare e così via . . . Andando a ritroso deve esserci una causa priva di una causa antecedente, essa è il primo motore immobile.

Il primo motore immobile è la facoltà che l'uomo ha di scegliere.

La possibilità di poter scegliere condiziona, in maniera ineluttabile, il divenire.La persona che sono oggi è il frutto delle scelte passate che io stesso ho fatto, o più precisamente ho scelto di fare.La persona che sarò domani è il risultato delle scelte che compirò sino al termine dei miei giorni, oltre il quale il futuro sarà "causato" da processi biologici.L'uomo è in questo senso il demiurgo del futuro e delle cose che verranno.L'uomo potrebbe soggiogare il tempo ma non ne prende atto.Il pioniere dell'umanità è colui il quale, munito di una torcia, mostrerà all'uomo l'assenza delle catene che crede lo imprigionino.


Qualcuno, a questo punto, potrebbe obiettare affermando che dal momento in cui nasciamo non siamo davvero liberi nelle scelte perchè influenzati da tre fattori principali: contesto storico, contesto sociopolitico e contesto familiare. Questi tre fattori determinano l'individuo univocamente, ma da questo momento la sua percezione della realtà evolve seguendo la facoltà di scegliere. L'individuo a questo punto può SCEGLIERE o meno di spogliarsi delle convenzioni indotte dai tre fattori succitati e vivere una nuova vita all'insegna della volontà di scegliere. 

Chiaramente, in virtù della diversificazione della SCELTA esistono molteplici realtà che ogni uomo può sperimentare. La scelta, a questo livello, si risolve in un relativismo gnoseologico. Facciamo un esempio: c'è la partita Inter - Juventus, io scelgo di tifare Inter mentre il mio amico Michele sceglie di supportare la Juventus; a meno di un pareggio a fine gara sicuramente uno sarà felice e l'altro triste a causa della scelta di partenza. A tal proposito, questa situazione è rappresentata da una tipologia di scultura greca detta erma bifronte in cui c'è un volto che ride del pianto dell'altro. Tornando al nostro esempio, anche in caso di pareggio ci sarà sempre a chi quest'ultimo va stretto e chi invece lo considera un punto prezioso.

 Tornando al nostro esempio, anche in caso di pareggio ci sarà sempre a chi quest'ultimo va stretto e chi invece lo considera un punto prezioso

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Il dualismo delle cose nasce dalla facoltà che l'uomo ha di scegliere.


Il bene e il male sono aggettivi che attribuiamo alla nostra scelta di vivere o meno seguendo un'etica morale.Quest'ultima frase potrebbe porre l'etica morale al centro di tutto, cioè sembrerebbe che la causa dello scegliere sia proprio l'etica morale, ossia: io scelgo a causa dell'etica morale.

Questa apparente contraddizione eleva l'etica morale a primo motore immobile.

Questo scoglio logistico può essere superato ribaltando i ruoli e affermando che l'etica morale è la risposta che diamo alla scelta della convivenza sociale.


Io SCELGO che uccidere sia moralmente sbagliato, mentre utilizzare l'auto anche per brevi tratti contribuendo all'inquinamento ambientale sia meno sbagliato.Io SCELGO che rubare sia moralmente sbagliato, mentre raccontare una barzelletta di cattivo gusto possa essere apprezzata essendo un tipo di umorismo.Io SCELGO che la corruzione sia moralmente sbagliata, mentre imprecare non lo sia.


Ecco quindi che dalle mie scelte scaturisce la mia etica morale.


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