6. E TRE !!!

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Dopo quel terribile pomeriggio Peter decise di evitare per un po' di tempo sia il nipote che quel maledetto branco di mocciosi impiccioni. Si chiuse nel proprio appartamento senza rispondere alle telefonate di nessuno, addirittura fingendo di non esserci quando bussavano alla sua porta. Prima di tutto questo, però, chiamò la figlia per dirle che sarebbe partito per qualche giorno: non voleva che si preoccupasse per quella sua improvvisa 'scomparsa' . Aveva solo bisogno di riflettere, senza nessuno intorno.

Era arrivato alla conclusione che non gli sarebbe dispiaciuto affatto di dare una bella botta al 'piccolo' Stiles... era intrigante con quel suo aspetto dolce ed indifeso e tutto quel fuoco che ardeva in quei grandi occhi da cucciolo... e quella lingua sarcastica! Come l'avrebbe piegata volentieri in ansimi e gemiti...

Avvertiva in sé il desiderio di stringere quella vita sottile, di lasciare la traccia dei suoi denti su quella pelle bianca e soffice, come un marchio che urlasse a tutti che su quel corpo candido era passato l'Alpha Peter Hale... e le mani del ragazzino! Quelle dita sempre in movimento... le voleva sentire sulla sua pelle, così come quella bocca dalle labbra morbide...

Ok, per quanto riguardava Stiles poteva pure pensare di potergli permettere di realizzare la sua fantasia erotica di una notte bollente insieme... decisamente si poteva fare...

Ma... Derek?!

Suo nipote, il secondogenito di sua sorella Talia... ricordava quand'era un dolce bimbo dagli enormi occhi verdi e lui, Peter, gli raccontava le favole per farlo dormire... le sue manine goffe che gli accarezzavano il viso, la sua vocina che lo chiamava con gioia... ricordò le risate che si era fatto quando Derek a quattro anni gli aveva annunciato, serio, che da grande lo avrebbe sposato e, sicuramente, avrebbero avuto dei figli dagli occhi azzurri. "Con gli occhi belli come i tuoi" , così gli aveva detto esattamente . E sia lui che Talia gli avevano dovuto spiegare come fosse impossibile avere figli per due maschi, divertendosi nel constatare la delusione sulla faccia corrucciata del bimbo e le sue sopracciglia aggrottate alla ricerca di una possibile soluzione a quell'intoppo che era sopraggiunto al suo piano perfetto di mettere su famiglia con il meraviglioso zio Peter...

Ricordava gli occhi innocenti di un Derek adolescente, quando osservava con ammirazione la scaltrezza di quel giovane zio, pendendo dalle sue labbra per ogni consiglio o spiegazione, sicuro dell'esperienza e dell'intelligenza di quel ragazzo che alla fine poi non aveva tutti questi anni più di lui...

E ricordò anche quando quegli occhi verdi cominciarono ad incupirsi, come a nascondere un segreto troppo pesante da portare sulle proprie spalle. Ricordò come evitassero il suo sguardo, il volto basso per non incontrare le iridi azzurre di quello zio con cui, stranamente, aveva smesso di confidarsi. Peter aveva pensato che il nipote non gli avesse perdonato quell'infelice suggerimento che aveva portato alla morte del suo primo amore: Paige... Ed aveva accettato che le cose, tra loro due, fossero inevitabilmente cambiate.

E poi c'era stato quell'episodio... la prima volta con un ragazzo per Peter... e Derek li aveva scoperti... ricordava ancora gli occhi incandescenti del nipote, la rabbia soffocante che gli aleggiava intorno e le sue parole: umilianti, dettate dall'intenzione di ferire in modo profondo.
Dopo, il muro che si era creato tra loro due era diventato insormontabile.

Ed ora Derek lo voleva... come poteva essere assurda la vita! L'aveva fatto sentire così sporco e sbagliato quando Peter aveva deciso di seguire la propria bisessualità, ed ora non solo si era dimostrato bisex lui stesso, ma era venuto fuori addirittura che fare sesso con lui era il sogno erotico che si trascinava da anni ... sesso con lui ed anche con Stiles, una fantasia a tre...

Bussarono alla sua porta, Peter attese in silenzio che chiunque fosse se ne andasse via. Dalla stanza in cui si trovava, così lontana dall'ingresso, nessun licantropo avrebbe potuto sentire il battito del suo cuore. Avrebbero rinunciato, pensando che non ci fosse nessuno in casa.

Il rumore di una chiave che girava nella serratura lo mise in allarme... chi aveva le chiavi di casa sua?!
Corse verso l'ingresso e si ritrovò davanti Stiles e... Derek.

Suo nipote si era chiuso la porta alle spalle: - Sorpreso? Credevi che solo tu avessi avuto l'idea di fare un doppione delle chiavi di casa di qualcun'altro? - poi Derek si era rivolto a Stiles - Te lo avevo detto che c'era...

Stiles era vestito come l'ultimo pomeriggio in cui si erano visti: appariva così fragile ed innocente. Peter sentì un'irrefrenabile desiderio di toccarlo, di sporcarlo.
... E suo nipote!
Indossava quegli abiti aderenti, da macho, che era solito avere sempre addosso fino qualche tempo prima. Era magnifico: intensamente maschio e selvaggio.

- Non sono in vena di ricevere visite, se mi fate il favore di andarvene... - cominciò Peter in modo eloquente, indicando la porta.

Nessuno dei due gli rispose, solo Stiles prese a camminare verso di lui.
Gli si fermò di fronte, gli occhi che lo scrutavano come a cercare di leggergli dentro. Peter li evitò, dandogli le spalle. E l'altro ne approfittò per cingergli la vita in un abbraccio carico di passione.

- Cosa... ? - riuscì solo a dire il maggiore degli Hale, sorpreso.

Sentì la bocca dell'umano tracciare scie vogliose sul suo collo. Il suo respiro affannoso contro l'orecchio.

E Peter capitolo'.

Si voltò, afferrando il ragazzo, gli occhi rossi di Alpha. Lo spinse sul divano e gli fu sopra.
Sfilò via la maglia candida con urgenza, voleva quel corpo e lo voleva subito.
Prese a baciare quelle labbra che gli venivano offerte con esultanza, le morse, le leccò e sorrise della felicità che emanava l'umano.

Peter avvicinò il volto all'incavo del suo collo, lo annuso' e gli disse con voce roca: - Sai di buono.

Stiles ora rideva: - Non sai quanto ho desiderato questo momento!

Il sorriso di Peter ora era malizioso: - Che ti dicessi che sai di buono?

- Anche! - rispose insolente il ragazzo.

Peter fu di nuovo su di lui, il volto perso nel petto glabro dell'altro, tracciando scie di saliva su quella pelle pallida, seguendo affascinato ogni singolo neo che incontrava la sua lingua.
E intanto si spogliava. Stava sbottonandosi i pantaloni quando lo sentì: un ringhio basso e sensuale.

Si era dimenticato della presenza di Derek, preso com'era ad assaggiare l'umano. Si voltò nella direzione da cui proveniva quel suono e lo vide: gli occhi divenuti di un celeste metallico, la bocca socchiusa, le mani sulla propria erezione, rinchiusa ancora nei pantaloni, il volto come trasfigurato dal desiderio.

Era bello, di quella bellezza che era sempre stata il vanto della famiglia Hale, quella bellezza indomita, selvaggia come la loro natura di lupi, appassionata come la loro indole.

Sentì le mani di Stiles continuare il lavoro che lui aveva interrotto, finire di sbottonare i pantaloni, abbassandoglieli insieme ai boxer.
E vide gli occhi di suo nipote brillare di desiderio, nella penombra della casa. Vogliosi, incontenibili.

- Sei nostro! - rise lascivo Stiles.

- Siamo tuoi - lo corresse Derek.

MANNAGGIA STI LUPIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora